Del Colonnello Paolo Ernani Meteorologo – 8 Aprile 2016

In questa sede verranno analizzati tutti quegli eventi sismici verificatisi in Italia con magnitudo inferiore o uguale a 4,0 della scala Richter. Il periodo preso in considerazione va dal 1950 al 2010. L’approfondimento di quella ricerca potrebbe consentire, sia pure in modo molto lato e prudenziale, di predeterminare con un certo anticipo (quasi la metà di un ciclo solare di 11 anni) la variazione del numero dei terremoti che potrebbero verificarsi sul nostro paese. Si parla di variabilità del numero dei sismi non di intensità degli stessi. Quando anni fa è stato trattato il tema, si era partiti dall’ipotesi che nel momento in cui il sole tocca la sua massima attività tutti i fenomeni che accadono sulla sua superficie, e quindi anche sulle macchie solari, raggiungono, il questo specifico caso, la potenza più elevata. Nel caso di minima attività invece la potenza sarà chiaramente molto bassa. Nella fase di massima attività il sole emette enormi quantitativi di energia verso l’esterno. Trasportate dal vento solare nello spazio interplanetario, le particelle energetiche investono anche gli strati più elevati della nostra atmosfera. Nel momento in cui questo enorme flusso di energia giunge sul nostro pianeta genera delle forti anomalie (specie in presenza di Brillamenti particolarmente violenti).

Sotto la spinta del vento solare carico di energia, oltre ad essere più o meno deformato il campo magnetico terrestre, si generano anche delle meravigliose aurore. La contrazione e dilatazione di tale campo dà origine anche a delle interferenze sulle onde di trasmissione dei segnali radio, televisivi e satellitari che risultano così essere molto disturbati se non addirittura oscurati per breve tempo. L’insorgere di potenti Flares, (eruzioni solari o stellari, ndr) il più delle volte può provocare anche una forte instabilità del campo magnetico stesso il quale a sua volta (e questa è la nostra tesi), eserciterebbe un qualche stimolo sulle forze di bilanciamento preesistenti all’interno della crosta terrestre e quindi sulle placche tettoniche medesime. La conseguente interferenza sulle forze legate ai sommovimenti tellurici stessi provocherebbe nel contempo degli squilibri prodromi di eventuali nuovi moti tellurici più o meno intensi. Detto questo prendiamo ora in esame il lavoro di aggiornamento che abbiamo portato a termine corredato pure da tre figure che vi aiuteranno a seguire meglio quanto diremo. I dati relativi al numero dei terremoti e delle macchie solari sono tratti da una ricognizione effettuata in specifici siti scientifici. I dati grezzi delle 2 variabili in esame e cioè le macchie solari e i terremoti sono state entrambe filtrate con il sistema delle medie mobili di 11 anni al fine di eliminare le piccole onde ed evidenziare invece quelle più significative, le più importanti da esaminare.

Fig.1 – Sono riportati il numero dei sismi tramite una media mobile di 11 anni. Ne scaturisce un profilo che evidenzia un primo picco positivo di massima attività sismica verificatasi negli anni 75-76 ed un altro picco positivo di poca entità nel 2004-2005. Sempre nella stessa figura si evidenziano due picchi di scarsa attività sismica, ossia negativi. Di questi, il più importante si è manifestato intorno al 2003. Da notare infine la linea del trend che ci dice che il numero dei terremoti in 60 anni di osservazione è in graduale diminuzione.

Il grafico sui terremoti del periodo 1950-2010

Fig. 2 – Nell’esaminare il secondo grafico (fig.2) che delinea l’andamento del numero delle macchie solari, si possono notare, anche qui, la presenza di 2 picchi positivi e altri 2 negativi. Il massimo del numero delle macchie con il valore di 93,5 si registra nel 1955. Il secondo con il valore più basso di 90,6 si verifica invece nel 1984. Il periodi dove si ha invece un numero di macchie solari basso si identifica l’uno nel 1966 con un valore di 60,6 e l’altro molto più debole di 45,0 nel 2005. Anche in questo grafico è visibile una linea di tendenza in discesa verso valori minimi. Le due linee di tendenza dei 2 grafici sono, come vedremo qui sotto nella Fig. 3 decisamente paralleli tra loro. Ora se osservate con un po’ d’attenzione questo grafico è evidente la correlazione inversa delle due variabili macchie-terremoti. Correlazione inversa che si evidenzia spostando di qualche anno verso destra il grafico della macchie solari (quello in rosso).

La media mobile delle macchie solari
Anti correlazione macchie solari e terremoti

La variabile dei terremoti (curva blu) resta ferma sulla sua posizione finale del 2010 ma nel prosieguo del tempo futuro seguirà, con cammino inverso, la variabile solare sino al 2015.
Più esplicitamente se la variabile macchie solari diminuirà ulteriormente, la variabile sismi invece tenderà ad aumentare. Tale aumento si invertirà (diminuisce) qualora l’altra variabile inverta la direzione di marcia aumentando il numero delle macchie solari stesse.
CONCLUSIONI: Quando si ha un numero basso di macchie solari significa più terremoti. Al contrario molte macchie solari significa meno terremoti.