Ancora non ci arrendiamo al fatto che molte persone credono che la Terra si sia scaldando per opera dell’uomo. Vogliamo spiegare, con l’aiuto del noto Dr. Tim Ball, come è nata questa ossessione per la CO2 e per il riscaldamento globale. Affidarsi ai suoi articoli è una garanzia: sono un intreccio di Storia, cronoca e Scienza. Per questo, molto difficili da riassumere. Ne riporto, quindi, la traduzione letterale.

Oggi, vedremo la parima parte di questo articolo. Nei prossimi giorni, la seconda. Come anticipavo, il nocciolo è la costruzione della bufala dell’AGW, con un accento particolare ad un paio di protagonisti, uno che ne è stato artefice consapevole, l’altro che è invece stato esempio di rettitudine, professionalità ed etica applicata al lavoro e alla Scienza.

Buona lettura!

Sara Maria Maestroni

Attività Solare.

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L’inganno del riscaldamento globale antropico, fin dall’inizio, si è basato sul fornire al pubblico informazioni scientifiche ingannevoli, false e selezionate. E’ anche basato sulla negazione plausibile, per evitare di assumersi la responsabilità rispetto all’opera volontaria di inganno del mondo.

Elaine Dewar ha raccontato, nel suo libro “Cloak of Green“, di avere chiesto a Maurice Strong cosa ci fosse di sbagliato nel pianeta. Egli ha ipotizzato che il problema siano le nazioni indstrializzate. Dewar gli ha chiesto se intendesse intraprendere la carriera politica, per cercare una soluzione. “No”, ha risposto, “non puoi fare niente come politico”. Dewar ha scritto che [Strong, ndr] aveva in mente di andare alle Nazioni Unite poichè,

Potrebbe raccogliere i prori fondi in denaro da chiunque voglia, parlare con chiunque voglia, controllare l’agenda.

In breve, non c’è responsabilità. Questo è andato avanti per tutti coloro coinvolti nell’inganno.

Gli ingani rispetto alla falsa affermazione del riscaldamento globale per opera dell’uomo (AGW) continuano. Recentemente, abbiamo assistito ad una campagna per ingannare sia fonti governative che non-governative. Ad esempio, il 28 Giugno, un gruppo democratico non-governativo, Public Citizen, lavorando attraverso due membri del programma “Public Citizen’s Climate and Energy” ha emanato un avviso “Nota per repoters e commissioni editoriali” dal titolo:

Quando gli avvisi per il caldo estremo risuonano a New York, ricordati di creare connessioni fra il caldo estremo e il cambiamento climatico.

Il sottotitolo era ancora più specifico:

Il caldo estremo e l’infrangere i record di calore sono collegati al cambiamento climatico.

Abbiamo poi Benjamine Santer, che parla del “battito del cuore” stagionale della Terra. Forse è il battito dei 3 orsi di Al Gore che erano l’analogia alla sua affermazione secondo la quale la Terra non è stata così fredda o così calda, ma solo giusta. Nell’articolo orginale di Santer, l’antropomorfismo è portato all’estremo, vedendo l’ “impronta” dell’attività umana. Non sorprende che possano vedere così tanto in una volta, visto che sono 14 autori. Ricorda la selezione per inclusione di autori, nel Climategate, presenti nelle email trapelate, caso in cui Santer era una figura centrale. [L’idea è che] Più alto è il numero di autori, maggiore è la credibilità. Per non parlare [della credibilità acquisita] più è lungo il Curriculum Vitae di un singolo individuo.

Santer et al., lavorano con agenzie gevrnative del Deep State, auto-centrate e auto-perpetuanti, per rafforzare le proprie affermazioni rispetto ai cambiamenti [climatici, ndr].

Il cambiamento climatico è molto più che aumento di temperature e scioglimenti di ghiaccio. In un nuovo studio, scienziati dal Laboratorio Nazionale Lawrence Livermore (Lawrence Livermore National Laboratory, LLNL) e altre 5 organizzazioni mostrano che l’azione umana incide significativamente sul ciclo stagionale della temperatura nella troposfera, o negli strati più bassi dell’atmosfera terrestre – lo strato in cui viviamo in cui il tempo si manifesta.

La citazione da pate della testata giornalistica mostra perchè i 14 autori sono affidabili: permette loro di utilizzare l’argomento di consenso basato sul supporto di Santer al LLNL da parte di “altre 5 organizzazioni”. Entrambi i gruppi, govenrnativi e non, stanno sfruttando pattern di tempo climatico perfettamente normali e la stanno facendo franca poichè nè loro nè il pubblico comprende la climatologia e il cambiamento climatico. Santer et al., cerca di nascondere la propria ignoranza con linguaggio colorato e istrionico. Il gruppo “Public Citizen” è puramente politico e quindi non si cura della verità. C’è una differenza nella responsabilità.

Nel suo saggio, Eric Worrall ha scritto,

Ben Santer è uno dei personaggi del Climategate più variopinto. Egli ha raggiunto la notorietà dopo che la sua minacciosa email di battere Pat Michaels è stata scoperta nell’archivio del Climategate.

Non sono completamente d’accordo con il commento di Eric rispetto a Santer che ha raggiunto la notorietà sul commento a Pat Michaels. Credo che gli abbia dato la notorietà nel senso di essere un commento così non professionale fra scienziati e accademici. Il più importante fattore di notorietà per Santer e la ragione per cui ha voluto colpire Michaels è stata per la famosa debacle del Capitolo 8. Successe quasi 10 anni fa, prima che Santer raggiungesse la sua fama pugilistica come parte del noto gruppo dell’Unità di Ricerca sul Clima (Climate Research Unite, CRU). La cosa importante da tenere a mente è che molte persone che fanno parte del CRU sono anche membri del Pannello Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC).

La prima azione che ha portato allo scoperto come il Report dell’IPCC fosse manipolato ha avuto luogo durante la seconda sessione del Report nel 1995. Santer era un laureato del CRU. Tom Wigley aveva sostituito Hubert Lamb al CRU, come Lamb ha spiegato nella sua autobiografia, spostando il suo focus ai modelli climatici e allo sfruttamento politico. Wigley era il potere dietro all’intero CRU e all’IPCC. Leggendo le Email trapelate, diventa chiaro che quando c’erano dispute, scientifiche o climatiche, ci si rivolgeva a Wigley per un arbitrato. Wigley ha supervisionato il Ph.D di Santer, dal titolo “Regional Validation of General Cirulation Models” (“Validazione Regionale dei Modelli Generali di Circolazione”, ndr). Egli ha tuilizzato il 3 migliori modelli computerizzati per ricreare le condizioni Nord Atlantiche, dove i dati erano i migliori. Hanno poi creato imponenti sistemi di pressione che non esistono nella relatà – quindi egli sapeva del fallimeno dei modelli sotto le migliori condizioni fin dall’inizio.

Santer venne indicato come il principale autore del Capitolo 8 del Report dell’IPCC, dal titolo “Detection of Climate Change and Attribution of Causes” (Investigazione del Cambiamento Climato e Attribuzione di Cause”, ndr). In quella posizione, è riuscito a provare che gli umani erano un fattore a dispetto dell’assenza di evidenze. I suoi compagni autori hanno raggiunto un accordo sulla stesura finale all’incontro di Madrid. Ecco i quattro commenti su cui era stato raggiunto l’accordo:

  1. “Nessuno degli studi citati sopra mostrano chiare evidenze che possiamo attribuire i cambiamenti climatici osservati ad una specifica causa relativa all’auento dei gas serra”
  2. “Mentre alcuni degli schemi ricorrenti discussi qui hanno evidenziato la presenza di un significativo cambiamento climatico, nesuno studio ha atrtibuito positivamente tutto o una parte del cambiaemnto climatico osservato a cause antropogeniche”
  3. “Qualunque affermazione di rilevamento positivo e attribuzione di scambiamento climatico significativo rimangono controversi finchè le incertezze nella variabilità complessiva naturale del sistema climatico non verranno ridotte”
  4. Mentre nessuno studio ha preso specificamente in considerazione il problema dell’attribuzione, essi spesso tracciano alcune conclusioni di attribuzione [di causalità], per le quali c’è scarsa giustficazione”.

Ecco come sono cambiate, dopo che Santer le ha riscritte:

  1. “C’è evidenza di uno schema ricorsivo emergente della risposta climatica che viene forzata da gas serra e aerosol a base di solfato… a partire da cambiamenti degli schemi geografici, stagionali e verticali di tempratura… Tutto ciò finisce per risultare in un’influenza umana sul clima globale”.
  2. “Il corpo delle evidenze statistiche nel Capitolo 8, quando esaminato nel contesto della nostra comprensione fisica del sistema climatico, attualmente puntualizza una chiara influenza umana sul clima globale”.

Non ci è voluto molto per scoprire gli interventi di Santer. Ha richiesto una veloce copertura per procurare i lavori peer-reviewed che supportassero l’affermazione di Santer. Ha fatto la sua comparsa su Nature del 4 Luglio 1996, dal titolo “A Search for Human Influences On the Thermal Structure of the Atmosphere” (“Una ricerca per l’influenza umana sulla struttura termica dell’atmosfera“, ndr), con una lunga lista di autori – Santer, Wigley, Jones, Mitchell, Oort e Stouffer. Affermava di procurare evidenze osservative che provavano che i modelli erano accurati e che le affermazioni di Santer erano giustificate.

E’ stato a questo punto che Patrick Michaels ha conosciuto l’ostilità di Santer […]. Lui e altri hanno identificato gli errori, ma Nature ha ritardato la pubblicazione per 5 mesi, fino al 5 Dicembre 1996. Uno degli errori è stato la scelta selettiva del grafico mostrato in Figura 1 all’interno dell’intero ammontare di dati prodotti da John Daly.

Figura 1

Il grafico selezionato usato è mostrato in Figura 2. La confutazione ha permesso di produrre una normale spiegazione dello schema ricorsivo

Figura 2

Il ritardo è stato sufficiente per creare una copertura di silenzio mediatico. La Società Americana di Meteorologia (American Meteorological Society, AMS) ha spedito una lettera a difesa di Santer il 25 Luglio 1996. Si diceva che c’erano due questioni, la scienza, e ciò che la società deve fare riguardo le scoperte scientifiche e il dibattito che si ingenera. Come un tema costante per le persone al CRU, hanno affermato che la scienza dovrebbe limitarsi a dibattere all’interno di

“pubblicazioni scientifiche peer-reviewed, non nei media”.

Questo poichè erano convinti che le Email mostrassero che essi controllavano il processo di peer-reviewed e i media.

“Ciò che rappresenta importante informazione scientifica e come viene interpretata nei dibattiti politici è ina parte importante del nostro lavoro”. “Che poi è, dopo tutto, la vera ragione del mix di scienza e politica all’IPCC”.

No, non è. Daly si è riferito a questo modo di ragionare come a “scientiscmo”. E’ difficile misurare l’impatto delle azioni di Santer. Nel 2006, Dennis Avery e Fred Singer, hanno evidenziato che,

Santer ha rovesciato la scenza del clima dell’intero Report dell’IPCC a senso unico e con lei il processo politico del riscaldamento globale! La “influenza umana riscontrabile” apparentemente rivelato dall’IPCC è stata ripresa in citazioni migliaia di volte dai media di tutto il mondo ed è stato usato come il freno in milioni di dibattiti non scientifici”.

Santer non ha ammesso i cambiamenti e ha continuao a lanciare il suo messaggio di “influenza umana riscontrabile” sul palco mondiale. In accordo con una fonte, egli ha successivamente ammesso che

“…egli ha cancellato sezioni del capitolo dell’IPCC che affermavano che l’uomo non era responsabile per il cambiamento climatico”.

L’operato di Santer e il messaggio non sono stati così cruciali per spingere la falsa narrativa dell’AGW come l’apparizione di James Hansen di fronte al Senato, nel 1988. Ha comunque aggiunto grande enfasi al momento. Si può in ogni caso considerare importante poichè si è verificata in un momento in cui l’IPCC stava perdendo credibilità dopo il fallimento delle previsioni contenute nel Report del 1990. Essi hanno completamente ridisegnato il Report del 1995 con un cambiamento di scenari e proiezioni attentamente orchestarti, dando nuovo vigore al messaggio dell’influenza umana sul cambiaemnto globale. Essi hanno anche bloccato le preoccupazioni rispetto al grafico 7c del Report del 1990, che mostrava un mondo più caldo durante il periodo Caldo Medioevale. E’ stato il prologo alla storia del clima riscritta da Mann, noto come “hockey stick” (bastone da hockey).