Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 13 Febbraio 2016
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=40531

caduta-impero-romano

Da Le Scienze e, prima ancora, da Nature Geoscience (chissà perché non da Nature Climate Change, rivista del gruppo Nature che si occupa specificatamente di clima che cambia…):

Due secoli di cambiamenti climatici e sociali

Cooling and Societal Change During The Late Antique Little Ice Age From 536 to around 360 AD

Il VI e il VII secolo DC videro grandi cambiamenti sociali nell’area Euro-Asiatica. Anni di declino di imperi e ascesa di altri, anni di pestilenze e sanguinose battaglie. Insomma, gente che, a quanto pare, si dava da fare per…scaldarsi.

Il lavoro su NGS infatti, analizzando dati proxy derivati da anelli di accrescimento degli alberi prelevati tra i Monti Altai in Russia e le Alpi Europee, ha individuato in un raffreddamento con sorprendente omogeneità spaziale occorso tre il 536 e il 660 AD, la causa o quanto meno concausa di queste turbolenze sociali. Un’epoca ribattezzata Piccola Età Glaciale Tardo Antica, più breve ma forse più incisiva della Piccola Età Glaciale (1400-1850 circa), ma parimenti difficile per strutture sociali ancora meno resilienti.

A causarla, scrivono, soprattutto tre grandi eruzioni (536, 540 e 547 AD), che avrebbero dato l’incipt ad una serie di feedback oceanici e di ghiaccio marino senza i quali gli effetti di oscuramento della luce solare non avrebbero potuto durare così a lungo, essendo noto che questi sono normalmente di breve durata. In più, questo Le Scienze non lo riporta ma Nature sì, anche un Minimo Solare definito di portata eccezionale, cioè una riduzione dell’attività solare in termini di TSI (Total Solar Irradiance).

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Qui sopra, la Figura 2 del paper che è liberamente consultabile on-line. In risalto, oltre al periodo su cui si è concentrato questo studio, la grande variabilità delle condizioni climatiche degli ultimi 2000 anni, in cui spiccano i periodi noti e meno noti di importante oscillazione delle temperature, alla faccia del clima stabile e immutato fino all’insorgere del forcing antropico.

A ripensarci bene però, ora ho capito perché è uscito su Nature Geoscience e e non su Nature Climate Change, del resto il paper comincia con le parole “Climatic changes” non “Climate Change” e non è cosa da poco. ?