I catastrofisti presi da una forma di disperazione, sono attratti in questi giorni dalla zona artica, dove prevalgono anomalie positive a causa di uno dei più potenti stratwarming (riscaldamento della stratosfera) avvenuto poco prima della metà di febbraio. Un fenomeno che si presenta di consuetudine come abbiamo argomentato in alcuni articoli nelle scorse settimane. La forte attrazione di questi pseudo scienziati è di dimostrare che queste anomalie positive sono dovute per cause antropiche.
Il vortice polare, a causa di questo forte riscaldamento, si indebolisce e scende alle basse latitudini, sostituito in loco da un’alta pressione, portando con se freddo, gelo e neve in tutto l’emisfero boreale in cui stiamo ormai assistendo da un lungo periodo in questo inverno, come ci riferiscono le cronache.
A testimonianza che questi fenomeni sono normale amministrazione, specie quando si ha una bassa attività solare come in quest’ultimo periodo, mostriamo le temperature rilevate nell’Artico nel 1976, anno che risultò ugualmente freddo alle basse latitudini, e nel 2018. Vi accorgerete che non è cambiato nulla e che oltre 40 anni fa accadevano le stesse identiche dinamiche atmosferiche. Tra l’altro negli anni ’70 la comunità scientifica dava per imminente l’arrivo di una possibile mini ice age con tanto di peer review.
Quindi come potete vedere nulla è cambiato da allora, è cambiato solo il modo di fare “scienza”.
Enzo
Attività Solare