Torna il nostro consueto e aperiodico confronto delle SST (Sea Surface Temperature) di un ben determinato giorno del mese (scelto assolutamente a caso) di quest’anno rispetto alla situazione dello scorso anno.
La seguente immagine mostra le SST del giorno 8 gennaio 2015:
Quest’altra mostra le SST del giorno 8 gennaio 2016:
Così, a prima vista, è evidentissimo il riscaldamento equatoriale dell’Oceano Pacifico a causa del fenomeno El Nino. Ma andando più nel dettaglio, scopriamo tanti piccoli particolari:
Ho segnato, su questa immagine, 5 zone ben precise. E ho evidenziato, con le linee rosse, i paralleli 40° Nord e 30° Sud perché da queste latitudini che si evidenziano i cambiamenti “semi-permanenti”… che caratterizzeranno il clima del futuro. Ma andiamo per ordine e analizziamo le singole zone evidenziate con i vari cerchi numerati… partendo da quella che è, a mio avviso, la zona più importante per il clima dell’emisfero boreale: il golfo dell’Alaska!
L’immagine in alto è quella del 2015, l’altra ovviamente quella del 2016.
Come possiamo vedere, il freddo dello scorso anno era leggermente più esteso in questa zona. Ma quest’anno è notevolmente più intenso nella zona più a nord, specie a nord dell’arcipelago delle Aleutine. Ricordo che questa zona è fortemente influenzata dalle correnti termoaline e le condizioni di tale area, rispetto a quella a largo della California, vengono descritte dall’indice PDO che attualmente è in calo.
In questa zona accade inoltre un evento molto particolare… che ci fa capire molto bene quanto difficile possa essere la convivenza tra acqua salata e acqua dolce:
In questa foto di Kent Smith possiamo vedere l’incontro dell’acqua di fusione dei ghaicciai incontrare quella dell’oceano, restando separate.
Passiamo alla seconda zona da analizzare…:
Nell’immagine del 2015, in alto, notiamo una “bolla” di colore blu, quindi leggermente più calda rispetto al resto della zona, all’interno del Canale del Labrador. Quest’anno quella “bolla” è sparita… È tutto molto più freddo, specialmente nella zona della Nova Scotia e zone limitrofe (l’estremo territorio ad est del Canada).
Il raffreddamento di questa zona l’avevamo sottolineato anche nel confronto di inizio dicembre. E penso, considerando che sono già diversi anni che si sta raffreddando quella zona, che tale raffreddamento stia diventando “semi-permanente”, ovvero che continuerà a raffreddarsi ancora per moltissimi anni… producendo un cambio di circolazione sia a livello oceanico (raffreddando nello specifico la Corrente del Golfo col quale si scontra la massa d’acqua fredda a sud della Nova Scotia), sia a livello atmosferico, contribuendo a generare le masse d’aria fredda che poi giungeranno in Europa.
Vi ricordo che gli “esperti” affermano che la Corrente del Golfo (Gulf Stream) non ha subito importanti rallentamenti negli ultimi anni, ma questo è vero solo perché il percorso totale che viene ora considerato e attribuito alla Corrente del Golfo, che prima atraversava l’Oceano Atlantico, ora termina dove leggete la lettera “r” della parola Stream (nell’immagine). E sono sicuro che verrà ulteriormente ridimensionata perché anche in quella zona si stanno evidenziando anomalie termiche di rilievo (anche se estremamente contenute per ora).
La terza zona che analizziamo ci riguarda più da vicino:
In questa zona notiamo come la “protuberanza” fredda ad est dell’Islanda, che corrisponde alla Corrente fredda orientale della Groenlandia, sia riuscita ad “allungare” l’isoterma +6°C. (in viola scuro) fino al meridiano di Greenwich, mentre lo scorso anno si fermava molto prima.
Nella zona subito a nord-ovest della Norvegia, inoltre, l’isoterma +8°C. (in blu scuro), ha quasi completamente “coperto” il Mare del Nord. Anche qui… tali raffreddamenti sono importanti sia per quanto riguard il ghiaccio artico, che evidentemente fatica meno a mantenersi tale, sia per quanto riguarda le correnti atmosferiche e le perturbazioni di origine artica che da qui scendono verso la nostra penisola, come vedremo tra pochi giorni.
La differenza tra i 2 anni, quindi, almeno per quanto riguarda questa zona, è un sostanziale raffreddamento. Dobbiamo preoccuparci? Forse si o forse no. Tutto dipende da quale delle 2 condizioni ci piace considerare quella “normale”. E a mio avviso quella più vicina alla normalità è la seconda… quella di quest’anno. Ricordiamoci che gli oceani reagiscono alle variazioni dell’attività solare con molti anni di ritardo e che si sta uscendo da un lungo periodo di riscaldamento occorso tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni 2000!
La quarta zona che analizziamo è quella centro-meridionale dell’Oceano Atlantico:
Qui le differenze tra il 2015 e il 2016 sono nette…
È vero che lo scorso anno il raffreddamento era più esteso (guardate l’immagine in alto… la zona gialla era meno estesa all’interno del cerchio nero), ma è anche vero che la temperatura dell’oceano, sopra il parallelo 30°S (linea rossa), è più bassa. Quindi, ancora una volta, un freddo leggermente meno esteso, a causa anche de El Nino, ma più consistente.
E questa zona è di vitale importanza per la temperatura della zona caraibica (Oceano Atlantico a nord dell’equatore) perché è da qui che passa la corrente sud atltantica che risale lungo le coste del brasile/venezuela riscaldando poi il Golfo del Messico e tutto il resto! E consideriamo che nell’emisfero australe ora è estate… pertanto con un oceano che ad inizio estate risulta più freddo, alla fine non potrà che risultare più freddo (come ci ha dimostrato ampiamente il blob atlantico).
La quinta zona è quella dell’estremo oriente:
Non c’è che dire… il raffreddamento è fin troppo evidente. Considerate che tutto ciò che è 0°C è ghiaccito… o poco ci manca!
Infine guardiamo a casa nostra….
Come potete notare, il Mar Mediterraneo presenta delle SST sostanzialmente immutate rispetto allo scorso anno. Il Mar Baltico è invece leggermente più freddo… come abbiamo visto qualche giorno fa con le notizie dalla Lapponia e dalla Finlandia. In Atlantico la situazione, almeno alle medie latitudini, è sostanzialmente immutata, con un leggero aumento delle temperature nella zona delle Isole Canarie.
In definitiva, quindi, il raffreddamento si sta concretizzando, come abbiamo più volte spiegato, a partire dalle alte latitudini. E quest’anno c’era El Nino a sconvolgere tutto il quadro climatico. Con il passare dei mesi e l’arrivo della contro parte fredda, La Nina, vedremo cosa accadrà a livello oceanico.
Nel mentre prepariamoci al freddo… perché i modelli sembrano concondare su una imminente irruzione fredda entro fine mese!
Bernardo Mattiucci
Attività Solare