Di Oldbrew – 24 Aprile 2024

I ricercatori affermano che l’effetto può essere sostanziale e lo definiscono “una parte importante del quadro”. Nelle condizioni ottimali di colore, angolo e polarizzazione “il tasso di evaporazione è quattro volte il limite termico”. Questo documento è stato segnalato l’anno scorso, ma è stato accettato solo il mese scorso. Il rapporto afferma: “Il fenomeno potrebbe svolgere un ruolo nella formazione e nell’evoluzione della nebbia e delle nuvole, e quindi sarebbe importante incorporarlo nei modelli climatici per migliorarne l’accuratezza, dicono i ricercatori”. Il miglior angolo di incidenza per la luce è di 45°, secondo la prestampa.

È il più fondamentale dei processi: l’evaporazione dell’acqua dalle superfici di oceani e laghi, la dissoluzione della nebbia al sole del mattino, e l’essiccazione degli stagni salati che lasciano dietro di sé sale solido, dice il Massachusetts Institute of Technology (MIT, via Phys.org).

L’evaporazione è tutt’intorno a noi, e gli esseri umani l’hanno osservata e utilizzata per tutto il tempo in cui siamo esistiti.

Eppure, a quanto pare, ci siamo persi una parte importante del quadro per tutto il tempo.

In una serie di esperimenti scrupolosamente precisi, un team di ricercatori del MIT ha dimostrato che il calore non è l’unico a causare l’evaporazione dell’acqua.

La luce, arrivando sulla superficie dell’acqua dove l’aria e l’acqua si incontrano, può rompere le molecole d’acqua e farle fluttuare nell’aria, provocando l’evaporazione in assenza di qualsiasi fonte di calore.

La nuova sorprendente scoperta potrebbe avere una vasta gamma di implicazioni significative. Potrebbe aiutare a spiegare le misteriose misurazioni nel corso degli anni di come la luce solare influisce sulle nuvole, e quindi influenzare i calcoli degli effetti del cambiamento climatico sulla copertura nuvolosa e sulle precipitazioni.

Potrebbe anche portare a nuovi metodi di progettazione dei processi industriali come la desalinizzazione a energia solare o l’essiccazione dei materiali.

I risultati, e le molte diverse linee di prova che dimostrano la realtà del fenomeno e i dettagli di come funziona, sono descritti oggi negli Atti della National Academy of Sciences, in un articolo di Carl Richard Soderberg, professore di ingegneria energetica Gang Chen, postdoc Guangxin Lv e Yaodong Tu, e dello studente laureato James Zhang.

Gli autori affermano che il loro studio suggerisce che l’effetto dovrebbe verificarsi ampiamente in natura, ovunque, dalle nuvole alle nebbie alle superfici degli oceani, dei suoli e delle piante, e che potrebbe anche portare a nuove applicazioni pratiche, tra cui la produzione di energia e acqua pulita.

L’articolo completo è disponibile qui.
– – – Credit immagine: Robert A. Rohde @ Wikipedia

Fonte : TALLBLOKE’S TALKSHOP