Il terreno sotto la calotta di ghiaccio si è alzato di circa 20 centimetri da quando la turbolenza si è manifestata nel Bárðarbunga. Le intrusioni di magma si sono estese verso nord-est. Il Geofisico Thora, ritiene che vi sia stato qualche ostacolo o una riduzione di afflusso di magma.

I terremoti, quasi 5.000, segnalati dal sismometro presso il distretto vulcanico del Bárðarbunga, sono andati avanti per quasi una settimana.
Ieri, poco prima di mezzanotte si è verificato il più grande sisma di magnitudo 4.7. Questa mattina alle 6,00 si è verificato un altro terremoto di magnitudo 3.5. Generalmente i ricercatori interpretano questi grandi terremoti, come causa della riduzione di pressione nella camera magmatica o per le esigenze della diga, ma più probabilmente a causa dei due fattori.

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Le misurazioni dell’università islandese di geofisica, presso la stazione GPS di Dyngjuhálsi, hanno mostrato una divergenza di più di 20 centimetri, almeno dieci volte superiore alla fase normale.
Il movimento dello sciame verso nord-est è responsabile dell’intrusione di magma, e il parziale blocco è dovuto a qualche ostacolo, che al momento non riesce ad essere superato, la frattura comunque ha dimensioni importanti, circa 25 km.

Secondo il modello scienze della Terra, la stima della portata della camera magmatica è praticamente raddoppiata, nel precedente articolo si parlava di 80-90 milioni di metri cubi, ora sono diventati ben 200 milioni di metri cubi. Gli ultimi 2 giorni hanno veramente creato un possibile nuovo scenario in caso di eruzione. In termini di VEI index (indice dell’esplosibità vulcanica) abbiamo un ipotetico VEI 4, con possibilità di VEI 5.

ENZO-ANDREA
ATTIVITA’ SOLARE