Di P. Gosselin – 15.9.2017

Lo scorso anno in questo periodo gli allarmisti del riscaldamento globale e i politici del socialismo mondiale erano ottimisti come sempre. Tutto, per loro, andava per il verso giusto come se nulla impedisse loro di imporre il loro regime verde. Il papa era al loro fianco, le temperature globali erano vicine a nuovi record (grazie ad un evento strong di El Nino) e Hillary Clinton sarebbe sicuramente diventata Presidente degli USA.

L’agenda dei Warmist sta per essere silurata

Con la Clinton al timone, gli Stati Uniti si sarebbero impegnati a rispettare in toto l’accordo di Parigi, con una rigorosa decarbonizzazione. Mai il sogno verde risultava così promettente. Ma poi è venuta la madre di tutti i siluri, il presidente Donald Trump.

E adesso è in arrivo un altro brutto colpo per i warmisti già gravemente danneggiati: sta rapidamente avvicinandosi La Nina. A seguito dell’evento di El Nino dello scorso anno, le temperature globali sono già cadute. Un arrivo prossimo di La Nina non farà altro che raffreddare ulteriormente il globo. Questo per loro è sorprendente perché solo pochi mesi fa gli esperti avevano predetto nuove condizioni per il ritorno di El Nino.

La Nina è prossima

Gli allarmisti del riscaldamento globale sono nella pura disperazione e nel panico, come risulta dalle loro reazioni urticane ai recenti uragani. L’ultima previsione mostra un ritorno alle condizioni di La Nina (e un prossimo raffreddamento globale).

Fonte: http://www.cpc.ncep.noaa.gov/shtml

La tabella riportata sopra mostra le condizioni di La Nina che dovrebbero persistere nella primavera del 2018. Questo raffreddamento si renderà visibile nei dati satellitari con un ritardo di circa 6 mesi. Ciò significa che la temperatura globale scenderà ulteriormente l’anno prossimo, il che significa che la pausa del riscaldamento supererà i 20 anni.

Notare l’intensificazione delle condizioni di La Nina previste, a partire da adesso e visibile nel seguente grafico di NCEP per il resto dell’anno:

Il prossimo sviluppo di La Nina ha portato il meteorologo Dr. Ryan Maue a commentare su Twitter:

Non solo La Nina raffredda le temperature globali della superficie della terra, ma lo provocano anche i potenti uragani. Ieri nell’aggiornamento quotidiano di Weatherbell, Joe Bastardi ha mostrato gli effetti degli uragani Irma e Jose sulla temperatura superficiale del mare (SST).

Si noti nell’immagine qui sopra, come la fascia di acqua fredda attraversi i Caraibi e il Golfo del Messico sostanzialmente raffreddati. Solo una settimana fa i rapporti hanno abbondato su come le acque della superficie marina risultavano “calde”. Ma il tempo può modificarsi in fretta, anche se è vero che rimangono ancora notevoli quantità di calore nelle superfici oceaniche.

Un inverno rigido è previsto per l’Europa

La recente proiezione invernale per l’Europa, rilasciata da Meteociel, mostra come per l’Europa potrebbe arrivare un inverno molto freddo:

Se la previsione è corretta, potrebbe essere uno degli inverni più freddi degli ultimi anni:

Le previsioni di Meteociel/CFS del 30 agosto 2017, temperature a 850 hPa dalla media (circa 1500m) in Europa per l’inverno 2017/18. Per l’Europa si prevedono condizioni molto fredde (da sinistra a destra: dicembre, gennaio, febbraio). Fonte: www.meteociel.fr/php

Il ghiaccio marino artico rimbalza

Anche l’Artico ha mostrato una certa ripresa negli ultimi anni. Il ghiaccio marino di quest’anno a metà settembre è di circa 1 milione di kmq. oltre il minimo record raggiunto 5 anni fa.Complessivamente il ghiaccio marino artico è rimasto stabile negli ultimi 10 anni, sorprendendo gli scienziati del riscaldamento globale. Fonte: National Snow and Ice Data Center (NSIDC).

Fonte: No Tricks Zone

Enzo
Attività Solare