La luna di Saturno è stata sorvolata dalla sonda Cassini a soli 48 chilometri di quota. Iniziano ad arrivare le prime immagini.
Un’immagine di Encelado ripresa da una distanza 96.000 chilometri dalla sonda Cassini. Il Polo Sud del satellite si trova in basso a sinistra immerso nell’oscurità.
Lo scorso 28 ottobre Cassini ha sorvolato il satellite di Saturno Encelado a soli 48 chilometri di quota. Le prime immagini sono già arrivate a Terra, anche se devono essere elaborate dai computer della Nasa, mentre altre sono attese nei prossimi giorni.
L’attesa è grande perché questo piccolo satellite (ha un diametro di circa 500 chilometri) è un mondo tutto da esplorare, dalle sue distese di ghiaccio agli sbuffi di vapore acqueo che escono dal Polo Sud e che nascondono la presenza di un oceano. Condizioni ideali per avere una qualche forma di vita.
Encelado e gli anelli di Saturno. L’immagine è stata scattata da 171.000 chilometri di distanza.
SE LO SI FOSSE SAPUTO PRIMA… Encelado è davvero un satellite a sé: bianchissimo, al punto da riflettere quasi al 100 per cento la luce che riceve dal Sole, con una superficie molto varia. Alcune aree sono fortemente craterizzate, altre più lisce e poi vi sono i geyser che escono dal Polo Sud.
Tutto questo starebbe a indicare che il satellite è vivo e che numerose azioni geologiche – ancora tutte da capire – lo hanno plasmato nel passato e forse lo stanno ancora plasmando.
Con il sorvolo appena effettuato si potrà capire se là sotto c’è o non c’è vita? Forse il dubbio rimarrà perché quando venne concepita la sonda Cassini non si ipotizzava che i satelliti di Saturno potessero nascondere la vita e dunque a bordo non ci sono strumenti adatti a cercarla.
Immagine di Encelado ripresa da 61.000 chilometri e mostra un’ampia porzione del Polo Sud del satellite
UN TRUCCO PER CERCARE LA VITA. Indirettamente però le informazioni raccolte da Cassini aiuteranno a chiarire meglio la situazione.
Per esempio la vita che potrebbe esserci nell’oceano di Encelado potrebbe trovare la sua fonte di energia nella “serpentinizzazione” delle rocce che potrebbero esserci sui fondali del grande oceano.
La serpentinizzazione è un processo geologico piuttosto complesso e implica una trasformazione per aumento di pressione e temperatura di rocce di un certo tipo. Questo processo potrebbe portare alla formazione di metano e idrogeno molecolare (ossia molecole composte da due atomi di idrogeno) e il metano potrebbe sostenere la vita di batteri.
Immagine di Encelado ripresa da Cassini da circa 124 chilometri di distanza. rappresenta un’area di circa 3 chilometri di larghezza che si trova a 57° di latitudine sud. Le creste sono composte da ghiaccio d’acqua.
Un processo che avviene sul fondale di alcuni oceani terrestri e che potrebbe addirittura spiegare la presenza di metano su Marte.
E dunque se Cassini dovesse rilevare la presenza di idrogeno molecolare gli indizi a favore della vita diverrebbero importanti e pensare ad una missione che scenda su Encelado alla ricerca di batteri sarebbe davvero di grande interesse.
Ma per il momento attendiamo i risultati del sorvolo di Cassini.
03 Novembre 2015 | Di Luigi Bignami
Fonte Web: Le nuove immagini ravvicinate di Encelado
Roberto
Attività Solare