Autore: admin
Data di pubblicazione: 06 Ottobre 2021
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=55808

Mentre “il condizionamento informato” prosegue senza sosta,  svariate evidenze tratte da letteratura scientifica recente smentiscono tale chiave di lettura

di Gianluca Alimonti e Luigi Mariani

Negli anni più recenti abbiamo assistito a un radicale cambiamento sul piano comunicazionale in quanto i media hanno iniziato a parlare di “emergenza climatica”, “crisi climatica”, catastrofe climatica” in luogo di “cambiamento climatico”. E’ inoltre evidente che tale mutazione – peraltro supportata da report prodotti da organismi internazionali come quello recentissimo sugli eventi estremi prodotto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO 2021. WMO Atlas of Mortality and Economic Losses from Weather, Climate and Water Extremes (1970 – 2019) – ) – sia stata con immediatezza fatta propria dalla classe politica, come dimostra la passerella di personaggi politici di primo piano alla cinque giorni sul clima di Milano, che vede la presenza della profetessa per eccellenza della crisi climatica, Greta Thunberg. Il riferimento a Greta evidenzia un ulteriore aspetto caratteristico di questa nuova fase comunicazionale e cioè il fatto che, come testimonial della crisi climatica, sono sempre più spesso chiamati adolescenti privi di capacità critica rispetto a preconcetti (ad esempio la CO2 vista come inquinante e l’uomo visto come distruttore dell’ecosistema) che vengono oggi diffusi a piene mani e senza alcun contraddittorio con ricercatori che sulla base di dati e di lavori scientifici propongono visioni assai meno catastrofiche. A quest’ultimo proposito, particolarmente negativa è stata la diffusione di un’analisi a nostro avviso fortemente inaccurata (Alimonti, 2014a e 2014b) e secondo la quale il 97% della comunità scientifica aderirebbe ai concetti propri della teoria AGW, il che ha di fatto escluso dal dibattito coloro che nella comunità scientifica sono portatori di visioni diverse rispetto a quelle funzionali all’idea di “catastrofe climatica”.

Dalla temperie iper-giovanilista che vuole gli adolescenti al centro del dibattito è fra l’altro nato il movimento dei Fridays for future, che intende incidere sulla politica facendo adottare misure draconiane per fermare la catastrofe incombente. Il problema di fondo di tale movimento è che esso vive di slogan (“non abbiamo un pianeta B”, “il tempo è ormai esaurito”, ecc.) e che al contempo è assolutamente insensibile a evidenze scientifiche distoniche rispetto a tali slogan, come abbiamo noi stessi colto a seguito di tentativi di contatto operati di recente.

Per cercare di richiamare alla necessità di guardare ai dati osservativi nella loro interezza e di interpretarli senza preconcetti ideologici abbiamo provato a sintetizzare in una tabella una serie di evidenze scientifiche frutto di bibliografia molto recente. Tali lavori scientifici evidenziano a nostro avviso l’assenza di una “crisi climatica” e ci inducono a pensare che sarebbe interessante sviluppare un dibattito sereno e non ideologico su quanto da essi emerge. Tale dibattito sarebbe tutt’altro che irrilevante sul piano pratico in quanto orientare le politiche in ambito energetico, agricolo, ambientale, sanitario, trasportistico, ecc. fondandole sul concetto di “crisi climatica” significa falsare le priorità e compiere errori di pianificazione che in futuro sono destinati a segnare non poco le nostre vite. Dubitiamo tuttavia che un tale dibattito possa mai aver luogo in quanto uno dei principali paradigmi della nuova fase comunicazionale prevede che chi esprime dubbi sulla catastrofe climatica prossima ventura non abbia voce sui media e nel pubblico dibattito.

Fenomeni e indicatori di rispostaEvidenze da dati osservativi con relativi riferimenti bibliografici
Temperature globaliDal 1850 manifestano un trend all’aumento, seppur con fasi di crescita (es: 1910-1950) alternate a fasi di decrescita (es: 1950-1977). In complesso l’aumento registrato è stimato in +1,2°C del 1850 ad oggi (Climate Research Unit, 2021).
Ondate di caldoLa tendenza globale riferita alle serie storiche 1951-2017 indica un aumento in frequenza  ma non in intensità (Perkins-Kirkpatrick and Lewis, 2019)
Venti estremiPer i venti con velocità superiore a 10 m/s la tendenza riferita alle serie storiche 1973-2019 è lievemente negativa per tutti gli areali mondiali (Zeng et al., 2019).
Cicloni tropicaliLe osservazioni globali non mostrano tendenze significative sia nel numero sia nell’energia rilasciata dai cicloni tropicali negli Stati Uniti e in altre regioni del globo (Diamond and Schreck, 2020; Loehle and Staehling, 2020; Xiang et al, 2020). La serie storica statunitense è particolarmente rilevante in termini conoscitivi in quanto copre gli ultimi 160 anni.
TornadoLe serie storiche più accurate disponibili a livello mondiale sono quelle USA (1950-2021).  Da esse si deduce che l’aumento nel numero di tornado dal 1950 a oggi è interamente dovuto a eventi deboli (EF0-EF1 secondo la scala Fujita), che in passato sfuggivano spesso all’osservazione mentre oggi sono più facilmente identificati. Al contrario i tornado da forti a violenti (categorie da EF-3 a EF-5), non mostrano aumenti significativi nel tempo.
Precipitazioni estremeLa recentissima analisi di Sun et al. (2021) realizzata su un totale di 8326 stazioni pluviometriche distribuite sull’intero globo per il periodo 1950-2018 mostra che l’89% delle stazioni presenta intensità pluviometriche stazionarie, il 9% presenta un aumento di intensità e il 2% un diminuzione della stessa. L’area mediterranea manifesta un generalizzato calo di intensità delle piogge estreme confermando con ciò i risultati dell’analisi di Mariani e Parisi (2014). A ciò si aggiunga che l’analisi di Libertino et al (2019) su 5000 stazioni dell’area italiana indica l’assenza di trend in intensità e frequenza degli eventi estremi per oltre 90% delle stazioni indagate.
Ghiacciai montani europeiSono in generale arretramento salvo casi specifici (es: Scandinavia) ove la crescita in volume è spinta dalle più intense precipitazioni nevose proprie della fase climatica odierna alle alte latitudini (EEA, 2021 a). L’arretramento attuale ripropone situazioni più volte verificatesi dopo la fine della glaciazione di Wurm  (Goering et al., 2011), ad esempio durante il grande optimum postglaciale, fra 8500 e 5500 anni fa (Gabrielli et al., 2017).
Ghiacci marini articiDopo il consistente regresso del volume dei ghiacci registrato fra 1988 e 2010, il volume si è poi stabilizzato come attestano i dati del Pan-Arctic Ice Ocean Modeling and Assimilation System (Piomas, 2021).
Livello marinoLe misure con mareografi indicano che il livello marino è aumentato di 19 cm dal 1900 a oggi. La crescita per il periodo 1993-2019, per il quale sono disponibili misurazioni satellitari, è stata di 3,1 mm/anno e nel periodo 2010-2019 ed è salita a 4,4 mm/anno (EEA, 2021 b).
SiccitàLa siccità è un concetto complesso, per cui si parla di siccità meteorologica, idrologica, agronomica ed ecologica. Limitandoci alla sola siccità agronomica (carenza idrica per le colture agrarie), Kogan et al (2020) hanno analizzato le sue tendenze globali utilizzando dati da satellite periodo 1981-2018. I risultati mostrano che per l’intero globo, negli emisferi e nei principali paesi produttori di grano (Cina, USA e India) la siccità nel periodo indagato non si è intensificata e/o ampliata arealmente.
Eventi alluvionaliUn lungo elenco di studi mostra l’assenza di evidenze stringenti circa l’aumento della magnitudo delle inondazioni, mente alcuni studi indicano il prevalere delle diminuzioni sugli aumenti. Si veda ad esempio Sharma et al. (2018).
Rese delle grandi coltureMais, riso, soia e frumento sono le 4 grandi colture che garantiscono il 64% del fabbisogno calorico globale dell’umanità. L’analisi delle serie temporali delle loro rese medie globali (t/ha) per il periodo 1961-2019 (Faostat, 2021) mostra un trend di incremento annuo lineare molto robusto e pari rispettivamente a +3,3%, +2,4% +2,6% e +3,8% (Alimonti et al., 2021). I principali driver di questo trend sono il progresso tecnologico e la fertilizzazione carbonica. L’analisi dei residui fatta dopo avere sottratto la componente di trend mostra che gli effetti degli eventi estremi sulla produttività agricola non sono aumentati dal 1961 ad oggi (Alimonti et al., 2021).
Global greeningLa biomassa vegetale globale è aumentata del 31% dal 1900 ad oggi per effetto degli aumentati livelli atmosferici di CO2 (Campbell et al., 2017).  Un tale fenomeno non sarebbe possibile in presenza di un accresciuto impatto negativo degli eventi meteorologici estremi sugli ecosistemi naturali e agricoli.
Catastrofi naturaliLa serie storica dei disastri naturali dal 1900 ad oggi (dataset EM-DAT del Center for Research on the Epidemiology of Disasters dell’Università Cattolica di Lovanio) evidenzia che i disastri naturali erano molto pochi fino a metà del secolo scorso, quando è iniziata una crescita improvvisa che si arresta verso la fine del XX secolo per lasciare poi il posto a una leggera diminuzione che interessa ain particolare i disastri di origine meteo-climatica. La crescita registrata dal 1950 al 2000 viene attribuita alle maggiori capacità di reporting (Scheuren et al., 2007).
Mortalità da catastrofi naturaliLa serie storica dal 1900 ad oggi (dataset EM-DAT del Center for Research on the Epidemiology of Disasters dell’Università Cattolica di Lovanio – https://ourworldindata.org/natural-disasters) indica che la mortalità media annua è passata dai 309481 morti del periodo 1900-1950 ai 120683 del periodo 1951-2000 ai 64273 del periodo 2001-2020 (un quinto di quelli che si avevano nel 1900-1950. Tutto ciò nonostante vi sa stata una crescita imponente della popolazione mondiale, passata dagli 1,5 miliardi del 1900 ai 7,5 miliardi attuali.

Bibliografia

Alimonti, 2014a. A proposito del consento sull’AGW, su Rivista SIF, https://www.sif.it/static/SIF/resources/public/files/opinioni/op_2105_alimonti.pdf

Alimonti, 2014b.  About “scientific consensus on climate change”, Europhysics News, Volume 45, Number 5-6, September-December 2014, DOY https://doi.org/10.1051/epn/2014500 https://www.europhysicsnews.org/articles/epn/abs/2014/05-06/epn201445-5-6p24/epn201445-5-6p24.html

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Climate Research Unit, 2021. Hadcrut4 global dataset, https://crudata.uea.ac.uk/cru/data/temperature/

Diamond H. J. and Schreck C. J., 2020. State of the climate, Bullwetin of the American Meterological society.

EEA, 2021 a. Glaciers https://www.eea.europa.eu/data-and-maps/indicators/glaciers-2/assessment

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Faostat, 2021. http://www.fao.org/faostat/en/

Gabrielli, et al 2017. Age of the Mt. Ortles ice cores, the Tyrolean Iceman and glaciation of the highest summit of South Tyrol since the Northern Hemisphere Climatic Optimum, The Cryosphere, 10, 2779-2797, doi:10.5194/tc-10-2779-2016, 2016.

Goehring B.M., Schaefer J.M.,  Schluechter C., Lifton N.A., Finkel R.C., Timothy Jull A.J., Akçar N., Alley R.B., 2011. The Rhone Glacier was smaller than today for most of the Holocene, Geology, July 2011; v. 39; no. 7, 679–682.

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Sharma A., Wasko C., Lettenmaier D.P., 2018. If Precipitation Extremes Are Increasing, Why Aren’t Floods?, Water Resources Research, https://doi.org/10.1029/2018WR023749Citations: 131

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