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Data di pubblicazione: 11 Maggio 2017
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=44443

Anche quella di oggi è una segnalazione. Non me ne vogliano i lettori, ma non sempre si riesce a trovare il tempo per aggiungere impressioni e valutazioni, in poche parole scrivere post articolati. Per fortuna gli spunti non mancano, per cui lascio volentieri ai commenti l’onere di approfondire. Del resto impressioni e valutazioni spesso si trasformano in opinioni, con cui si corre il rischio di orientare la comprensione degli argomenti, ovvero di condizianarla, fatto questo che si dovrebbe sempre cercare di evitare. A volte ci si riesce, a volte no. Per cui con i tempi che corrono, in cui siamo letteralmente subissati da opinioni e poveri di fatti, meglio, molto meglio lasciare ad ognuno il proprio spazio di approfondimento…sui fatti.

Il fatto di oggi è la scoperta di un autentico mondo sin qui sconosciuto sotto la coltre di ghiaccio spessa anche qualche chilometro che ricopre l’Antartico. Un mondo di canali in cui scorre acqua allo stato liquido che trasporta enormi quantità di sedimenti che pare abbiano un ruolo sostanziale nel mantenimento degli equilibri del ghiaccio sovrastante.

Di queste conformazioni si aveva un’idea derivante dalle tracce lasciate sulle terre una volta coperte dai ghiacci durante l’ultima glaciazione e ora invece esposte, che però sembra fosse molto riduttiva rispetto a quanto si ritiene accada sotto i ghiacci dell’Antartico.

La parte forse interessante in termini climatici, è quella che vede la nascita e lo sviluppo di questi canali, nonché l’influenza che questi hanno sugli equilibri del ghiaccio a contatto con il mare, sussistere per centinaia di anni. Ciò potrebbe significare che quanto accade oggi alla porzione di ghiaccio a contatto con il mare risente di quanto accaduto molto tempo fa, quindi meno direttamente riconducibile alle dinamiche del clima degli ultimi decenni. Tutto questo, riporterebbe almeno in parte le valutazioni sulla possibilità di attribuire l’attualità al riscaldamento recente a discorsi a ben più ampia scala temporale, che non bisogna mai dimenticare che è riferita ad una fase di riscaldamento naturale che prende il nome di interglaciale. In poche parole, finché le forzanti orbitali non invertiranno la tendenza, il ghiaccio sul pianeta è destinato a diminuire. Quanto questa diminuzione possa essere accentuata da una forzante esogena quale quella delle attività umane è oggi meno chiaro di ieri.

  1. L’articolo di Science Daily è qui.
  2. Quello su Nature Communication qui.