Di Irene Rossi (2020-2022) – 19 Marzo 2023
Fin dall’antichità l’uomo ha sempre osservato con interesse lo spazio, in particolare la nostra stella e i pianeti del sistema solare. Gli astronomi hanno sempre osservato la sincronia orbitale del sistema solare. Molti studi scientifici del passato, fino ad oggi, hanno trovato relazioni tra movimenti orbitali planetari ed oscillazioni nell’attività solare.
Sono stati attribuiti diversi ciclo nell’attività solare:
Il ciclo di Schwabe di 11 anni.
Il ciclo di Hale di 22 anni.
Altri cicli più lunghi sono stati scoperti, decennali, centenari, fino ai millenari.
Osserveremo nel dettaglio il ciclo undecennale di Schwabe e proveremo a discutere su chi effettivamente può modularlo e con quale forza potrebbe farlo.
Gli scienziati, già dal passato, con Wolf fino ai giorni nostri con Scafetta, hanno attribuito un ruolo importante alla modulazione del ciclo di Schwabe alla sincronia orbitale tra Venere, Terra, Giove e Saturno.
Le mie osservazioni includono un altro pianeta che modula le fluttuazioni dei flussi magnetici polari solari: Marte.
Infatti il ciclo solare undecennale è modulato dal rapporto congiunzione/opposizione tra Venere e Marte in relazione alla posizione orbitale terrestre.
Se osserviamo un ciclo di congiunzione tra Venere e Marte equivale a circa 11 mesi terrestri. Dico circa perché l’orbita venusiana è quasi circolare, mentre quella marziana è molto ellittica, quindi, porterà asimmetria tra una ciclo e l’altro in base alle loro posizioni orbitali di partenza. Ogni ciclo di congiunzione tra i due perde circa un mese rispetto alla rivoluzione terrestre.
Questo divario verrà colmato con 12 cicli di congiunzione, cioè 12 cicli x 11 mesi = 132 mesi che equivalgono a 11 anni terrestri.
Mese terrestre di partenza | Congiunzione Marte Venere | Intervallo tempo | |
Settembre | M+V | Partenza ciclo | |
Agosto | M+V | 11 mesi | |
Luglio | M+V | 11 mesi | |
Giugno | M+V | 11 mesi | |
Maggio | M+V | 11 mesi | |
Aprile | M+V | 11 mesi | |
Marzo | M+V | 11 mesi | |
Febbraio | M+V | 11 mesi | |
Gennaio | M+V | 11 mesi | |
Dicembre | M+V | 11 mesi | |
Novembre | M+V | 11 mesi | |
Ottobre | M+V | 11 mesi | |
Settembre | M+V | 11 mesi |
La congiunzione tra i due per ritornare alla posizione di partenza in relazione all’orbita terrestre, impiegherà 11 anni. Questo è il ciclo di Schwabe.
Ma il rapporto tra Marte/Venere crea un ciclo secondario leggermente più corto.
Il mio ciclo di 10 anni (5+5)
Questo ciclo è più corto e mette in relazione il movimento che ha Venere nei confronti di Marte in relazione sempre alla posizione terrestre. Venere è più vicina alla Terra, quindi, la sua rivoluzione impiegherà meno tempo di quella marziana. Questo gioco fa sì che dalla congiunzione, per i primi 5 anni, lei anticiperà Marte fino alla sua opposizione. Dall’opposizione, nei successivi 5 anni, lei posticiperà Marte ritornando in congiunzione. Questo movimento va sempre messo in relazione alla posizione terrestre.
PRIMI 5 ANNI: ANTICIPO DI VENERE SU MARTE.
Posizione terra | Anno | |
Settembre | 2019 | Congiunzione |
Febbraio | 2020 | Opposizione |
Luglio | 2020 | Congiunzione |
Gennaio | 2021 | Opposizione |
Giugno | 2021 | Congiunzione |
Dicembre | 2021 | Opposizione |
Maggio | 2022 | Congiunzione |
Novembre | 2022 | Opposizione |
Aprile | 2023 | Congiunzione |
Ottobre | 2023 | Opposizione |
Marzo | 2024 | Congiunzione |
SECONDI 5 ANNI: RIPRESA DI MARTE DA PARTE DI VENERE.
Posizione terra | Anno | |
Settembre | 2024 | Opposizione |
Febbraio | 2025 | Congiunzione |
Agosto | 2025 | Opposizione |
Gennaio | 2026 | Congiunzione |
Luglio | 2026 | Opposizione |
Dicembre | 2026 | Congiunzione |
Giugno | 2027 | Opposizione |
Novembre | 2027 | Congiunzione |
Maggio | 2028 | Opposizione |
Ottobre | 2028 | Congiunzione |
Aprile | 2029 | Opposizione |
Questo ciclo si può anche vedere da un punto cardine terrestre. Infatti se osserviamo le schede poco sopra, vedremo che come punto di partenza ci sia sempre la posizione terrestre allo stesso punto orbitale. In questo caso settembre. Nei primi 5 anni ci sarà la congiunzione in relazione alla posizione terrestre. Nei successivi 5 anni ci sarà l’opposizione. Il salto del mese è causa della diversa orbita tra i due pianeti, una quasi circolare, una più ellittica. Questo ciclo non è perfettamente preciso, infatti la posizione terrestre, ogni 10 anni, si sposta in senso rivoluzionario.
NUMERO CICLI | CONGIUNZIONE M/V | DURATA CICLO |
1 | 7/5/1990 | inizio |
2 | 18/6/2000 | 10 anni |
3 | 18/6/2010 | 10 anni |
4 | 18/7/2020 | 10 anni |
5 | 18/8/2030 | 10 anni |
6 | 18/8/2040 | 10 anni |
7 | 22/9/2050 | 10 anni |
8 | 20/10/2060 | 10 anni |
9 | 20/10/2070 | 10 anni |
10 | 24/11/2080 | 10 anni |
totale cicli | spostamento posizione terrestre | anni in totale |
9 cicli | 6 mesi,17 giorni | 90 anni |
Come vediamo dal grafico, in 90 anni la Terra si è spostata di 6,17 mesi dalla posizione iniziale dei cicli. Considerando che nel 1994 si è avuta la congiunzione di Urano e Nettuno e intorno al 2080 avremo la loro opposizione, possiamo dire che lo spostamento della Terra, oltre a seguire il rapporto orbitale dei gioviani esterni (172 anni) in particolar modo segue Nettuno in quanto la Terra inizia il suo spostamento dall’afelio (Urano congiunto a Nettuno) fino al suo perielio (Urano opposto a Nettuno), per poi tornare all’afelio dopo circa 80 anni (Urano congiunto a Nettuno).
Quindi, lo spostamento totale terrestre è di un anno in relazione al ciclo di Jose.
Concluderemo, dicendo che il mio ciclo di 10 anni viene trascinato dal rapporto orbitale tra Urano e Nettuno. Considerando che il mio ciclo è in relazione anche al rapporto orbitale (congiunzione/opposizione) tra Giove e Saturno, possiamo dire che anche la relazione tra i gioviani interni è trascinata da quella degli esterni. In ogni ciclo di Schwabe invece, la Terra si sposta di un mese, in quanto ogni ciclo successivo inizia il mese dopo l’inizio del ciclo precedente.
Esempio:
inizio ciclo Schwabe | fine ciclo Schwabe |
7/1975 | 8/1986 |
8/1986 | 9/1997 |
9/1997 | 10/2008 |
10/2008 | 11/2017 |
11/2017 | 12/2028 |
12/2028 | 1/2037 |
1/2037 | 2/2048 |
2/2048 | 3/2059 |
3/2059 | 4/2070 |
4/2070 | 5/2081 |
5/2081 | 6/2092 |
6/2092 | 7/2103 |
7/1975 – 7/2103 sono 128 anni. Cioè la Terra per ritornare nella posizione iniziale rispetto i cicli impiega circa 128 anni. Ora osserviamo nel dettaglio il mio ciclo (5+5) di 10 anni e il suo effetto sui campi polari emisferici solari. Come si vede dai grafici i picchi hanno una cadenza che rispecchia l’opposizione/congiunzione tra Marte e Venere. Con il colore blu vengono evidenziati i picchi dei flussi magnetici solari sia negativi che positivi. Con il colore rosso vengono marcati i periodi di congiunzione (picchi positivi) e opposizione (picchi negativi) tra Marte e Venere. Con il colore giallo vengono marcati i momenti in cui i tre terrestri (Marte, Terra, Venere) si trovano in congiunzione insieme. Questa congiunzione a tre è molto importante per l’attività solare, lo vedremo più avanti.
Emisfero nord del sole:
Emisfero sud del sole:
Se poniamo sui grafici il mio ciclo decennale noteremo questo:
Noteremo che dal 1976 al 1986 la congiunzione guida la fase positiva in ambedue gli emisferi solari, depotenziando quella negativa.
Dal 1986 al 1996 la congiunzione guida la fase negativa in ambedue gli emisferi depotenziando la positiva.
Dal 1996 al 2006 la congiunzione guida di nuovo la positiva depotenziando la negativa.
Dal 2006 al 2016 la congiunzione guida la negativa e depotenzia la positiva.
Dal 2016 al 2026 la congiunzione guiderà la positiva e depotenzierà la negativa.
È logico che l’opposizione si comporterà in maniera opposta alla congiunzione, quindi avrà gli effetti opposti. Questo doppio schema spiegherebbe anche il ciclo magnetico ventennale di HALE.
Basta accoppiare i cicli. Infatti lo schema si ripete ogni due cicli decennali.
1976/1986 | Congiunzione positivoOpposizione negativo | Inversione polarità emisferiche delle fasi | Congiunzione positivoOpposizione negativo | 12/12/1979 prima inversione emisfero nord.(positivo) | Giove ¼dietro Saturno |
1986/1996 | Congiunzione negativoOpposizione positivo | Inversione polaritàEmisferica delle fasi | Congiunzione negativoOpposizione positivo | 01/08/1990 prima inversione emisfero nord(negativo) | Giove ¼ avanti Saturno |
1996/2006 | Congiunzione positivoOpposizione negativo | Inversione polarità emisferiche delle fasi | Congiunzione positivoOpposizione negativo | 07/11/1999 prima inversione emisfero sud(Negativo) | Giove ¼ dietro saturno |
2006/2016 | Congiunzione negativoOpposizione positivo | Inversione polarità emisferiche delle fasi | Congiunzione negativoOpposizione positivo | 11/06/2012 prima inversione emisfero nord ( negativo) | Giove ¼ avanti Saturno |
2016/2026 | Congiunzione positivoOpposizione negativo | Inversione polarità emisferiche delle fasi | Congiunzione positivoOpposizione negativo | Inversione dopo il 4/2023 dell’emisfero positivo nord????? | Giove ¼ dietro Saturno |
2026/2036 | |||||
2036/2046 | |||||
2046/2056 |
Come si può vedere dalla penultima colonna, notiamo che in ogni ciclo inverte sempre prima l’emisfero nord. Solo nel ciclo 23, quello con il disturbo primario, inverte prima l’emisfero sud.
Notiamo anche che la fase che inverte per prima si lega sempre alla congiunzione tra Marte e Venere. Solo con il disturbo del ciclo 23 la prima inversione segue l’opposizione tra i due. Osserviamo anche come la sincronia orbitale di un ciclo decennale segua il rapporto orbitale tra Giove e Saturno ultima colonna. Quando Giove parte dietro Saturno, la congiunzione guida il positivo, mentre l’opposizione il negativo. Quando Giove parte davanti a Saturno, la congiunzione guida la fase negativa, mentre l’opposizione la positiva.
Allego le immagini:
Qui possiamo vedere il movimento retrogrado che ha Giove nei confronti del ciclo dei 10 anni tra Venere e Marte. Questo movimento retrogrado di Giove è di circa 60 anni ma non è perfetto. Infatti tutto il movimento anticipa la posizione precedente, ci vorranno 12 cicli di 60 anni per tornare alla posizione di partenza. Notate la differente posizione di Giove nel 1976 e il 2036.
60 x 12 = 720 anni
Se prendiamo il ciclo di Jose 179 anni e lo moltiplichiamo per quattro.
179 x 4 = 716 anni.
È in sincronia con il movimento di Giove.
Osserveremo anche un’armonia nelle orbite tra Giove e Saturno che cadenza le fasi magnetiche solari.
Qui mostro l’effetto della doppia congiunzione tra i gioviani esterni con gli interni che hanno generato disturbi al sistema elettrico solare nel ciclo 23 e che si ripercuoterà nel 24 e in parte nel 25.
Il disturbo al SIM solare si vede molto bene anche nel grafico dello studio di Geoff Sharp.
Adesso parleremo dell’importanza della tripla congiunzione nell’influenzare il ciclo solare.
I tre terrestri si raggruppano in congiunzione con una cadenza ben precisa.
DATA | CONGIUNZIONE TRA I TRE TERRESTRI | INTERVALLO TRA UNA CONGIUNZIONE E L’ALTRA |
10/2007 | M+V la terra segue | 4 anni 8 mesi |
3/2012 | M+T venere segue | 22 mesi |
2/2014 | M+V la terra segue | 4anni 5 mesi |
8/2018 | M+T venere segue | 23 mesi |
7/2020 | M+V la terra segue | 4 anni 6 mesi |
1/2025 | M+T venere segue | 23 mesi |
12/2026 | M+V la terra segue | 4 anni 4 mesi |
5/2031 | M+T venere segue | 23 mesi |
4/2033 | M+V la terra segue | 4 anni 6 mesi |
23 mesi |
La congiunzione tra Marte e Venere porta un disturbo maggiore di quello tra la Terra e Marte. Vedremo come i picchi del ciclo 24 coincidano perfettamente con la congiunzione dei tre. Questo indica che la loro unione dà uno stimolo maggiore alla nostra stella, forse perché sono coloro che modulano le fasi ed averli tutti insieme, arreca un ulteriore disturbo.
Secondo la mia osservazione, dovremmo avere una congiunzione tra Marte e Venere che a maggio aumenterà il magnitudo nuovo negativo che acquisirà l’emisfero nord. L’inversione del sud avverrà a fine 2023/primi 2024. Il massimo solare lo avremo con l’unione dei tre fine anno 2024/primi 2025. Minimo solare fine del 2028 oppure fine 2029, se manterrà la cadenza con quale forza i pianeti così piccoli possono interagire con l’attività solare? Con la forza elettromagnetica.
Se osserviamo da un punto di vista gravitazionale il rapporto tra le masse dei pianeti in relazione a quella solare non ha nessun impatto determinante, specialmente pianeti piccoli come i 4 terrestri. Da un punto di vista elettrico, invece se noi considerassimo i corpi celesti, sfere metalliche (nucleo interno) carichi elettricamente e collegati dal plasma, o correnti di Birkeland, avremo lo stesso potenziale.
V1 = V2
Poiché V è lo stesso per le due sfere (Sole e pianeti), otteniamo la relazione:
Q1/Q2 = R1/R2
Questa equazione ci dice che la sfera (pianeta) di raggio minore, ha anche una carica minore, in misura proporzionale al rapporto tra R1 ed R2. Assumendo che la carica si distribuisce uniformemente sulla superficie delle due sfere (sole, pianeta), avremo una densità di carica inversa alla superficie della sfera:
O1/O2 = R2/R1
Quindi, la densità di carica è inversamente proporzionale alla carica della sfera. Anche il campo elettrico di superficie lo sarà, per questo motivo la sfera più piccola acquista un maggiore campo elettrico superficiale. Il campo elettrico ha un effetto simile al campo gravitazionale per cui il pianeta più piccolo potrebbe avere maggiore influsso nei confronti del sole? Ciò spiegherebbe anche il perché Marte e Venere guidano gli impulsi nei picchi magnetici polari solari. Secondo questo schema Mercurio sarebbe quello con maggiore effetto dato le sue dimensioni e vicinanza. Ma la sua rivoluzione, veloce, lo fa divenire un amplificatore di disturbi quando entra in relazione con gli altri tre.
Penso che nell’universo non sia solo la forza gravitazionale ad avere un ruolo molto importante, ma anche quella elettromagnetica. Secondo la scienza, la forza gravitazionale è quella che influenza i movimenti astrali.
Se prendiamo la formula gravitazionale di Newton e la confrontiamo con quella di Coulomb, noteremo che la formula è la stessa, cambia solo la carica al posto della massa dei corpi. Di differente c’è anche che le cariche possono respingersi se entrambi dello stesso segno e che la forza elettromagnetica è molto più forte di quella gravitazionale.
Osserviamo: Il secondo principio di Keplero ci dice che, un pianeta si avvicina di più al suo fuoco (sole) la maggiore forza attrattiva (centripeta) che quest’ultimo esercita sul pianeta lo porterà ad avere una maggiore velocità lineare, quindi, essendo un corpo sferico che ruota intorno ad un punto esterno, avremo una spinta vettoriale esterna (centrifuga) che sarà proporzionale alla velocità di rivoluzione del pianeta. Ciò permetterà al pianeta di non essere risucchiato dalla forza attrattiva solare, ma crea un equilibrio tra forza centripeta e centrifuga.
Ricordiamoci, però, che il pianeta ha anche un movimento rotatorio sul proprio asse, che viene rappresentato dal LOD (lunghezza del giorno) terrestre, quindi, quando il pianeta si avvicina più al Sole queste forze interagiscono sul LOD terrestre allungandolo, o accorciandolo quando si allontana.
Se osserviamo il grafico che mostra le fluttuazioni del LOD terrestre, noteremo che ogni volta che la Terra si trova all’afelio, il suo momento angolare aumenta, mentre al perielio diminuisce. Quando l’eccentricità dell’orbita terrestre porterà il pianeta ad una maggiore distanza dal Sole, oltre ad avere un più debole flusso radiativo, avremo anche una diminuzione del LOD terrestre. Quest’ultimo è importante per il clima del nostro pianeta in quanto un maggior momento angolare terrestre porta ad una maggiore forza centrifuga equatoriale e forza di Coriolis, oltre ad una contrazione della cella di Hadley (Isaac-Held). La maggiore forza centrifuga equatoriale, porterà alla risalita di acque più fresche in superficie (ENSO-). La forza di Coriolis consente una maggiore interazione con la corrente termoalina, in particolare con la corrente del Golfo e di Kuroshio (AMO+)/(PDO-).
Un LOD più corto porta pure una contrazione della cella atmosferica equatoriale di Hadley, a favore di una discesa della polare.
A questo punto le variazioni nel LOD terrestre inducono al riscaldamento o raffreddamento climatico. Un esempio ci viene dato dalla PEG.
Nel grafico sotto viene mostrata l’anomalia dell’irraggiamento solare.
Se lo confrontassimo con le fluttuazioni del LOD troveremo una sincronia.
Troveremo una sincronia anche con le variazioni della temperatura globale terrestre.
A questo proposito noteremo una relazione tra attività solare e variazioni climatiche globali terrestri, tramite un impulso diretto all’atmosfera terrestre in particolar modo alla stratosfera e un input indiretto al riscaldamento/raffreddamento delle acque equatoriali del nostro pianeta. Queste ultime sono importanti per la variazione del processo evaporativo, ma ne discuteremo in un altro documento in maniera più approfondita.
Abbiamo detto che la forza centripeta solare potrebbe essere a trazione elettrica non solo gravitazionale, lo possiamo vedere dagli ultimi anni, con un maggiore monitoraggio sia del LOD terrestre che dell’attività solare. Osservando le variazioni del LOD terrestre nella PEG possiamo notare come la Terra aumenta il suo momento angolare, non tanto perché si distanzia dal sole, ma bensì perché quest’ultimo sperimenta una fase di disturbo elettromagnetico di lunga durata che verrà meno il rapporto tra cariche nella legge di Coulomb.
Osserviamo:
Nei tre grafici sopra vengono messi a confronto l’attività elettromagnetica del sole con le variazioni del LOD terrestre. Come si può vedere dallo schema a farfalla (1° grafico) notiamo un deciso calo delle macchie solari, e in particolar modo dopo il disturbo dei quattro gioviani del 2000. La perdita di carica elettromagnetica solare ci viene confermata anche dal 2° grafico che mostra la radiazione cosmica entrante. Dato che la scienza ci dice che essa viene schermata dal campo magnetico solare, il grafico in questione ci mostra come sempre dal 2000 ci sia un calo della schermatura dell’eliosfera. Il 3° grafico invece mostra come la Terra abbia subito un input accelerativo di base dagli anni settanta ad oggi, in relazione alla diminuzione della carica elettrica solare, da qui possiamo affermare che la forza attrattiva solare è elettromagnetica.
Fine prima parte