31-01-2017 – Salve a tutti, davvero singolare commentare, giorno dopo giorno, i modelli, constatando come le ipotesi formulate il giorno prima si avverino puntualmente, perlomeno secondo alcuni modelli, in particolare quello americano…
Nell’ultimo editoriale si era affermato infatti, che lo stallo meteorologico tra le due grandi figure bariche a scala emisferica (Vortice Polare in sede canadese e struttura anticiclonica continentale euroasiatica) non sarebbe potuto durare molto nelle previsioni dei modelli e così è stato……….
Le emissioni notturne a mattutine del modello americano infatti, propendono per una netta affermazione di una struttura di blocco tra Scandinavia e mar di Norvegia e per una conseguente irruzione gelida continentale in Europa di grande portata alla fine della prima decade d Febbraio, con possibilità concrete, in tal caso, per nevicate in pianura in molte regioni italiane, esattamente come annunciato ieri.
Andiamo per gradi; importante sottolineare come l’evoluzione in esame prenda le mosse già intorno la 120 h da ora, nel range temporale di alta affidabilità (fig.1)
fig.1
Il primo passo inquadrato dai modelli sarà, nel prossimo week-end, la formazione del blocco anticiclonico sulla Scandinavia; tale dinamica aprirà la strada al treno perturbato atlantico, con diversi impulsi che potranno giungere nel Mediterraneo, apportando piogge sparse e nevicate sui rilievi alpini.
Ma questa sarà solo la prima fase del cambio di circolazione nel Mediterraneo.
A seguire infatti, il blocco menzionato prenderà ancora più vigore, alimentato probabilmente da un costante indebolimento del Vortice Polare anche alle quote troposferiche, dopo l’avvento dei warming stratosferici già in atto. Secondo le ultime emissioni, la strada dell’Atlantico potrebbe addirittura chiudersi e una vasta figura anticiclonica nell’Europa nordoccidentale potrebbe dirottare una imponente colata gelida dagli Urali verso l’Europa centrale e il Mediterraneo a fine prima decade.
Arriverebbe il BURAN insomma, il vento gelido delle pianura russo siberiane (fig.2).
fig.2
Ecco la dinamica in fig.2 inquadrata a scala emisferica, dove si vede come la strada Atlantica venga chiusa dal possente blocco scandinavo e dal ponte altopressorio tra Azzorre e nord Europa (fig.3).
fig.3
Sono carte davvero particolari che non si vedevano da tempo che, se confermate, potrebbero condurre a eventi di grande rilievo, con nevicate in pianura al centronord; per intenderci, la carta in fig.2 e la successiva riproposizione a scala emisferica in fig.4 potrebbero portare la neve a Roma e non una spolverata, ma nevicate significative, con accumulo (fig.4).
fig.4
Si tratta per adesso di un sogno per i meteo appassionati, ma le dinamiche che prevedono la formazione del blocco in Scandinavia e l’afflusso gelido nell’est europeo sono concrete e altamente probabili; resterà da definire l’esatta collocazione della colata gelida, che per adesso sta confermando tutte le ipotesi formulate in questa sede.
Inoltre, qualora prendesse corpo l’ipotesi del modello americano, l’evoluzione continuerebbe con la regressione del nucleo gelido verso ovest e l’arrivo di copiose nevicate anche in pianura al nord, con intense correnti meridionali che scorrerebbero sopra a uno strato freddo in pianura Padana (fig.5).
fig.5
Insomma, Febbraio potrebbe davvero rispettare tutte le premesse finora ipotizzate e le nevicate potrebbero davvero giungere a quote pianeggianti nella maggior parte delle regioni italiane, anche e soprattutto al nord e tirreniche dove finora non si sono mai verificate nella stagione in corso.
fig.6
A chiudere tutte le discussioni finora impostate c’è da sottolineare come dalla stratosfera giungano segnali sempre più decisi mirati a sancire una crisi irreversibile del VPS, con evidente bilobazione nella seconda decade di Febbraio a partire dai 10 hPa, sintomo che le novità potrebbero non finire qui e il processo descritto potrebbe presentare altri sviluppi nella restante parte del mese di Febbraio.
fig.7
Non perdete i successivi aggiornamenti.
Roberto