Di Anthony Watts – 19 settembre 2018
Comunicato stampa
Quasi sette anni fa, il 7 dicembre 2011, la Free Law Environmental Clinic (FME Law) aveva cercato record pubblici dall’Università dell’Arizona in relazione alla ricostruzione della temperatura di Mann-Bradley-Hughes che assomiglia a una mazza da hockey e allo sviluppo di un rapporto Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Al tempo rifiutarono gran parte della richiesta e la legge FME gli fece causa. Ora (il 18 settembre 2018) il consulente legale per l’Università ha informato la FME Law che erano stati condotti, che avrebbero ritirato il ricorso alla decisione del tribunale di primo grado, chiuso il caso e divulgato i documenti.
Inclusi nel comunicato ci saranno e-mail che, ad esempio, forniscono il contesto completo delle discussioni tra Michael Mann e colleghi e Chick Keller sul fatto se ci fosse un periodo caldo medievale e un po’ di glaciazione. Mann, Bradley e Hughes (MBH) furono gli autori del grafico “hockey stick” che divenne l’icona dell’allarmismo climatico. Il Dr. Keller era, all’epoca, Direttore dell’Istituto di Geofisica e Fisica Planetaria presso il Los Alamos National Lab e affiliato con l’Università della California a San Diego, e voleva riconciliare dati che sembravano smentire i documenti del MBH. Anche all’interno di questa raccolta ci sarà la discussione completa sugli eventi che circondano uno sforzo per rimuovere gli editori di riviste che desiderano pubblicare documenti sottoposti a revisione paritaria che contraddicevano l’MBH e documenti correlati sui quali è stato costruito l’allarmismo climatico. Questa raccolta di e-mail è particolarmente importante in quanto forniscono il contesto completo delle e-mail di Climategate che sono state descritte come “cherry picking”.
L’università perse la causa nella corte di giustizia quasi esattamente due anni fa. Il 19 settembre 2016, l’Onorevole James Marner che ha governato
“[L’Università] non ha soddisfatto il suo carico giustificando la sua decisione di trattenere le e-mail oggetto. Nel fare questa constatazione, la Corte non ignora i ripetuti “effetti agghiaccianti” sollevati nelle dichiarazioni giurate e nelle memorie. Tuttavia, la Corte conclude che questo potenziale danno è speculativo nella migliore delle ipotesi, e non supera la presunzione che favorisce la divulgazione di documenti pubblici contenenti informazioni su un argomento come importanti e di vasta portata come il riscaldamento globale e le sue potenziali cause.
Quasi un anno dopo, il 30 novembre 2017 e dopo un terzo viaggio alla Corte d’Appello, il giudice Marner chiarì e riaffermò la sua decisione. L’università ha nuovamente fatto appello. La legge FME, tuttavia, non era disposta ad aspettare ulteriormente. Sotto la legge dell’Arizona, la legge FME è stata autorizzata a ottenere le e-mail sulle scienze del clima che cercava, nonostante l’appello. Quasi sette mesi fa, il 26 febbraio 2018, il giudice Marner ordinò all’Università di rilasciare i documenti, concedendo all’Università 90 giorni per divulgare i documenti in una forma ricercabile e facilmente leggibile.
Tre giorni prima della scadenza, l’Università ha presentato una mozione chiedendo al tribunale di “rimanere” la divulgazione dei registri pubblici mentre si appellavano al caso. In una decisione di 13 parole, il tribunale giudiziario ha riscontrato che “lo sgravio richiesto non è giustificato”. L’Università ha nuovamente presentato ricorso, chiedendo la sospensione della comunicazione da parte della Corte d’appello fino alla conclusione del ricorso in appello. Sei giorni dopo che la FME ha depositato la sua risposta, la Corte d’Appello ha emesso una decisione di sette parole: “Il ricorso in attesa di sospensione è respinto”.
Per chi volesse saperne di più: WUWT