Di Alessandro Demontis – 5 Settembre 2021

LE PRESUNTE VALIDAZIONI DELL’ HOCKEY STICK


Nonostante tutte le controversie legate alla vicenda, ancora molti studiosi e molti magazine scientifici e divulgativi continuano a proporre l’Hockey Stick ed a ritenerlo attendibile e conclusivo. Un famoso sito italiano di ambientalisti warmisti, Climalteranti, ha proposto nel 2013 un articolo intitolato “Quindici anni di mazze da hockey” [7] nel quale un docente di Fisica (Riccardo Reitano) sostiene che la Hockey Stick di Mann et al sia stata nel corso degli anni validata da numerosi studi. Reitano, ovviamente, fornisce una serie di link a studi verificabili, e fornisce una immagine riassuntiva, che riportiamo qui di seguito:

Sembrerebbe quindi che l’Hockey Stick sia stata verificata da numerosi studi verificabili. Tutto ok? Non proprio, perché ci sono due punti oscuri in tutta la vicenda.

Il 90% degli studi che pretendono di aver verificato la Hockey Stick si basa sullo stesso set di dendrocronologie utilizzato da Mann e dai suoi collaboratori, utilizzando quindi la stessa fonte inadatta selezionata ad arte. Molti di questi son diventati famosi per la loro presunta indipendenza poi dimostrata falsa in quanto utilizzavano gli stessi dataset e le stesse metodiche di regressione. Il caso più famoso di analisi indipendente fu il PAGES2K multiproxy networks, che fu prodotto in 3 versioni: nel 2013, nel 2017 e nel 2019.

Questa analisi multiproxy, alla quale partecipò anche Mann, rendendo quindi evidentemente non indipendente lo studio, presenta una serie di problematiche che qui elenchiamo:

⦁ PAGES2K e gli studi simili rimangono principalmente dipendenti da dati problematici e incoerenti sugli anelli d’albero, molti dei quali hanno un trend in discesa nell’ultima metà del XX secolo. Per estrarre una forma di mazza da hockey da dati inconsistenti sugli anelli degli alberi, gli accademici del clima, tra cui appunto gli specialisti del PAGES2K, hanno fatto ricorso a metodi ad hoc (screening ex post, orientamento ex post) che sono condannati dagli statistici tradizionali e dalla letteratura statistica, ma che migliorano la forma a mazza da hockey nella ricostruzione risultante. Lo screening e la manipolazione ex post si estendono anche ai dati utilizzati in rapporti apparentemente tecnici;

⦁ L’uso delle larghezze degli anelli degli alberi come proxy della temperatura è reso ancora più problematico dall’impatto dello straordinario “inverdimento” mondiale negli ultimi 30 anni – attribuito principalmente dagli specialisti alla fertilizzazione con anidride carbonica – sulle larghezze degli anelli . Tale effetto non é considerato in PAGES2K;

⦁ La controversa serie di stripbark bristlecone, su cui si basava lo studio Mann et al 1998, continua ad essere utilizzata nei rapporti PAGES2K, anche se il pannello NAS del 2006 ha raccomandato che tali dati vengano “evitati” nelle ricostruzioni della temperatura;

⦁ Nel loro tentativo di ottenere un grafico a mazza da hockey, gli autori di PAGES2K, come Mann et al 2008, hanno introdotto serie di sedimenti senza preoccuparsi di garantire un collegamento fisico, portando a una serie di imbarazzanti gaffe derivanti da serie contaminate da run-off di costruzione e persino da serie usate al contrario”.

Nella loro rete nordamericana (un importante set di dati che conteneva i bristlecones stripbark), c’erano 146 cronologie di anelli d’albero presumibilmente accuratamente selezionate nella rete del 2013. Ma, solo 4 anni, dopo ne vennero eliminate 124 e ne vennero introdotte 129 di nuove. La situazione é riassunta in tabella:

Questo cambio di serie non derivò da nuove serie rese disponibili tra il 2013 e il 2017, ma da un cambio del sistema di screening e orientamento ex post. Il motivo dell’eliminazione di così tante cronologie PAGES2K-2013 infatti fu l’introduzione del seguente criterio di screening ex post nella rete 2017:

Per essere inclusi nell’attuale database, i dati sugli anelli degli alberi dovevano essere correlati positivamente (P<0,05) con la temperatura locale o regionale (media dell’intero anno o durante la stagione di crescita). [13]

In altre parole, l’85% delle cronologie degli anelli degli alberi nordamericani “scelte con cura” utilizzate in PAGES2K-2013 non era correlato positivamente con la temperatura, anche con quattro possibilità (intero anno o stagione di crescita, locale o regionale). Alcune di queste serie provengono dai siti utilizzati nella ricostruzione originale di Briffa, con il suo inquietante declino nell’ultima metà del XX secolo.
Questo declino era comune a molte serie incluse nel PAGES2K-2013:

Altre cronologie smentivano invece il fatto che l’andamento in ascesa del XX secolo fosse senza precedenti, mostrando una addirittura maggiore impennata a ridosso del 1300 circa:

Per sostituire le 124 cronologie ‘scomode’, gli autori di PAGES2K-2017 cercarono nel database ITRDB (International Tree-Ring Data Bank) cronologie sostitutive con una correlazione positiva, individuandone 129. Non riportarono il numero di cronologie esaminate – sebbene sarebbe stato molto rilevante per la determinazione del significato dei dati statistici . Ci sono circa 3100 set di dati di misurazione degli anelli degli alberi nordamericani nel database ITRDB, da cui 151 (4,9%) vennero selezionati come aventi una correlazione P<0,05 con la temperatura. Approssimativamente la stessa percentuale che ci si aspetterebbe da dati casuali. Sorprendentemente, la maggior parte delle cronologie degli anelli degli alberi che sono state utilizzate sia in PAGES2K-2013 che in PAGES2K-2017 erano le controverse Graybill stripbark chronologies, che avevano impresso la forma della mazza da hockey sulla ricostruzione di Mann et al 1998 e che la NAS (National Academy of Sciences) nel 2006 aveva consigliato specificatamente di evitare nelle ricostruzioni della temperatura.
Quindi, rispetto a questi proxy più controversi, PAGES2K non costituisce studio indipendente, ma continua a fare affidamento sugli stessi dati che avevano causato precedenti controversie. Non da ultimo, segnaliamo che anche nel PAGES2K-2017 molte cronologie usate per ricostruzioni mostravano un declino di temperatura negli ultiimi decenni:

Concludiamo dunque questa sezione riassumendo:


⦁ lo screening ex post basato su tendenze proxy recenti necessariamente distorce i dati risultanti verso una forma a mazza da hockey, una critica mossa più e più volte da molti autori considerati ‘scettici’, ma non compresa da Michael Mann e dalla comunità paleoclimatica dell’IPCC;

⦁ la rete di anelli d’albero nordamericana PAGES 2017 è stata severamente selezionata tramite metodiche ‘ex post’ estraendo a piacere dati da una popolazione di dati molto più ampia: nel corso degli anni, sono state utilizzate circa 983 diverse cronologie di anelli degli alberi nordamericani in MBH98, Mann et al 2008, PAGES2K-2013 e PAGES2K-2017. Vale a dire che fu preso soltanto il 15% circa della intera disponibilità di dati (oltre 3100 set) e questo campione fu selezionato ex post, una procedura che, anche con dati casuali, avrebbe conferito l’Hockey Stick-ness a qualsiasi composito risultante;

⦁ nonostante questo severo screening ex post (sia in PAGES2K-2013 che in PAGES2K-2017), il composito di tutti i dati diversi dai bristlecones stripbark non ha mostrato alcuna Hockey Stick-ness e non rappresenta un proxy della temperatura .

⦁ PAGES2K-2013 e PAGES2K-2017 perpetuano l’uso delle cronologie Graybill stripbark, nonostante la raccomandazione del NAS Panel del 2006 che queste serie problematiche vengano “evitate” nelle ricostruzioni future. PAGES2K-2013 (come Mann et al 2008) usava tutte le 20 cronologie stripbark. PAGES2K-2017 ha continuato l’uso della maggior parte delle cronologie stripbark sia nella versione originale Graybill che in un composito più recente (Salzer et al 2014) ignorando che la ricostruzione negava la presenza di Hockey Stick e la ‘mancaza di precedenti’ dell’ ascesa dei valori di temperatura relativa nel XX secolo.

Possiamo dunque concludere che la Hockey Stick é un grafico fasullo, creato tramite metodi statistici usati fraudolentemente, e tramite la selezione ex-post (a posteriori) di dati appositamente scelti per ottenere un tipo di grafico preconfezionato. I presunti studi indipendenti che sisostiene la abbiano validata, non sono nè indipendeti nè autorevoli in quanto basati sulle stesse cronologie scelte a piacere e con manipolazione dei dati. Il metodo statistico utilizzato per produrre la Hockey Stick é inaffidabile poichè capace di produrla anche da ‘rumore bianco’ (dati casuali non correlati).

[7] https://www.climalteranti.it/2013/07/24/quindici-anni-di-mazze-da-hockey/
[13] https://www.nature.com/articles/sdata201788

Alessandro Demontis
Perito Chimico Industriale (1992)
Tecnico Ambientale certificato CEE (1997)