Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 24 Febbraio 2017
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=43813

 

 

Calma, non è del prossimo armageddon che stiamo parlando, né si vuole cavalcare l’onda emozionale della rivelazione fatta dalla NASA appena un paio di giorni fa circa l’esistenza di un sistema solare ad “appena” 39 anni luce di distanza dal nostro attorno alla cui stella orbitano sette pianeti di cui tre potrebbero avere, per distanza dalla loro fonte di energia, caratteristiche assimilabili a quello che noi chiamiamo “abitabile”.

Si parla piuttosto di uun paper uscito su Nature in cui, attraverso l’analisi di rocce sedimentarie databili a 90 milioni di anni fa, si ricostruisce la relazione tra clima e forzante astronomica, confermando quella che sin qui era più che altro un’intuizione, e cioè che le variazioni dell’orbita dei pianeti che girano attorno al Sole possano avere una componente caotica dovuta a piccole interazioni tra i pianeti stessi.

Con le conferme che gli autori di questo studio portano alla teoria, si spera di riuscire a inquadrare con più accuratezza le variazioni climatiche a scala geologica in funzione delle variazioni orbitali.

D’accordo che la scala temporale è decisamente fuori la portata anche della più fervida immaginazione, ma se davvero anche il sistema solare obbedisce alle leggi del caos, in cui piccolissime variazioni dello stato iniziale portano ad infinite soluzioni per lo stato finale siamo a cavallo…Praticamente fa come gli pare…