Di Fiorentino Marco Lubelli – 01 Gennaio 2019

Tralasciamo fino a domani l’analisi della prima ondata di maltempo dalle caratteristiche tipicamente invernali che colpirà il centro-sud dal giorno 4, al momento sembra che l’”epicentro” del maltempo possano essere le regioni comprese tra l’Abruzzo e il barese, con nevicate anche sulle coste, nella mattinata del 4 gennaio, saremo più precisi domani, oggi voglio invece soffermarmi sull’analisi comparata dei modelli europeo (ECMWF) e americano (GFS) riferiti al giorno 8 gennaio alle ore 12,00.

Differenze notevoli derivanti dal diverso peso che queste previsioni danno all’evento di strawarming che ha raggiunto tra ieri e oggi il suo apice, ricordiamo che ci vogliono circa dieci giorni perchè gli effetti del riscaldamento stratosferico si propaghino in troposfera, è evidentissimo, nella previsione del modello europeo, molto stabile in questi giorni, il formarsi in zona aleutinica di una fortissima alta pressione termica, effetto della propagazione dello strawarming al suolo, essa produce un evidentissimo split (separazione del vortice polare) con le masse gelide che migrano in minima parte verso il Canada e gli USA ed in massima parte sulla Siberia asiatica, non commentiamo il resto del run perchè quando si parla di questi eventi occorre fare un passo alla volta. Il modello americano invece vede un ricompattamento del vortice polare, dunque una previsione completamente differente. Siamo quindi di fronte ad una previsione diversa degli effetti che lo stratwaming avrà in troposfera. Se, ripeto, se, il modello europeo avesse ragione potremmo vivere una seconda decade del mese di gennaio con possibili intrusioni buraniche sul nostro paese, è infatti classica la configurazione indicata da ECMWF, con le masse di aria gelida confinate sulla Siberia pronte ad avanzare sull’Europa una volta che l’anticiclone delle Azzorre trovasse la forza per spingersi verso nord-nord-est. Continuiamo a monitorare la situazione, ogni porta rimane aperta.