Il clima terrestre è un sistema dinamico estremamente complesso e in continua evoluzione.
Ne risulta che la scienza del clima, stando a quanto affermano gli esperti in materia, è una delle discipline più difficili e complesse poiché il suo studio include la conoscenza di varie materie come:
geofisica, biochimica, geologia, glaciologia, geografia, oceanografia, fisica solare, planetologia, …
… ma l’elenco non è completo.
Premesso questo, possiamo affrontare alcuni argomenti attinenti al clima semplificando la risposta a una data domanda, allo scopo di arrivare a comprendere un concetto altrimenti ostico.
Proviamo quindi a prendere in esame una domanda fondamentale e molto attuale al rispetto.
Perché la temperatura globale è aumentata negli ultimi 170 anni?
La risposta semplice sarebbe la seguente:
Perché dopo 500 anni di freddo durante la Piccola Era Glaciale, cioè quel periodo di tempo iniziato circa nel 1350 d.C. e terminato grosso modo nel 1850 d.C., la temperatura non poteva fare altro che risalire in modo naturale.
Si è trattato di un fenomeno che potrebbe essere denominato “un rimbalzo fisiologico”. La temperatura non avrebbe potuto fare nient’altro che risalire; e lo ha fatto.
Infatti, quel lungo periodo con temperatura inusualmente bassa, una volta terminato poteva solo essere seguito da un successivo periodo con temperatura in ascesa, allo stesso modo in cui dopo una lunga notte fredda arriva inevitabilmente il calore del giorno.
Quindi l’ascesa della temperatura avvenuta dal 1850 a oggi, non rappresenta niente di anomalo ma anzi fa parte di un normale ciclo climatico che durante la storia piuttosto recente, per intendersi all’interno dell’Olocene, è andato ripetendosi varie volte come si può vedere in figura.
Più avanti sono riportati alcuni passaggi, estratti da articoli di eminenti studiosi, i quali con le loro pubblicazioni hanno provato l’esistenza di un periodo molto caldo attorno al 1000 d.C. denominato “Periodo Caldo Medievale” al quale ha fatto seguito un periodo piuttosto freddo denominato “Piccola Era Glaciale”.
In base a questi studi possiamo affermare che il famoso “grafico a mazza da hockey” di Michael Mann, che l’IPCC e la stampa mondiale hanno ampiamente propagandato per dimostrare il riscaldamento globale antropico causato dal CO2, è risultato essere un grafico manipolato.
Fatto ampiamente convalidato quando nel 2017 la Corte Suprema della British Columbia in Vancouver ha finalmente condannato Mann per essersi rifiutato di mostrare i dati grezzi relativi al grafico e inoltre lo ha obbligato a risarcire il Dr. Tim Ball che lo aveva denunciato per frode sui dati climatici.
Come si può notare, nel “grafico a mazza da hockey” della figura sopra non c’è traccia del “Periodo Caldo Medievale”, una falsificazione creata su misura in modo da far apparire l’era moderna come la più calda degli ultimi mille, duemila o incluso diecimila anni.
Ma al contrario, le evidenze riportate da studiosi degni di questo nome, raccontano una storia ben diversa.
Umberto Monterin, docente universitario, glaciologo e geologo insigne, direttore dell’Osservatorio Meteorologico e Geofisico del Monte Rosa, fu segretario del Comitato di Glaciologia italiano (CGI) e direttore di numerose campagne di glaciologia,
nel suo articolo:
“IL CLIMA SULLE ALPI HA MUTATO IN EPOCA STORICA?”
Tra le altre cose, scrive:
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Attualmente [in riferimento al Monte Moro (2862m.)], per quanto i ghiacciai risultino in così forte regresso come non si era mai verificato da molti secoli, sarebbe già di per sé un’impresa non facilmente attuabile il far transitare anche isolatamente un bovino oppure un mulo col proprio carico. Per conseguenza se si pensa che per contro dal XIII secolo fino certamente a tutto il XV vi transitavano centinaia di capi di bestiame e diecine di bestie da soma, non si può fare a meno di ritenere che le condizioni climatiche di allora fossero sensibilmente diverse.
Un identico confronto si può trarre per il colle del Teodulo (3322 m.) che fin da epoca indeterminata ed in modo certo nel XII secolo e nel XIII fu uno dei più importanti e più frequentati valichi fra la valle d’Aosta ed il Vallese, specialmente per il commercio del bestiame: tanto che, secondo la tradizione un tempo era cosa tutt’altro che rara vedere transitare carovane intere di 25-30 muli.
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Tali fatti naturali così concordanti fra di loro e tutti ugualmente di vasta portata ci permettono di concludere che il clima sulle Alpi anteriormente alla metà del XVI secolo fu più mite e più secco che nei secoli successivi.
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Ma aggiunge anche:
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In conseguenza tutto il lungo periodo che va dalla seconda metà del XVI secolo a oltre la meta del XIX, avrebbe corrisposto ininterrottamente un grande sviluppo glaciale quale la storia non aveva mai registrato in precedenza.
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Possiamo quindi concludere che i ghiacciai alpini non hanno mai subito in epoca storica dei progressi maggiori a quelli verificatisi negli ultimi 350 anni.
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Link: https://it.wikisource.org/wiki/Il_clima_sulle_Alpi_ha_mutato_in_epoca_storica%3F
Augusta Vittoria Cerutti, Membro del Comitato Glaciologico Italiano e docente di Geografia dell’Ambiente presso l’Università della Valle d’Aosta,
nel suo articolo:
“I GRANDI VALICHI VALDOSTANI IN ETÀ MEDIOEVALE ALLA LUCE DELLE MODERNE CONCEZIONI DI CLIMATOLOGIA”
Tra le altre cose, scrive:
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Gli studi condotti dal geomorfologo austriaco Mayr sulla scorta della datazione al C14 delle torbe prelevate a Bunte Moor in Tirolo, presso la fronte del ghiacciaio di Fernau, hanno messo in luce che dopo la forte espansione glaciale del secoli VI , VII e VIII corrispondenti ad un’epoca più fredda dell’attuale, attorno al 750 d.C. il clima cominciò a migliorare (LE ROY LADURIE, 1967, p. 240).
Di decennio in decennio il limite polare e altimetrico delle coltivazioni si estese; i passi alpini si fecero transitabili per un periodo annuale sempre più lungo e la vita in montagna cambiò in modo sostanziale. Con il trascorrere del tempo il miglioramento climatico andrà facendosi sempre più evidente e, salvo un cinquantennio freddo posto fra il termine del secolo XII e l’inizio del XIII, perdurerà fino a metà del secolo XVI dando luogo a quello che viene chiamato “Optimum climatico del Basso Medioevo” (BERGIER, 1980, pag.173).
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Link: https://www.persee.fr/doc/globe_0398-3412_1985_num_125_1_1198
Barbara Harriss, Newnham College, Cambridge,
Nel suo articolo:
“THE THEODULPASS: A HISTORY”
Tra le altre cose, scrive:
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Non c’è dubbio che tra il 1100 d.C. e il 1400 d.C. il clima del Vallese era più caldo di quello attuale. A Findelen ci sono resti di noci medievali e il toponimo “In Der Reben” sopra Zermatt mostra che i popoli germanici coltivavano la vite a un’altitudine di 2100 metri [attualmente non si superano i 1000 metri circa]. Il passo del Teodulo era privo di neve permanente e al colle si incontravano gli alpeggi di Zermatt e Valtournanche. L’analisi dei pollini ha posto l’optimum al 1280-1380 d.C.; fu probabilmente il più grande ritiro dei ghiacciai dall’ultimo periodo glaciale e segnò sicuramente l’estensione più diffusa delle mulattiere che collegavano le principali valli laterali delle Alpi Pennine.
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Hans Christian Gulløv, Department of Ethnography, archaeology, ethnohistory, Inuit culture. National Museum of Denmark.
Nel suo articolo:
“NORTHERN WORLDS– LANDSCAPES, INTERACTIONS AND DYNAMICS”
Tra le altre cose, scrive:
Un sensazionale ritrovamento sul fondo di un antico cumulo di rifiuti in Groenlandia suggerisce che i vichinghi coltivavano orzo sull’isola 1.000 anni fa.
…
Il clima della Groenlandia era un po’ più caldo di oggi, e la punta più meridionale della grande isola era lussureggiante e verde e senza dubbio tentava Eric il Rosso e i suoi seguaci. Questo li incoraggiò a coltivare parte dell’Orzo da seme che portarono con sé dall’Islanda.
I vichinghi cercarono anche di coltivare altre colture agricole. I loro tentativi di coltivare queste colture e orzo non durarono a lungo, tuttavia, poiché il clima si raffreddò nei successivi due secoli fino a quando la Piccola Era Glaciale iniziò nel 13° secolo.
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Link: https://www.academia.edu/9688345/Norse_agriculture_in_Greenland_farming_at_the_northern_frontier
Gli articoli fin qui esposti sono circoscritti all’Europa e alla Groenlandia.
Ma uno potrebbe obiettare che non possiamo considerare il “Periodo Caldo Medioevale” come cambiamento climatico globale senza verificare cosa sia successo nel resto del pianeta.
Di seguito andiamo a colmare questa lacuna.
In un articolo di vari autori pubblicato su “CO2 SCIENCE”:
“PERIODO CALDO MEDIOEVALE (SUD AMERICA)”
Tra le altre cose, si legge:
… è difficile credere che la forte sincronicità dei secoli caldi e freddi dell’emisfero settentrionale e del Sud America sopra descritti sia stata una coincidenza. È molto più realistico e ragionevole credere che sia stato il risultato di un’oscillazione del clima su scala millenaria che è di portata globale e guidata da alcuni fattori di forza che variano regolarmente.
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Zhang De’Er, National Climate Center, China Meteorological Administration,
Nel suo articolo:
“PROVE DELL’ESISTENZA DEL PERIODO CALDO MEDIEVALE IN CINA”
Tra le altre cose, scrive:
…
I documenti raccolti sulla coltivazione di alberi di agrumi eBoehmeria nivea (una pianta perenne) sono stati utilizzati per produrre mappe di distribuzione di queste piante per l’VIII, XII e XIII secolo d.C. Il confine settentrionale della coltivazione di agrumi eBoehmeria nivea nel XIII secolo si trovava a nord della distribuzione moderna. Durante gli ultimi 1000 anni, il confine del XIII secolo era il più settentrionale. Ciò indica che quello è stato il periodo più caldo in quel periodo. Sulla base della conoscenza delle condizioni climatiche necessarie per piantare queste specie, si può stimare che la temperatura media annuale nella provincia meridionale di Henan nel XIII secolo era di 0,9-1,0° C superiore a quella attuale.
…
CONCLUSIONI
Basandoci sugli studi storici riportati in questo articolo, possiamo concludere che l’attuale periodo caldo è ben lungi dall’essere il periodo più caldo degli ultimi mille o duemila o tanto meno diecimila anni.
Inoltre dobbiamo aggiungere che il periodo caldo moderno è stato preceduto da uno dei periodi più freddi (forse il più freddo) di tutto l’interglaciale corrente, fatto che ci fa comprendere meglio la ragione per questa naturale risalita della temperatura globale avvenuta negli ultimi 170 anni circa.
Il clima in passato è sempre stato in continuo cambiamento e lo ha fatto in modo del tutto naturale, quindi alla luce dei fatti sopra esposti risulta chiaro che non è necessario andare a cercare altre cause, come la CO2 di origine antropica, per spiegare il recente riscaldamento.
Al contrario, sia l’inquinamento che la deforestazione sono problemi reali sui quali dovremmo concentrare tutta la nostra attenzione allo scopo di risolverli quanto prima.