Bentrovati a questo aggiornamento sul clima prossimo venturo. Spicca in questi ultimi mesi la scomparsa della Nina, che ha avuto un ruolo determinante nell’invadenza anticiclonica in Europa e alla siccità severa degli ultimi 2 anni (meno vapore acqueo in atmosfera), che ha comportato non solo meno piogge, anche meno nevicate con ghiacciai, specie alpini, in sofferenza.
Ora tutto sta cambiando radicalmente: si intravede lo sviluppo di un episodio di El Nino intenso, il quale già in questi giorni sta apparendo prepotentemente davanti le zone costiere di Cile e Perù, espandendosi fino alla zona 3.4 di El Nino. Spiccano aree piuttosto vaste con anomalie di temperatura fino oltre 5 gradi.
I principali centri di calcolo sono tutti concordi nell’aspettarsi un episodio di El Nino strong; in particolare il modello australiano, uno dei più performanti nel prevedere le fasi Enso, attesta un episodio Enso positivo molto forte, con anomalie positive che sfioreranno i 3 gradi nel corso del prossimo autunno.
Anche altri modelli, come potete vedere, sono concordi, con alcune lievi differenze riguardo l’intensità del fenomeno.
In tale prospettiva analizziamo i cambiamenti principali a livello meteorologico su scala planetaria. Innanzitutto un fenomeno Enso così intenso porterà ad una netta riduzione degli uragani in Atlantico, viceversa un incremento, sia per numero che intensità nel Pacifico .
Probabile, complice la riduzione degli alisei, un diminuito spostamento di masse d’acqua calda dai tropici verso i mari settentrionali (circolazione termoalina indebolita) e conseguente raffreddamento specie del nord Atlantico (meno energia per gli uragani quindi).
A livello di aree continentali ci possiamo aspettare uno spostamento degli anticicloni maggiormente verso nord, ossia Canada e zone della Scandinavia-Isole britanniche.
Tanta pioggia sui settori pacifici del sud America ed in California; siccità estrema su gran parte del sud est asiatico ed in alcune aree del corno d’Africa.
Per quanto riguarda il mediterraneo, ci possiamo attendere un clima molto più dinamico del normale, con episodi di tempo perturbato superiori alla norma , complice una maggiore presenza anticiclonica sul centro nord Europa ed una storm track atlantica maggiormente orientata verso sud-est .
Tale fase Enso si prospetta oltre che intensa, piuttosto prolungata . Complice il picco di attività solare in arrivo in contemporanea, che si prefigura più intenso del previsto, con valori già oltre le proiezioni modellistiche, non mi stupirei se El Nino di quest’anno ce lo portassimo avanti fino al 2026, ossia fino alla fine del max solare.
Da notare, a sostegno di cio’ , come il prossimo anno 2024, i 4 pianeti giganti del sistema solare, ossia Nettuno-Saturno da una parte e Giove-Urano dall’altra saranno in congiunzione; tali sigizie sono in genere responsabili della formazione di grosse macchie sulla superficie solare(specie se avvengono in simultanea a max solari come questa volta) e conseguenti tempeste solari forti e frequenti.
Una situazione climatica che ricorda quella del 1789/94 e del 1939/42, entrambi periodi di El Nino molto intensi e prolungati, arrivati in concomitanza di massimi solari molto forti, dopo lunghi periodo con attività solare bassa. Da ricordare come gran parte del fenomeno del Nino e’ causato dal vulcanismo sottomarino: essendo i vulcani simili a centraline elettriche per l’elevata quantità di materiali ferromagnetici al loro interno, in situazioni di tempeste solari intense e prolungate, essi vengono fortemente eccitati . Ad esempio , nel 1792 eruttò l’Unzen in Giappone facendo 40 Mila morti (Vei 6/7) e pochi anni prima il Laki(Vei 7)in Islanda, sempre in concomitanza di un severo evento di El Nino . Da notare come anche il Pinatubo eruttò in un periodo molto prolungato di El Nino , seppur meno intenso dei 2 elencati sopra.
Da sottolineare come in Europa tali fasi temporali coincisero con inverni molto freddi e nevosi, ed a livello globale problemi alimentari ed epidemiologici assai gravi, complice il blocco dei monsoni in Asia ed Africa (agricoltura devastata in queste zone e diversi milioni di morti per fame e malattie)
Staremo a vedere, quel che e’ certo e’ che qui(Mediterraneo) torneremo a vedere un clima decisamente più dinamico in estate e più freddo in inverno: vortice polare fortemente disturbato a tutte le quote, grazie ad un maggior trasporto di ozono in sede Artica e a frequentissimi warming stratosferici dovuti ad una attività convettiva tropicale molto intensa(MJO).
A presto
Alessio