Autore: Donato Barone
Data di pubblicazione: 08 Agosto 2020
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=53236

Contrariamente alle mie abitudini, questo sarà un post molto breve. Poteva essere un commento, ma credo sia necessario porre molta attenzione ad un fenomeno che caratterizza, ormai, il nostro sistema di informazione, per cui un breve articolo mi è parso più opportuno.

In questo articolo voglio mettere in evidenza il pressapochismo di certa informazione, la mancanza di approfondimento delle notizie, il sensazionalismo e, in ultima analisi, il pessimo livello dell’informazione generalista.  So che su questo blog sfondo una porta aperta, ma voglio portare l’ennesima testimonianza, riguardo al malcostume imperante.

Io non sono un glaciologo, non mi interesso di informazione a livello professionale, sono un semplice cittadino che cerca di informarsi, ma che è costretto, suo malgrado, a defaticanti sforzi per discernere nella marea di notizie che mi investe quotidianamente, ciò che è vero, da ciò che è verosimile; ciò che è improbabile, da ciò che è falso. In base alla mia esperienza, quasi ogni volta che approfondisco una notizia, mi accorgo che essa si colloca tra il verosimile e l’improbabile, per cui il mio scetticismo nei riguardi dell’informazione generalista sta aumentando in modo esponenziale.  Non potendo approfondire tutto, mi limito a prendere atto di ciò che leggo, ma non penso mai che ciò che ho letto sia vero. Non dovrebbe essere così, visto che chi fa informazione “ufficiale”, si lamenta delle false informazioni e invoca leggi draconiane contro le fake-news.

In questi giorni il caso del temuto collasso del ghiacciaio di Planpincieux, sta infestando tutti i media generalisti e sta alimentando la narrativa della crisi climatica incombente: il ghiacciaio rischia di collassare a causa delle forti oscillazioni termiche di questi giorni. Da quel poco di fisica che conosco, mi sembra alquanto improbabile che un’oscillazione di pochi gradi centigradi possa destabilizzare un volume di ghiaccio di diverse centinaia di migliaia di metri cubi, per cui nel mio cervello è risuonato il trillo di uno dei campanellini di allarme che si attiva di fronte ad un fatto palesemente eclatante.

Mi sono bastati cinque (dico cinque) minuti di ricerca on-line, per capire che tutto l’ambaradan mediatico di questi giorni rientra nel capitolo del sensazionalismo e del pressapochismo giornalistico.

Ho trovato un brevissimo resoconto di una ricerca condotta cinque anni fa sul ghiacciaio di Planpincieux che spiega in modo chiaro, semplice, elementare, oserei dire, che cosa sta accadendo. La massa glaciale che minaccia di collassare fa parte, cito testualmente la mia fonte, di

” … un ghiacciaio pensile, con il fronte in corrispondenza di una ripida rottura di pendio. La posizione, la morfologia molto acclive del fronte, e l’instabilità locale rendono impossibile l’installazione di sistemi e strumenti di monitoraggio sul fronte del ghiacciaio. Per questo motivo, prima del nostro intervento, le informazioni disponibili sui tassi di movimento e sulla dinamica del ghiacciaio di Planpincieux erano poche, frammentarie e qualitative.”

Lo studio risale al 2015 e riguarda dati raccolti a partire dal 2013. L’instabilità del fronte glaciale del ghiacciaio del Planpincieux è un fatto strutturale, legato alla morfologia del ghiacciaio e del sito su cui insiste. Ogni anno da quando sono iniziate le osservazioni, cioè dal 2013, il fronte glaciale si è mosso in modo simile a quanto sta accadendo oggi e, prima o poi, ci sarà un collasso che farà precipitare migliaia di metri cubi di ghiaccio nel fondovalle. Lo impongono le leggi della fisica, la morfologia del ghiacciaio e la circolazione idrica sub glaciale che può accelerare o rallentare un processo ineluttabile. Invito tutti, comunque, a leggere il breve resoconto citato ed a guardare i filmati, confrontandoli con quelli di oggi. Autori dello studio sono ricercatori dell’IRPI – CNR, io mi sono limitato solo a segnalare il loro lavoro e ad esprimere qualche considerazione.

Domanda retorica finale: perché nessun giornalista ha reputato necessario approfondire l’argomento, prima di scrivere gli inverecondi articoli di questi giorni?