Sarete probabilmente sorpresi da quello che leggerete da questo articolo. Per una volta, lo scopo non è demolire la teoria del riscaldamento globale o, più recentemente ribattezzata, teoria del cambiamento climatico – nel sito trovate innumerevoli fonti che lo dimostrano. Alcune volte è necessario entrare in una teoria verso la quale si nutrono forti dubbi e provare a vedere che tipo di dibattito è in corso. Ecco, oggi, l’argomento è un po’ questo.

Mi è stato segnalato questo articolo, che tratta – stando al titolo – di come gli scienziati siano dubbiosi sulle potenzialità delle tecnologie per la rimozione della CO2 dall’atmosfera.

Bastano le prime righe per rendersi conto che il paradigma di riferimento è quello del cambiamento climatico. Il punto interessante dell’articolo, tuttavia, è la mancanza di accordo sulle modalità per tentare di ridurre la quantità di carbonio in atmosfera: sembra che la maggioranza degli scienziati stia riponendo grande fiducia in queste tecnologie su larga scala – ma che devono ancora essere progettate e messe in atto – contro alcune voci fuori dal coro che invece puntano l’attenzione sul fatto che aspettando nel futuro, si sta perdendo tempo nel presente:

Contare su un futuro massivo impiego delle tecnologie di rimozione della CO2 è come mangiare grandi quantità di dolci oggi, con una grande speranza di liposuzione domani”, ha detto Chris Field, professore di biologia e di scienza dei sistema della Terra e direttore dello Stanford Wood Instituite per l’Ambiente.

E’ interessante, poiché si è portati a pensare che gli scienziati che sostengono il cambiamento climatico siano un gruppo compatto e sintonico. Nella realtà, così non sembra essere. Altre voci furi dal coro:

I modelli che generano possibili traiettorie future a proposito della mitigazione del cambiamento climatico scommettono sulla rimozione del carbonio su scala planetaria nella seconda metà del secolo”, ha detto Kathrine Mach, ricercatrice anziana alla Stanford’s School of Earth, Energy & Environmental Sciences. “Per i decisori politici che stanno cercando di limitare i danni peggiori derivanti dal cambiamento climatico, la scommessa è imprudente” [grassetto mio, ndr].

I ricercatori non rifiutano la rimozione della CO2, invece discutono del fatto che ci sono importanti opportunità su corto termine per la rimozione di carbonio su piccola scala, spesso associati ad altri benefici per la natura e le persone, e bisogni essenziali attuali per sviluppare le tecnologie del futuro. Ma una massiccia fiducia nell’energia della biomassa con la cattura del carbonio e il suo stoccaggio potrebbe richiedere enormi estensioni di terre [grassetto mio, ndr]. Per esempio, contare sulla tecnologia che permetta di contenere l’aumento della temperatura [rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ndr] di 2 gradi Centigradi o meno richiederebbe l’utilizzo di terreni produttivi che variano dal 25 al 80% dei terreni coltivabili, equivalente al 8% circa delle distese di terra mondiali.

“Questo pone la mitigazione del cambiamento climatico, la sicurezza globale del cibo e la protezione della biodiversità in rotta di collisione, senza facili vie di uscita”, dice Field.

L’articolo si conclude, sottolineando nuovamente la necessità di fare qualcosa nell’immediato, senza aspettare di avere le tecnologie del futuro pronte – secondo gli autori, il rischio è di perdere tempo prezioso:

“Nel tentativo di gestire i rischi legati al cambiamento del clima, abbiamo bisogno di diversificare il piano di gioco. Un piano attraente su lungo termine non è un piano e non rappresenta un buon modo per proteggere il pianeta dal quale dipendiamo”, dice Field.

Tenuto conto dell’esercizio critico che abbiamo fatto con questo articolo, avendo noi in mente i  dati reali – che ci indicano che stiamo andando verso un raffreddamento del clima – viene da sorridere: tanti sforzi ed energia per capire come fare con la CO2, quando con il raffreddamento delle acque oceaniche, la CO2 verrà naturalmente ed automaticamente immagazzinata nelle acque (per le proprietà chimico-fisiche dei gas). Il che comunque non sarà qualcosa di cui necessariamente dovremo gioire, visto che saremo agli inizi della Nuova Piccola Era Glaciale.

Sara Maria Maestroni.

Attività Solare.