Di Enzo Ragusa

Si fa un gran parlare in questi anni, tra la comunità scientifica, ma non solo, di ghiacci polari che arretrano e sempre meno presenti, di neve in forte arretramento alle più alte latitudini, di mari che crescono con le loro acque che vedrebbero invadere le zone costiere e dell’ultimo anno sempre più caldo, ormai divenuto mitologia.

In realtà, se ci addentriamo nella tematica, profondamente complessa ma terribilmente affascinante, scopriamo che non è proprio così… anzi ne risulta il perfetto contrario.

Come esempio, sotto abbiamo due grafici messi a disposizione dalla blasonata Environment Canada, ente di meteorologia e di ricerca canadese, dove si può notare come l’estensione della copertura nevosa, alla data del 20 maggio 2017 risulti al di sopra della media, addirittura sopra la massima deviazione standard con media di riferimento 1998/2011.

A conferma dei grafici poco sopra, postiamo anche il grafico dell’estensione annuale della Rutgers

http://climate.rutgers.edu/snowcover/chart_seasonal.php?ui_set=nhland&ui_season=1

Anche da questo grafico possiamo notare come l’estensione nevosa dell’emisfero nord, che parte dal 1967 fino ai giorni nostri la linea standard risulti in un crescendo anche imbarazzante per coloro che caldeggiano il forte arretramento della copertura nevosa.

Nella scienza, quella vera, la teoria è un’ipotesi che deve essere necessariamente confermata dalle osservazioni, non il contrario. Se ci affidiamo completamente ai modelli matematici rischiamo di finire fuori carreggiata.

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