Di Fiorentino Marco Lubelli – 21 Dicembre 2023

Stiamo seguendo da qualche giorno l’evoluzione del tempo a livello emisferico per capire quando avrà termine questa ormai lunga fase secca e mite, che continua, quasi senza soluzione di continuità dall’inizio di dicembre. Oggi appare assai evidente un cambio di pattern nel vortice polare, confermato questa sera da entrambi i principali modelli mondiali (GFS-12 e ECMWF-12) che si dovrebbe realizzare con un indebolimento dello stesso e relative conseguenze che andremo a vedere nello specifico della differente visione dei due modelli. Partiamo, per capire l’evoluzione meteo-climatica di questa fine di dicembre, dall’analisi a 500 Hpa di oggi sul nord emisfero, presenteremo entrambi i modelli, che sostanzialmente, come c’è da aspettarsi quando parliamo dia analisi, combaciano.

Il vortice polare appare discretamente compatto anche se allungato, come abbiamo avuto modo di dire più volte in questi ultimi giorni, c’è una forte cellula di alta pressione sulle Azzorre, gonfiata da un core davvero caldo per il periodo, ciò determina un forte gradiente termico con il suo omologo groenlandese, dal quale fuoriescono correnti davvero forti che porteranno l’inverno nelle prossime ore sul gran parte dell’Europa, dalla Gran-Bretagna fino alla Polonia con target finale, dapprima i Balcani e successivamente, nella giornata della vigilia, sull’Ucraina. Sarà davvero una “sciabolata polare”, il tutto infatti evolverà molto velocemente con una sostituzione delle masse d’aria fredda con quelle più miti dell’anticiclone delle Azzorre in espansione sui paralleli. In Italia non subiremo affatto gli effetti di questa irruzione, a causa della traiettoria, e della velocità del peggioramento. Le masse d’aria fredda scorreranno al di là delle Alpi determinando anzi un classico effetto favonico con temperature in forte aumento da domani fino a Natale, mite su tutta l’Italia. Passando al successivo step andiamo a scoprire l’imput circolatorio che determinerà il cambio di pattern:

Viene confermata, ed ormai siamo solo a 144 ore, per cui possiamo dare questa evoluzione con una probabilità piuttosto alta di concretizzazione, il forcing di un anticiclone dinamico sull’America centro occidentale, con masse d’aria calda che andranno a “fendere” nel profondo, la compattezza del vortice polare. Sarà questo “il colpo” che determinerà probabilmente la destabilizzazione del VP per la fine dell’anno. Da notare in ECMWF la comparsa sul polo nord geografico di una zona di alta pressione, sarà molto importante per il seguito, che, come ieri, ci porta verso due diverse possibilità:

VISIONE DI GFS-IRRUZIONE POLARE MARITTIMA

Il vortice polare sotto l’azione della corrente calda sull’America centro-occidentale perde la sua compattezza, non si divide, ma inizia a mostrare diversi centri di vorticità, uno di questi affonda sull’America orientale portando la prima ondata di gelo su New York, un altro invece si dirige sulla Gran-Bretagna e, spinto dall’elevazione dell’anticiclone delle Azzorre, traslerebbe verso l’Italia, che subirebbe un’irruzione polare marittima per S.Silvestro.

VISIONE ECMWF IRRUZIONE ARTICO MARITTIMA

In ECMWF il vortice polare subisce uno split, una parte si isola sulla Groenlandia, la seconda sulla Scandinavia, il primo determinerebbe una elevazione dell’anticiclone delle Azzorre con irruzione di aria fredda pescata direttamente dalla Scandinavia. Mostriamo a puro titolo di esempio una carta di esattamente 39 anni fa, dove troviamo alcune interessanti analogie.

Il posizionamento delle masse d’aria e lo split del vortice polare è quasi identico, le differenze sono senz’altro sulla profondità del vortice polare groenlandese, molto più potente allora ed il forcing caldo che in quella circostanza avvenne più a ovest, in Pacifico. Inoltre l’alta pressione che determinò lo split fu, come tutti sappiamo, l’effetto di uno straordinario strat-warming che ad oggi, nessun modello prevede. Quella dinamica portò ad una delle più eclatanti irruzioni di gelo che la storia recente ricorda. Nel nostro caso, si tratterebbe probabilmente, solo di una intensa azione fredda, per l’inizio del prossimo anno. Vedremo, le dinamiche invernali in questo frangente, almeno nelle previsioni a lungo termine, non mancano.

Fonte : Progetto Scienze