Di Paul Homewood – Domenica 8 Maggio 2022

Secondo la BBC, il riscaldamento globale ha reso il nostro clima più estremo, suscitando dibattito su come i cambiamenti climatici attuali si confrontino con il passato. Alcuni critici si chiedono se sarebbe preferibile tornare alle condizioni del Minimo di Maunder (1645-1715 d.C.), un periodo di bassa attività solare noto per il suo freddo estremo. Tuttavia, un’analisi storica rivela che quel periodo fu caratterizzato da condizioni meteorologiche altrettanto, se non più, estreme, con siccità, inondazioni, carestie e pestilenze che devastarono intere regioni del mondo.

Il Minimo di Maunder: un’epoca di instabilità climatica

Il Minimo di Maunder, un periodo di ridotta attività solare, coincise con il cosiddetto Piccolo Periodo Glaciale, durante il quale l’emisfero settentrionale sperimentò temperature medie più basse. Tuttavia, i registri storici mostrano che queste condizioni non portarono a stabilità climatica, bensì a una straordinaria variabilità e a eventi meteorologici estremi. Analizziamo alcune delle conseguenze più significative registrate tra il 1645 e il 1715.

Mediterraneo orientale: siccità, piogge torrenziali e freddo estremo

La regione del Mediterraneo orientale, in particolare l’Impero Ottomano, fu duramente colpita. Negli anni 1640, 1650 e 1670, la maggior parte delle aree soffrì siccità e pestilenze devastanti. L’inverno del 1684 è considerato il più piovoso mai registrato nel Mediterraneo orientale negli ultimi cinque secoli, mentre gli inverni della fine del 1680 erano almeno 3°C più freddi rispetto a oggi. Nel 1687, un cronista di Istanbul riferì: “Quest’inverno è stato rigido come non si vedeva da tempo. Per cinquanta giorni le strade sono rimaste chiuse, impedendo alla gente di uscire. La neve ha sepolto molte case nelle città e nei villaggi. Nel Corno d’Oro, la neve ‘saliva più in alto della faccia’”. L’anno successivo, le inondazioni distrussero i raccolti intorno a Edirne, vicino ai confini della Turchia con Grecia e Bulgaria, devastando le tenute che rifornivano di cibo la capitale imperiale.

Europa: guerre, carestie e pestilenze

Nell’Impero britannico, gli anni 1640 e 1650 furono segnati da una guerra civile, aggravata da una serie di raccolti falliti che causarono carestie ed epidemie di peste. Si stima che circa 250.000 persone, ovvero il 7% della popolazione, morirono in Inghilterra, Scozia e Galles. In Irlanda, la popolazione diminuì del 20%. Nel 1655, un cronista scrisse: “Un uomo poteva viaggiare per venti o trenta miglia [in Irlanda] senza vedere una creatura vivente, tranne uomini molto anziani, donne e bambini, la cui pelle era nera come un forno a causa della terribile carestia”. In Scozia, una carestia senza precedenti fu descritta come “la peggiore mai vista in questo regno fino ad allora”.

Americhe: inverni rigidi e siccità prolungate

Dalle coste di Terranova, in Canada, alla Patagonia, nell’estremità meridionale del Sud America, le Americhe sperimentarono inverni significativamente più freddi ed estati più fresche negli anni 1640 e 1660. Nel 1675, un “anno senza estate” fu il secondo più freddo mai registrato in Nord America negli ultimi sei secoli. I raccolti scarseggiarono costantemente, e nelle Montagne Rocciose canadesi si verificò una siccità grave e prolungata dal 1641 al 1653.

Asia: siccità, tempeste e carestie

In Indonesia, tra il 1643 e il 1671, si registrò la più lunga siccità degli ultimi quattro secoli, con episodi intensi tra il 1659 e il 1664. In Russia, il 1645 portò siccità e sciami di locuste, seguite da gelate precoci e raccolti scarsi nel 1647 e 1648, causando una diffusa penuria di cibo. Nel 1645, una grande tempesta colpì Shanghai, in Cina, rompendo le dighe e distruggendo il raccolto di riso con acqua salata. In India, tra il 1658 e il 1660, un fallimento dei monsoni provocò una carestia devastante nel Gujarat, decimando la popolazione.

Altri eventi estremi in Europa e oltre

L’Europa fu teatro di numerose catastrofi: nel 1646, una tempesta devastò Olanda e Danimarca, causando inondazioni che annegarono 110.000 persone. In Ucraina, il rigido inverno del 1645-1646 portò nevicate abbondanti e gelate, seguite da piogge torrenziali che resero le strade impraticabili e distrussero i raccolti. In Francia, il 1651 vide inondazioni catastrofiche, con fiumi come la Senna e l’Isère che strariparono, lasciando sabbia alta metri nelle strade. In Inghilterra, il Tamigi si congelò nel 1648-1649, e il Grande Incendio di Londra del 1666 fu aggravato da un’estate eccezionalmente calda e secca. In Italia, piogge incessanti nel 1645 devastarono Creta e la Sicilia, mentre il 1658 portò una grande nevicata a Roma, con fiumi ghiacciati abbastanza da sostenere carri pesanti.

Impatti socio-economici e demografici

Questi eventi climatici estremi ebbero conseguenze devastanti. Carestie, pestilenze e guerre decimarono le popolazioni: in Francia, la rivoluzione della Fronda (1648-1653) fu aggravata da raccolti falliti, causando circa un milione di morti. In Spagna, il 1647 portò il peggior raccolto del secolo, con gelate anomale che distrussero il grano in Andalusia. In India e in Egitto, la scarsità di cibo costrinse molte famiglie a vendere i propri figli. In Cina, gelate e siccità tra il 1650 e il 1680 segnarono il periodo più freddo degli ultimi duemila anni nelle valli del Fiume Giallo e dello Yangzi.

Eventi climatici estremi dal 1666 al 1715

Il Minimo di Maunder, coincidente con il Piccolo Periodo Glaciale, fu segnato da una straordinaria variabilità climatica, con eventi meteorologici estremi che colpirono l’emisfero settentrionale e oltre. Di seguito analizziamo le principali anomalie registrate negli ultimi decenni del periodo, con un’enfasi sui dettagli storici forniti.

Caraibi e Atlantico: uragani devastanti

Nel 1666, due tempeste colpirono l’Europa il 17 luglio e il 13 ottobre, segnando l’inizio di una serie di disastri naturali. Tra il 14 e il 15 agosto 1666, un grande uragano atlantico devastò le isole di Guadalupa, Martinica e altre parti dei Caraibi, causando circa 2.000 morti. Tutti i vascelli (17 vele) di Barbados furono spinti a riva, e della flotta di Lord Willoughby solo due navi furono mai più avvistate. Le batterie costiere, con mura spesse sei piedi, furono distrutte, e i cannoni da quattordici libbre furono spazzati via dalla furia del vento. Il 1° settembre 1667, un tremendo uragano colpì l’isola di St. Kitts nelle Indie Occidentali, abbattendo tutte le case e gli edifici, causando numerose perdite di vite umane. Questo stesso uragano probabilmente si spostò lungo la costa atlantica degli Stati Uniti, colpendo la Virginia il 6 settembre 1667, seppellendo beni e persone tra le rovine.

Asia: siccità, freddo estremo e carestie

La Cina fu ripetutamente colpita da siccità e freddo estremo. Nel 1666, una grande siccità a Shanghai causò un cattivo raccolto, aggravando la scarsità di cibo. Tra il 1666 e il 1679, nove estati su quattordici furono insolitamente fresche o eccezionalmente fredde, secondo studi sui ghiacciai cinesi che indicano un clima in media più freddo di oltre 1°C a ovest e 2°C a nord-ovest rispetto a oggi. Nel 1671 e nel 1679, gravi siccità colpirono molte regioni della Cina, inclusa Shanghai, portando a cattivi raccolti e carestie. Nel 1690, una siccità causò una grave carestia a Shanghai, con l’intero raccolto perduto, mentre nel 1694 un’altra siccità produsse un’annata scarsa. Nel 1705 e nel 1706, siccità e poi piogge continue portarono a ulteriori carestie, con il riso che divenne estremamente caro a causa delle inondazioni autunnali.

In Iran, tra il 1666 e il 1669, pestilenze, sciami di locuste e carestie devastarono i raccolti, mentre nel nord-ovest, tra il 1663 e il 1672, sei mesi senza pioggia o neve prosciugarono pozzi e distrussero i raccolti. In India, tra il 1685 e il 1687, un catastrofico fallimento dei monsoni provocò una carestia diffusa nel Gujarat, spingendo genitori a vendere i propri figli o offrirsi come schiavi per evitare la morte per fame. Tra il 1658 e il 1660, un altro fallimento monsonico causò una carestia devastante, con morti per mancanza di cibo e pestilenze che spazzarono via gran parte della popolazione. Nel 1661, una grave siccità nel nord-ovest dell’India e nel Pakistan orientale portò a carestie, con pratiche estreme come il consumo di carne di cane o ossa pestate per sopravvivere.

Europa: inverni rigidi, inondazioni e siccità

I Paesi Bassi sperimentarono un inverno rigido nel 1666-1667, con il mare vicino ad Amsterdam completamente ghiacciato, intrappolando diverse navi nel ghiaccio. Il 16 marzo 1673, lo Zuiderzee si congelò, permettendo di attraversarlo a piedi, a cavallo e in slitta tra Stavoren ed Enkhuizen. Nel novembre 1675, una grande tempesta causò brecce nelle dighe vicino a Enkhuizen e tra Amsterdam e Haarlem, inondando vaste aree e causando la perdita di 46 vascelli e molte vite a Texel. L’inverno del 1676-1677 fu estremamente freddo nel nord della Francia, con la Senna ghiacciata a Parigi per 35 giorni consecutivi e il fiume Mosa percorribile con carri carichi fino al 15 gennaio.

Inondazioni devastanti colpirono la Francia nel luglio 1678, quando il fiume Garonna straripò in una notte, distruggendo ponti, mulini e villaggi a Tolosa. Nelle pianure circostanti, molti abitanti annegarono, e altri si salvarono arrampicandosi sugli alberi o rifugiandosi sui tetti. Analoghe devastazioni si verificarono lungo i fiumi Adour e Cave nei Pirenei, con torrenti che strapparono alberi, terra e rocce, creando nuovi canali fluviali. Nel 1674, la Camargue, nel delta del Rodano, fu sommersa dalle acque alluvionali, causando gravi danni.

In Inghilterra, il 7-8 maggio 1674, un’inondazione colpì i fiumi Trent e Tame, mentre il Tamigi si congelò nel 1668-1669, 1688-1689 e 1695-1696, ospitando fiere sul ghiaccio con bancarelle, spettacoli e arrosti di buoi. Nel 1680, un’estate estremamente calda e secca bruciò erbe e raccolti, mentre nel 1694 una tempesta di sabbia coprì il villaggio di Culbin in Scozia, rendendolo inaccessibile per 230 anni. Nel 1697, grandinate devastanti colpirono Galles e Inghilterra, con chicchi di grandine grandi come pugni che uccisero animali, distrussero raccolti e infransero finestre.

Il “Grande Inverno” del 1708-1709 fu uno dei più freddi mai registrati in Europa, con temperature a Parigi scese a -9°C tra il 5 e il 6 gennaio 1709, rimanendo sotto lo zero per tre settimane. La Senna, il Rodano e molti altri fiumi si congelarono, permettendo il passaggio di carri e l’erezione di bancarelle sul ghiaccio. In Italia, il freddo distrusse arance e limoni, mentre in Francia gli ulivi morirono da Perpignan a Nizza. In Scandinavia, il Mar Baltico si ghiacciò, permettendo attraversamenti a piedi fino ad aprile, e in Svizzera i lupi affamati attaccarono i villaggi. Questo inverno causò la morte di 600.000 persone in Francia, distruggendo raccolti e aggravando la carestia.

Americhe: freddo, tempeste e siccità

Il Nord America visse inverni rigidi e “anni senza estate”. Nel 1675, gran parte dell’emisfero settentrionale, incluso il Nord America, affrontò un’estate eccezionalmente fredda, la seconda più fredda in sei secoli. Negli Stati Uniti, l’inverno del 1696-1697 fu il più freddo mai registrato nel New England dagli inglesi, con il porto di Boston ghiacciato fino a Nantucket e il fiume Delaware chiuso da un ghiaccio spesso per oltre tre mesi, permettendo il passaggio di slitte e carri. Nel 1704-1705, un inverno intensamente freddo e tempestoso colpì Filadelfia, con neve alta tre piedi e il Delaware ghiacciato per tre mesi.

Tempeste devastanti colpirono le colonie americane: il 14 settembre 1700, un uragano minacciò la distruzione totale di Charleston, Carolina del Sud, mentre l’11-13 settembre 1711 un uragano devastò Mobile, Alabama, e New Orleans, Louisiana, distruggendo chiese ed edifici.

Africa e Medio Oriente: cambiamenti climatici inediti

In Egitto, nel 1670, un viaggiatore turco osservò che “nessuno sapeva di indossare pellicce, non c’era inverno. Ma ora abbiamo inverni rigidi e abbiamo iniziato a indossare pellicce a causa del freddo”, indicando un cambiamento climatico significativo. Nel Sahel, nel 1680, una siccità così grave fece scendere il lago Ciad al livello più basso mai registrato, causando carestie diffuse. Nel 1694, una siccità nell’entroterra africano fece sì che il fiume Nilo si alzasse appena e si ritirasse rapidamente, portando a una carestia in Egitto che peggiorò nel 1695 con siccità e pestilenze.

Impatti socio-economici e demografici

Questi eventi climatici estremi ebbero conseguenze devastanti. Carestie, pestilenze e guerre decimarono le popolazioni: in Inghilterra, epidemie di vaiolo tra il 1668 e il 1715 uccisero un ottavo o un nono della popolazione di Londra in diversi anni. In Francia, il “Grande Inverno” del 1708-1709 causò la morte di 600.000 persone, distruggendo ulivi, raccolti e bestiame. In Finlandia ed Estonia, tra il 1694 e il 1697, carestie estreme uccisero tra il 25% e il 33% della popolazione finlandese e circa il 20% di quella estone-livoniana, con casi documentati di cannibalismo.

In Scozia, il clima freddo e umido tra il 1688 e il 1698 portò a un calo demografico del 5-15%, con perdite fino a un terzo nelle regioni montuose. In India e Cina, le carestie costrinsero intere comunità a pratiche estreme, come il consumo di erba, sterco o, nei casi più tragici, carne umana. In Russia, nel 1701, la carestia portò al consumo di corteccia, erba e persino carne umana, venduta apertamente a Mosca.

Il culmine del Minimo di Maunder: il 1690 e oltre

Gli anni 1690 segnarono il culmine del Piccolo Periodo Glaciale, con temperature medie globali di 1,5°C inferiori a quelle odierne. Intorno alle Isole Orcadi e alla Scandinavia, le temperature dei mari erano di 5°C più fredde rispetto a oggi. In Scozia, una tempesta di neve durata tredici giorni nel 1690 uccise il 90% delle pecore e molti pastori. In Irlanda, carestie e malattie decimarono la popolazione, mentre in Italia piogge incessanti nel 1690 inondarono Modena, Ferrara e altre città, distruggendo i raccolti e causando carestie. Nella Nuova Spagna (colonie spagnole nel Nuovo Mondo), tra il 1691 e il 1697, grandinate, locuste, piogge torrenziali seguite da siccità e gelate precoci distrussero due raccolti di mais consecutivi, avviando una prolungata siccità.

Conclusione: un passato estremo da non rimpiangere

Il Minimo di Maunder non fu un’epoca di stabilità climatica, ma un periodo di instabilità estrema, con siccità, inondazioni, inverni rigidi e carestie che causarono milioni di morti. Sebbene il riscaldamento globale odierno porti a condizioni meteorologiche più estreme, come sottolinea la BBC, il confronto con il passato suggerisce che un ritorno a un clima come quello del Minimo di Maunder non sarebbe auspicabile. Questi eventi storici ci ricordano quanto il clima, in qualsiasi direzione, possa influenzare profondamente la vita umana, spingendoci a riflettere su come mitigare i rischi attuali senza idealizzare un passato tanto turbolento.

https://wiki.iceagefarmer.com/wiki/History:_Extreme_Weather_during_the_Maunder_Minimum

Fonte : Not A Lot Of People Know That