Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 07 Ottobre 2020
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=53538

Questo è un istant post, sarà breve e avrà vita breve. Ma voglio fare una prova.

Dopo la notizia uscita appena ieri che quest’anno il Buco dell’Ozono sulla Stratosfera Polare è particolarmente ampio e profondo, voglio vedere quanto ci metteranno i soliti noti ad attribuire questa dinamica al riscaldamento globale o, per essere più attuali, ai cambiamenti climatici.

Già perché l’anno scorso una dinamica opposta – che avrebbe dovuto essere accolta festeggiando – è stata invece commentata come una semi-buona notizia, proprio perché, naturalmente sbagliando, facendo confusione e dimostrando scarsa conoscenza delle cose e voglia di imparare, è stata attrbuita proprio al clima che cambia.

Per cui ripeto, quanto ci vorrà perché accada la stessa cosa per il contrario?

Sto iniziando a contare ma, nel frattempo, invito chiuque dovesse imbattersi nel solito dotto spiegone a segnalarlo nei commenti. Mentre aspettiamo, possiamo rilleggere quanto avvenuto l’anno scorso (Ozono e AGW, persa l’ennesima occasione di tacere – CM 01/11/2019).

L’inverno australe era stato teatro di un raro riscaldamento stratosferico, da cui è derivata una minore efficienza della reazione chimica che porta al depauperamento dello strato di ozono. Come spesso accade. Come speso accade, nell’anno successivo ad un inverno con vortice polare stratosferico debole e meno freddo, ci sono condizioni opposte, ossia un vortice molto forte e molto freddo, cosa quest’ultima che favorisce la reazione di cui sopra.

L’ampiezza e la profondità del buoco dell’ozono di quest’anno è quindi dovuta a questa dinamica, vedremo cosa si inventeranno questa volta.

Qui trovate le informazioni in tempo realedella NASA.

Qui il servizio di monitoraggio di ECMWF e Copernicus.

Qui invece il comunicato stampa deell’organizzaizone meteorologic aMOndiale sulla situazione di quest’anno.

NB: l’immagine in copertina è del 2018.

Enjoy.