Gli scienziati: “Questi risultati richiedono una riconsiderazione fondamentale” dell’attuale narrativa sul cambiamento climatico causato dall’uomo


Articolo di Adrian Norman – 24 Settembre 2024

I dati dell'IPCC mostrano che l'attività umana non causa l'aumento della temperatura globale

I dati di un rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) suggeriscono che la tendenza al riscaldamento della Terra negli ultimi due decenni potrebbe non essere attribuibile all’attività umana.

Gli esperti che analizzano il rapporto indicano i cambiamenti nell’albedo del pianeta – la frazione dell’energia solare riflessa dalla Terra – come il fattore che guida l’aumento delle temperature globali.

Le fluttuazioni dell’albedo hanno fatto sì che la Terra rifletta meno energia solare e ne assorba di più, portando alla tendenza al riscaldamento spesso citata da attivisti, sostenitori e responsabili politici focalizzati sulla lotta al cambiamento climatico.

Poiché i leader globali perseguono sempre più politiche aggressive per mitigare il cambiamento climatico, i dati che suggeriscono che l’attività umana non è il motore principale potrebbero rimodellare le politiche pubbliche in tutto il mondo.

In una recente intervista con SCNR, Ned Nikolov, Ph.D., uno scienziato specializzato in clima, cosmologia e astrofisica, ha espresso preoccupazione per l’integrità dei rapporti dell’IPCC, accusando il gruppo di manipolare i dati climatici.

La ricerca di Nikolov, basata sui dati satellitari del progetto Clouds and the Earth’s Radiant Energy System (CERES) della NASA, rivela che l’IPCC ha travisato le tendenze della radiazione solare e delle onde lunghe invertendo i dati.

Sostiene che invece di rappresentare accuratamente che la Terra sta assorbendo più energia solare a causa della ridotta copertura nuvolosa – un’osservazione supportata dalla NASA – l’IPCC ha alterato i dati per mostrare il contrario, suggerendo una minore quantità di energia solare assorbita.

Nikolov sostiene che questa inversione dei dati non è casuale e suggerisce che l’IPCC potrebbe aver deliberatamente falsificato questi dati per adattarli alla narrativa ampiamente accettata del cambiamento climatico causato dall’uomo.

L’IPCC non ha risposto alle molteplici richieste di commento.

Nikolov sostiene che tutto il riscaldamento osservato negli ultimi 24 anni può essere spiegato esclusivamente dall’aumento dell’assorbimento dell’energia solare, non dall’aumento dei livelli di CO2 o dei gas serra.

“E questa, questa non è la mia teoria”, ha ribadito. “Proviene direttamente dai dati satellitari che la NASA ha fornito. È sul loro sito web”.

Ha anche sottolineato implicazioni più ampie per la scienza del clima, affermando che i gas serra come la CO2 hanno un effetto trascurabile sul riscaldamento globale rispetto al ruolo della pressione atmosferica.

Karl Zeller, uno scienziato del clima e ricercatore di lunga data di Nikolov, ha criticato l’interpretazione dei dati dell’IPCC, osservando che i loro modelli presentano tendenze fuorvianti invertendo le misurazioni effettive, mostrando un aumento dell’albedo.

Ha detto all’SCNR che queste discrepanze derivano dal modo in cui l’IPCC calcola le anomalie, il che cambia drasticamente i risultati.

I due scienziati hanno sviluppato un’equazione di regressione basata su dati satellitari che prevede i cambiamenti di temperatura derivanti dalle variazioni dell’input di energia solare. La loro ricerca suggerisce che il riscaldamento più recente può essere attribuito ai cambiamenti nella radiazione solare, non ai gas serra, come è ampiamente accettato.

Hanno recentemente pubblicato i loro risultati sulla rivista peer-reviewed Geomatics, concludendo che i dati “misurati da CERES spiegano il 100% della tendenza al riscaldamento globale osservata e l’83% della variabilità interannuale del GSAT negli ultimi 24 anni, compresa l’anomalia di calore estremo del 2023”, che la NASA ha dichiarato essere stato l’anno più caldo mai registrato.

“Questi risultati richiedono una riconsiderazione fondamentale dell’attuale paradigma di comprensione del cambiamento climatico e delle relative iniziative socio-economiche volte a ridurre drasticamente le emissioni industriali di carbonio a tutti i costi”, hanno scritto.

Nonostante l’importanza delle loro conclusioni, Nikolov ha notato la mancanza di risposta da parte della comunità scientifica più ampia, attribuendola a interessi politici e finanziari che potrebbero ostacolare una discussione aperta sulla questione. Ha chiesto una maggiore trasparenza e un maggiore controllo dei dati climatici in futuro.

La ricerca della coppia evidenzia il potenziale collasso della narrativa del riscaldamento globale antropogenico se queste discrepanze saranno ampiamente riconosciute.

Ma Nikolov riconosce la difficoltà di sfidare un consenso globale così profondamente radicato, poiché la maggior parte dei media e delle istituzioni scientifiche sono riluttanti ad affrontare questi risultati.

Nota dell’editore: una versione precedente di questo articolo faceva erroneamente riferimento ai dati NOAA, non ai dati IPCC.

Fonte: SCNR