Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 6 Luglio 2018
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=48785

Appena qualche giorno fa abbiamo parlato dell’ultimo paper di Roger Pielke jr in cui si cerca di capire perché la discussione in materia di policy climatiche sia ormai da anni bloccata sull’approccio fideistico a scenari economici e, di conseguenza, climatici, nel migliore dei casi irrealistici, nel peggiore pura opera di fantasia. Non c’è un lavoro che affronti i temi del futuro del clima e delle sue derivate che non ponga l’accento sull’RCP8.5, ossia sullo scenario climatico peggiore che si possa immaginare, erroneamente ritenuto essere un “business as usual” ma invece addirittura più peggiorativo della totale assenza di azioni di mitigazione e decarbonizzazione.

Ma questo è un orecchio dal quale chi fa ricerca evidentemente proprio non vuol sentire. L’ultimo esempio, e c’è da star sicuri che avrà la sua bella porzione di stampa, è un lavoro che prospetta per fine secolo un costo pari al 2.8% del PIL globale (anch’esso presunto, bontà loro) generato dall’aumento del livello dei mari. Naturalmente se non saranno acquisiti gli obbiettivi di contenimento del riscaldamento globale entro 1.5 e/o 2°C rispetto al periodo pre-industriale.

Flood damage costs under the sea level rise with warming of 1.5°C and 2°C su Environmental Research Letters

Rising sea levels could cost the world $14 trillion a year by 2100 su Science Daily

Completamente incuranti del fatto che i predetti obbiettivi di contenimento sono politici e non poggiano su alcuna base scientifica, gli autori alzano ancora la posta e appoggiano le loro determinazioni sullo scenario peggiore, appunto l’RCP8.5.

C’è da chiedersi quand’è che si inizierà a ragionare sul serio su queste cose e quand’è che si accorgeranno che mentre le emissioni seguono appunto lo scenario peggiore senza mostrare alcun rallentamento, gli effetti sul clima, ammesso e non concesso che ci si voglia fidare delle simulazioni, seguono invece lo scenario migliore.

Tutto questo, come fatto notare da Pielke nel suo paper, fa un gran rumore, riceve enorme attenzione mediatica, ma continua a polarizzare la discussione su temi lontani dalla realtà e da qualsiasi possibilità di successo.

Contenti loro…