Del Colonnello Paolo Ernani Meteorologo – 3 Gennaio 2022

Anche l’ultimo mese dell’anno è ormai un ricordo. Se ne è andato e ci ha lasciati, specie solo sul finire, con temperature miti, quasi fossimo in primavera: a marzo. Gli 8°/9° gradi registrati tra il 25 e il 29 (quest’ultimo il più “caldo“ con 9,97° C.) sono temperature frequenti di quel mese. Tuttavia, nonostante l’incursione dell’anticiclone Africano sulle regioni ovest della nostra penisola, la temperatura media mensile di dicembre 2021 di 7,35° gradi C., è risultata essere in linea con la media pluriennale di 31 anni (1990/2020) di 7,40° C. Perciò niente di eccezionale. Solo una differenza di appena mezzo decimo di grado (- 0,05°). Invece rispetto allo scorso anno (dicembre 2020 tem. 7,76°), questo dicembre 2021 è stato relativamente più “freddo“ di circa 4 decimi di grado.

E ancora. Nella nostra classifica, a partire dai più freddi, questo mese finale si colloca, con 7,35° gradi, al nono posto. Tanto per la cronaca, il record del più freddo è del 1991 con 4,71° gradi. Enorme è poi la differenza termica tra di loro: ben meno – 2,64° gradi. Il più caldo è stato il 2000 con 9,11° gradi. E’ invece di un certo rilievo, il confronto tra le temperature annue del 2021 e del 2020. Il primo ha una temperatura annuale di 15,10 ° gradi, mentre l’altro misura 15,34° gradi. La differenza tra i due è di 0,24°, cioè 2,4 decimi di grado. Insomma il dicembre 2021 con i suoi 15,10° gradi è stato, insieme al 2012, il più freddo del decennio 2012/2021.

Entrambi poi, nella classifica generale di 31 anni si collocano, tra i freddi, al 12 posto. E’ altresì interessante vedere il trend di questi ultimi 10 anni (nel grafico si sono detratti 15° gradi ed evidenziati i decimi) , che come si può osservare, mostrano una tendenza in discesa. Questo fatto contrasta ed è in disaccordo con la volgata attuale, espressa dai media e Social , che vedono invece un aumento globale delle temperature dovute, secondo loro, alla Co2. Niente di più falso. Basta! E’ ora di finirla con la favola della Co2. Noi, dal canto nostro, ci impegneremo, con la nostre spuntate armi, perché tale concetto non prevalga. Non si può dare il via alla tanto strombazzata transizione ecologica del GREEN così a cuor leggero. Si stia piuttosto accorti a non prendere decisioni frettolose. E’ bene valutare ogni possibile favorevole opzione, anche il nucleare e perché no, pure le immense riserve di gas metano (a costi irrisori, 10 volte più bassi di quelli attuali che importiamo) dell’Adriatico se necessario, il che ci renderebbe indipendenti da tutti gli altri e farebbe decollare, la nostra economia, a livelli inimmaginabili. Altrimenti……….