Riceviamo da Alessio, un nostro utente-collaboratore, un interessante articolo sui ghiacci artici.


Tutti i mass media dicono che il ghiaccio artico è in crisi, e che mai prima d’ora ce n’è stato così poco . In realtà, le cose non stanno affatto così…Per darvi una confutazione tangibile e incontrovertibile, riporto qui di seguito le maggiori spedizione nel circolo polare artico dal 1500 ad oggi e alla fine farò alcune considerazioni.

Willem Barents nel 1594 si avventurò nell’Artico alla ricerca di un passaggio tra i ghiacci, scoprì l’arcipelago che chiamò Spitzbergen – ossia “le aspre montagne” – e raggiunse la Nuova Zemlia. Il 13 maggio 1596 partì dal porto di Amsterdam con due navi, per il suo terzo e ultimo viaggio. Pertanto Barentsz e i suoi compagni seguirono una rotta settentrionale in mare aperto. Il 9 giugno 1596 scoprirono l’Isola dell’Orso a nord della Scandinavia, e poi raggiunsero la Nuova Zemlia dove furono presi nella morsa dei ghiacci. Barentsz, provato dalle fatiche, morì il 19 giugno 1597. I suoi compagni, invece, abbandonarono l’accampamento con le due scialuppe della nave, e raggiunsero la penisola di Kola; qui furono presi a bordo da un’altra nave olandese che transitava nella zona .L’inglese Henry Hudson effettuò tre viaggi nell’Artico, esplorò le coste meridionali delle isole Spitzbergen e nel 1611 raggiunse lo stretto e la baia che portano il suo nome: era convinto che quella distesa d’acqua fosse mare aperto, da cui si poteva raggiungere il Pacifico. Per mesi continuò a navigare lungo le coste per trovare lo sbocco sull’Oceano finché l’equipaggio, affamato e ammutinato, lo mise a mare in una scialuppa e di lui non si seppe più nulla. Raggiunse comunque la ragguardevole latitudine di 77°45′, la più alta del suo tempo. Intanto la navigazione di Hudson alle Spitzbergen aveva aperto la strada ai balenieri inglesi: si era così innescata una sorta di guerra commerciale tra nazioni diverse, che si contendevano il monopolio della caccia alla balena. La prosperità che ne derivò fu notevole: intorno alla metà del Seicento nella regione esistevano numerosi popolosi insediamenti, tra i quali il villaggio di Smeerenberg, sulla punta nord-occidentale dello Spitzbergen(Svalbard), sembra accogliesse fino a 18.000 abitanti. Seppur con minor sistematica frequenza, lo Spitzbergen rimase meta di balenieri da tutti i Paesi nord-europei sino alla metà dell’Ottocento. Nella seconda metà del Settecento svariate spedizioni nord-europee si susseguirono per esplorare il pack tra la Groenlandia e la Novaja Zemlja; prime tra tutte due inviate dalla Russia al comando di Vassili Tchitschakoff, che tuttavia dovettero desistere di fronte all’impenetrabile barriera di ghiaccio a nord dello Spitzbergen. Nel 1773 l’Ammiragliato britannico fece allestire una spedizione di due navi – la Racehorse e la Carcass, rispettivamente affidate ai comandanti Constantine John Phipps e Skeffington Lutwidge – alla quale partecipava anche il quindicenne Orazio Nelson, appena uscito dall’Accademia Navale. Le navi lasciarono il porto di Little Nore, in Inghilterra, il 4 giugno 1773 e raggiunsero lo Spitzbergen il successivo 28 giugno; furono arrestate dai ghiacci, ma solo a 80° 48′ e all’inizio di agosto poterono liberarsi dalla morsa e fare un rientro in Inghilterra. Nel frattempo, tuttavia, l’interesse commerciale per il passaggio di Nord-Ovest a nord del continente americano era scemato, di fronte alle apparentemente insormontabili difficoltà: la ricerca fu abbandonata, nonostante il parlamento inglese avesse istituito nel 1745 un compenso per chi avesse trovato il passaggio; e nonostante che alle baleniere fossero assegnati premi commisurati all’entità delle importazioni. Nel 1806 i balenieri scozzesi Scoresby, padre e figlio, armarono la Resolution e si spinsero a nord dello Spitzbergen, raggiungendo 81°30′ N di latitudine..Il passaggio a nord-ovest venne infine conquistato nel 1906, quando l’esploratore norvegese Roald Amundsen, che era salpato giusto in tempo per sfuggire ai creditori che cercavano di fermare la spedizione, completò un viaggio di tre anni su di un peschereccio per la pesca delle aringhe convertito, di 47 tonnellate di stazza. Alla fine di questo viaggio, entrò nella città di Circle, in Alaska, ed inviò un telegramma che annunciava il suo successo. La sua rotta tuttavia non era pratica dal punto di vista commerciale: in aggiunta al tempo che occorreva, alcune delle sue acque erano estremamente poco profonde. Nordenskiold, per il passaggio a Nord-Est, studiò strategicamente percorso, tempi e navi da utilizzare.
Ammiraglia della spedizione era la nave VEGA, una baleniera a vela e motore(di certo non una rompighiaccio). Essa sarebbe stata affiancata per un tratto dalla più piccola LENA e da due vapori: Exspress e Fraser carichi di carbone per rifornimento e di merci da commerciare lungo il corso del fiume Jenissei. Sarebbe stata la prima volta che un carico partito dall’Europa sarebbe arrivato sin laggiù tornando con grano, orzo ed altri prodotti. Dalle bocche della Lena in poi la Vega avrebbe proseguito da sola. La spedizione partita da Carlskroma il 22 giugno 1878 costeggiò le coste settentrionali dell’Eurasia inizialmente senza problemi poi tra nebbie fitte, ghiaccioni e pack finchè rimase intrappolata nei ghiacci a Pitlekay nella penisola dei Ciukci, in Siberia, per dieci mesi dalla fine di settembre 1878 a luglio 1879. In seguito, grazie ad una stagione estiva molto propizia, nel luglio del 1879, riuscì ad attraversare lo stretto di Bering, arrivando fino in Giappone.

Facciamo ora alcune considerazioni:

1-LE NAVI UTILIZZATE NON ERANO AFFATO ROMPIGHIACCIO;

2-SI E’ SEMPRE RIUSCITI, DAL 1500 AD OGGI, ANCHE SENZA ROMPIGHIACCIO, NEL PERIODO ESTIVO,A SUPERARE GLI 80° NORD NELLA ZONA DEL MARE DI BARENTS.

3-IL PASSAGGIO A NORD-EST OLTRE CHE ESSERE STATO COMPLETATO SENZA ROMPIGHIACCIO NEL 1879, ANNO IN CUI SI RITIENE CHE I GHIACCI FOSSERO NETTAMENTE PIU’ ESTESI DI ADESSO, E’ STATO EFFETTUATO ALLA FINE DI LUGLIO. QUEST’ESTATE, SENZA ROMPIGHIACCIO, TE LO POTEVI SOLO IMMAGINARE DI EFFETTUARE TALE PERCORSO ALLA FINE DI LUGLIO( COSI’ COME LE ESTATI PASSATE).

4- LO STESSO PER IL PASSAGGIO A NORD-OVEST, COMPIUTO DA AMULDSEN I PRIMI DI AGOSTO DEL 1906; QUEST’ANNO BISOGNAVA ASPETTARE GLI ULTIMISSIMI GIORNI DI AGOSTO PER POTERLO EFFETTUARE SENZA UNA ROMPIGHIACCIO.

Da tutto questo si evince come i dati sui ghiacci polari siano fuorvianti e ritoccando al rialzo quelli passati, si vuole far credere ad una riduzione enorme che in realtà è minima. Senza contare che le temperature nell’ultimo ventennio sono in diminuzione in molte zone dell’emisfero boreale(al di sopra dei 40° nord di latitudine) e australe(al di sotto dei 40° sud) . Una lieve tendenza all’aumento nelle zone tropicali,che, in quanto aree molto vaste , stanno mascherando il calo, dandoci temperature stazionarie negli ultimi 18 anni.

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Fig.1: grafico andamento temperature Regno Unito negli ultimi anni.
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Fig.2: andamento temperature ultimi 18 anni in Germania.

 

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Fig.3: andamento contenuto di calore degli oceani mondiali negli ultimi anni.

 

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Fig.4: andamento temperature estive negli Usa negli ultimi 80 anni.

 

E’ dagli anni ’70 che si riscontra una tendenza al raffreddamento come riportato da uno studio della Cia; il tutto, nonostante negli anni ’70 e ’80 l’attività solare fosse ancora sostenuta,(e qui entrano in gioco altre forzanti, in questo caso cosmiche, poichè la Terra sta attraversando una zona dello spazio piuttosto fredda; zona nella quale rimarrà ancora diversi decenni).

Comunque basterebbe leggere i resoconti delle spedizioni nell’artico

per capire che il riscaldamento globale è una pura invenzione. Ma cosa vi devo dire, sembra di vivere in una società che abbia ormai sotterrato la logica e la razionalità. Cosa devo dire di uno Stato, il quale avrebbe il dovere, anzi l’obbligo di aiutare e proteggere la popolazione, che promulga una legge sulle unioni civili(la quale provocherà un aggravio ai conti già in rosso dell’Inps per ben 500 milioni l’anno) mentre l’Italia è in calo demografico(ormai vero e proprio crollo; alcuni studi suggeriscono che nel 2100 la popolazione italiana sarà di soli 8 milioni) dalla fine degli anni’90, con tutte le ripercussioni sull’economia(chi pagherà ad esempio le nostre pensioni in mancanza di forza lavoro?). Un paese che non fa figli non ha futuro, eppure sembra che nessuno se ne renda conto. Oppure, chi ipotizza di legalizzare le droghe cosiddette “leggere”(che leggere non sono) con la scusa che così si toglie il monopolio alla malavita organizzata: ma le associazioni criminali non sono criminali proprio perchè spacciano questo tipo di sostanze?

Comunque, spero che quando, fra poche anni(forse già dall’inverno 2017/2018) si verificheranno stagioni simili a quelle del 1709, la gente capisca quanto sia stata presa in giro e vedrà come l’idea del progresso è solo un castello di carte, fragile. Non solo, tali inverni non restano da soli, inaugurando una sequenza di episodi polari che interessano l’Europa per i successivi decenni (come capitò successivamente al 1162, al 1408 ed al 1709).

Osservo che sono passati oramai  300 anni dal terribile inverno del 1709, per cui presto potrebbe verificarsi un evento di uguale o simile portata . La nostra civiltà, all’apparenza progredita, è  più fragile di un tempo rispetto ad eventi naturali di questo genere. Prima si era tutti autosufficienti da un punto di vista alimentare(società rurale) ed energetico( tutti avevano il caminetto).

Il pensiero va ai black-out elettrici, alla difficoltà nell’approvvigionamento di gas naturale dall’Est europeo e dal mare del Nord se si ghiacciasse, per non parlare degli enormi danni economici che deriverebbero dalla distruzione di intere foreste e di coltivazioni arboree, o per il blocco del traffico dovuto alla neve(le automobili senza antigelo rischiano di rovinare il motore e divenire inutilizzabili), del trasporto merci per il gelo dei porti, aeroporti ecc. ecc. Le città, in mancanza di rifornimenti, sarebbero quelle a soffrire di più.

Si potrebbe auspicare che la cosa non si ripeta, ma tale ciclo trecentennale ha colpito come un orologio nell’ultimo millennio, e niente fa pensare che non prosegua con questa ciclicità, tutt’al più ora con il profondo minimo solare in arrivo e la condizioni critiche in cui versa la Corrente del Golfo.

 

Alessio