Non è più oramai un “blob”, una piccola area nell’Atlantico Settentrionale con temperature sotto media e falsamente interpretata, al principio, come la conseguenza del catastrofico scioglimento dei ghiacci groenlandesi (che al momento non si è verificato).
Oramai l’area di raffreddamento delle temperature oceaniche è diventata molto vasta ed è intensa anche in profondità.
Le temperature dei primi 800 metri di profondità nel Nord Atlantico, stando ai dati rilevati dal satellite ARGO, mostrano un calo di circa 1°C come media dal 2004 al 2016, considerando che le temperature presentano delle oscillazioni stagionali risultando più elevate nella stagione estiva e più fredde in quelle invernali.
Più in generale, tali temperature sono tornate allo stesso livello del 1996, riandando indietro di vent’anni, nell’ultima rilevazione trimestrale Gennaio – Marzo 2016.
Nelle rilevazioni del satellite Argo, notiamo come questo raffreddamento sia dovuto all’”upwelling” (risalita) di acque fredde profonde verso la superficie, particolarmente evidente negli ultimi due anni, e non all’arrivo di acque fredde superficiali dovute allo scioglimento glaciale, come era stato erroneamente detto all’inizio della formazione del “blob” freddo.
Questo farebbe quindi pensare ad un ciclo naturale di raffreddamento del Nord Atlantico, forse incentivato anche dalla bassa attività dell’ultimo ciclo solare.
Attualmente notiamo un’espansione delle anomalie fredde soprattutto in direzione dell’Atlantico Centrale, delle coste Africane e Spagnole.
Viviamo Tempi Interessantissimi 😉
Roberto
Attività Solare