Di Tony Heller – 14.10.2016
Gli scienziati del clima, molto abilmente, hanno iniziano a mostrare i grafici del ghiaccio marino artico dal 1979, che a quell’epoca risultava il terzo inverno più freddo della media consecutivo. Inoltre quello del 1979 è risultato l’inverno più freddo del secolo scorso. Naturalmente, la quantità di ghiaccio presente in Artico in quegli anni risultava enormemente in surplus.
Sarasota Herald-Tribune – Google News Archive Search
La relazione dell’IPCC del 1990 (con tanto di PDF originale sotto l’immagine) conteneva un’elevata quantità di dati satellitari del NOAA del 1974, che mostrano appunto un aumento di quasi due milioni di km² di ghiaccio marino nel periodo tra il 1974 e il 1979.
A questo punto rimane chiaro che l’ente per la rilevazione dei ghiacci NSIDC ha volutamente ignorato questi dati originali antecedenti al 1979 perché mostrerebbero un trend non lineare ai loro scopi fraudolenti.
Tra l’altro, secondo l’articolo originale poco sotto, il Passaggio a Nord Ovest si è aperto nel 1904. Però se dovessimo seguire la propaganda di NSIDC, senza queste preziose testimonianze del periodo, potremmo pensare che un secolo fa ci fossero 50 piedi (circa 15 metri) di ghiaccio marino.
Tutto questo per dimostrare che il clima è ciclico, quindi le temperature si alzano e si abbassano ciclicamente e che quindi non ha nulla a che vedere con le emissioni di CO2.
Se questo non si chiama fare cherry picking… 😀
Fonte: Real Science
Enzo
Attività Solare