Posted on 09/12/2016 by meteogeo in Analisi lungo termine
09-12-2016 – Salve a tutti, consueto appuntamento con l’editoriale serale, in una giornata quanto mai convulsa in merito all’emissione modelli, con segnali contrastanti, che alternano la previsione di bordate fredde continentali con chiusure inesorabili del VP e scarsità di fenomenologie fino a Natale. In realtà, le due cose possono andare di pari passo, come vedremo, analizzando nel dettaglio le diverse emissioni.
Iniziamo dal breve termine, evidenziando una evoluzione non propriamente favorevole all’arrivo di freddo e fenomenologie nel Mediterraneo (fig.1).
fig.1
Come si vede dalla fig.1, il Vortice Polare presenta sempre un buona dinamicità ma il Mediterraneo non è in fase per l’arrivo d una cavo d’onda del getto che, viceversa affonda con decisione in Atlantico, a ovest del Promontorio azzorriano (W2). La causa di tale disposizione delle principali figure bariche, anche in presenza di un VP non compatto è, in prevalenza, riconducibile alla peculiare collocazione dell’onda aleuinica (W1) in spinta sempre nel comparto Alaska-costa Pacifica nordamericana, con continuo split di nuclei di vorticità del lobo canadese in pieno atlantico.
Successivamente, giunge la fase di ricompattamento del VP, che si dispone con asse Labrador-Yacuzia, un classico se vogliamo (fig.2).
fig.2
Nonostante una minore incisività delle onde planetarie in tale fase, le nostre regioni potrebbero trarre giovamento da tale manovra, con una importante circolazione depressionaria di ritorno, secondaria, che è vista prendere le mosse dagli Urali diretta proprio verso le regioni italiane (fig.3).
fig.3
Come si vede dalle fig.2 e 3, stante il periodo invernale e la peculiare provenienza della massa d’aria fredda in esame, i valori di temperatura a 850 hpa (1500 m) potrebbero toccare i -10° C sopra la pianura Padana, con una depressione nelle regioni centrali e possibilità per nevicate in pianura in alcune regioni (fig.4)
fig.4
Quali le probabilità reali di una simile evoluzione??
Trattandosi di una circolazione secondaria, circoscritta a scala spazio-temporale, i dettagli possono cambiare moltissimo nelle diverse emissioni, sebbene un afflusso freddo dai quadranti nordorientali sia inquadrato da molte corse ormai nel modello americano, che conferma anche negli spaghetti l’evoluzione descritta (fig.5, per la città di Pescara sono previste anche abbondanti precipitazioni, sarebbe il massimo).
fig.5
Tutto bene quindi??
Insomma, i segnali sono contrastanti come dicevamo; a seguire infatti, proprio alle soglie del Natale, secondo il modello americano il VP è visto subire un deciso ricompattamento, con un assetto quasi in prima armonica, senza ondulazioni, che significherebbe alta pressione sparata nel Mediterraneo o al massimo lievi disturbi transitori (fig.6).
fig.6
Cosa dire in proposito??
La cosa principale da sottolineare è che la stratosfera continua a presentarsi alquanto incerta, piuttosto disturbata nei settori medio-bassi, in chiusura nei settori alti (fig.7)
fig.7
Il punto d’incontro dei due settori in fig.7, poco la di sopra dei 30 hPa (23 km) sembra comunque presentare una buona evoluzione nei prossimi 10 giorni, abbastanza coerente nei diversi modelli, ecco quello americano, che vede bilobazione a 30 hPa (fig.8).
fig.8
Ma ecco anche il prestigioso modello europeo, che presenta la medesima evoluzione, nonostante la distanza temporale notevole (fig.9)
fig.9
Insomma, riassumendo gli aspetti principali di questa lunga discussione, alle quote inferiori il Vortice Polare è ancora molto dinamico, con possibilità per una probabile irruzione fredda continentale dopo metà mese nel Mediterraneo (con conseguenze da verificare in termini di precipitazioni), ma è visto chiudersi al termine della seconda decade, con possibile ritorno di una fase mite anticiclonica nella terza decade.
Tale trend non sembra però al momento essere supportato da quanto previsto in stratosfera, ancora molto dinamica e, pertanto, il VP, alle quote troposferiche, potrebbe avere la forza di reagire al ricompattamento, proponendo nuove irruzioni fredde ne periodo natalizio, sempre che nel frattempo però non cambino gli assetti ai piani alti stratosferici, di un eventuale raffreddamento (cooling) in propagazione verso le quote inferiori dall’alta stratosfera.
Come si vede, una situazione davvero ingarbugliata, in cui per il momento, la nostra attenzione può essere focalizzata solo sull’eventuale afflusso freddo previsto dopo il 15, da cui potrebbero scaturire nevicate anche a quote pianeggianti i alcune regioni del centronrd.
Roberto
Attività solare