Da quando è iniziato il martellamento pressoché quotidiano circa la natura antropica dei cambiamenti climatici, in molti hanno dimenticato che il ruolo predominante (direi esclusivo) di tutte le variazioni del clima terrestre, siano esse nel breve termine e quindi ascrivibili a variazioni degli eventi meteo, siano esse nel lungo termine e quindi più propriamente variazioni climatiche, è sempre, solo e quasi esclusivamente il Sole mediante la molteplice interazione della propria attività magnetica con il nostro pianeta.
Attività magnetica che si può differenziare in 4 modalità differenti che andiamo velocemente ad inquadrare…:

1) CAMPO MAGNETICO SOLARE. Soffiando costantemente, il vento solare crea un campo magnetico tutto intorno alla nostra stella. Il flusso di particelle ionizzate varia sia in densità che temperatura che velocità…. e l’area di influenza di tale flusso è denominata ELIOSFERA. Oggi sappiamo che le dimensioni di questa regione nello spazio non è costante e lo studio approfondito di tale regione, ci permette di conoscere principalmente la quantità di particelle cosmiche (Raggi Cosmici Galattici) può arrivare nei pressi del nostro pianeta. Ma ovviamente non è solo questo. L’eliosfera ci protegge da tutta una serie di flussi di particelle, ma anche dalle miriadi di micrometeoriti presenti nello spazio. E ha anche una funzione di “schermo” termico… giacché nello spazio la temperatura può variare anche di molti gradi a seconda della densità del gas interstellare nel quale si trova a transitare il nostro Sistema Solare.

 

2) VENTO SOLARE. La velocità e la densità del vento solare hanno una funzione molto importante nel clima terrestre. Finché la variazione di queste 2 variabili è normale (lenta), non si ha alcun problema. Ma essendo il nostro pianeta un sistema dinamico, mal sopporta le brusche variazioni. specialmente della velocità del vento solare. Potremmo banalmente immaginare che il passaggio, in poche ore, da una velocità di 400 km/s ad una di 800 km/s, al nostro pianeta arriva come un cazzotto dritto in faccia. E la reazione/risposta del nostro sistema climatico e geologico, dipende da tutta una serie di fattori, primariamente legati alle condizioni del Campo Magnetico Terrestre, anch’esso fortemente dipendente dall’attività solare.

 

3) TOTAL SOLAR IRRADIANCE. È l’energia totale MEDIA del flusso delle onde elettromagnetiche che raggiungono il nostro pianeta (delle quali una piccola parte è la Luce). La variazione della TSI comporta variazioni complesse nel sistema climatico terrestre. In termini “numerici” tale variazione viene, da molti, ignorata in quanto considerata troppo piccola… appena dello 0.1% tra il minimo e il massimo di uno stesso ciclo solare. Ma nel medio-lungo periodo, quindi andando a considerare più cicli solari, tale variazione è maggiore. Inoltre questo 0.1% è la variazione MEDIA, ma sappiamo che la componente ultravioletta può variare anche di oltre il 10% tra i 2 estremi del ciclo solare. E purtroppo varia in modo anche più evidente tra un grande minimo solare (tipo il Maunder) ed un Grande Massimo Solare (tipo il periodo tra gli anni ’80 e ’90). Questo significa che le conseguenze in termini climatici non sono da individuare per una variazione della TSI di appena lo 0.1%, ma da ricercare per le variazioni delle singole componenti. E purtroppo sono notevoli. L’esempio più classico è la quantità di OZONO presente (ovvero prodotto e distrutto) in atmosfera (in passato attribuita ai gas CFC).

 

4) CME e SOLAR FLARE. Questi eventi solari determinano alterazioni molto violente delle condizioni “magnetiche” del nostro pianeta. Sono degli “schiaffi” che il nostro pianeta subisce e dai quali si difende solo grazie alla struttura dell’atmosfera e soprattutto al campo magnetico. Più è debole il campo magnetico, più questi eventi… se diretti verso il nostro pianeta (e fortunatamente non tutti lo sono), possono far danni. La storia ci racconta dell’evento Carrington, ovvero di un potente flare che provocò danni alle linee del telegrafo ed eventi visibili su tutto il pianeta tra il 28 agosto e il 2 settembre del 1859.

 

Fatta questa importante premessa, bisogna farne una seconda ancora più importante.
Il Sole è una STELLA (se non ve ne foste accorti) e non una lampadina. L’attività magnetica che noi vediamo sulla sua superficie, secondo le teorie più accreditate, è il risultato di interazioni magnetiche e gravitazionali tra il Sole, i pianeti del sistema solare e qualche altra stella nei paraggi. Tutte queste interazioni avvengono nel tempo e le “alterazioni” da esse prodotte avvengono nelle profondità della nostra stella. I pianeti, ad esempio, esercitano con la loro massa “non equilibrata” rispetto al Sole, una forza tale da muovere il CENTRO DI MASSA DEL SISTEMA SOLARE, spostandolo di continuo nei pressi del Sole. Tale movimento provoca ripercussioni nell’attività solare (in profondità) e, a distanza di anni, se ne hanno evidenze sulla fotosfera.

Essendo il movimento dei pianeti ciclico, ne consegue che… ciclicamente, determinati EVENTI si possono verificare più o meno con le stesse modalità. Qualcosa cambia sempre, per carità, ma la ripetitività degli allineamenti planetari, comporta una ripetitività anche delle conseguenze sull’attività solare.

Il risultato è un’attività solare che segue tutta una serie di cicli, dei quali quello undecennale delle macchie solari è solo il più breve e conosciuto. Ma sappiamo che ce ne sono tanti altri di decenni, secoli e millenni.
Sono le sovrapposizioni di questi cicli che danno vita ad un’attività solare molto complessa che solo negli ultimi anni si è riusciti, in parte, a ricostruire e quindi studiare. Purtroppo, utilizzando anche semplicemente la teoria delle onde, la sovrapposizione di 2 o più onde sinusoidali in “concordanza di fase”, da luogo ad un’onda risultante la cui ampiezza è data dalla somma delle ampiezze delle onde che la costituiscono (vado a memoria, quindi spero di non aver cannato troppo questa descrizione).
L’esempio di evento che tra qualche anno andremo a verificare, è l’evento di Bond… ovvero un raffreddamento ciclico dell’emisfero boreale, dovuto ad una serie di eventi ricorrenti, tutti legati all’attività solare.

 

Molto semplicisticamente la variazione dell’attività comporta una variazione della quantità di energia ricevuta dal nostro pianeta.
La variazione di questa energia innesca meccanismi che tendono all’equilibrio, spostando l’energia accumulata dall’oceano nella fascia equatoriale, in giro per il mondo mediante le correnti oceaniche. Il calore poi si trasmette all’atmosfera dando luogo ai numerosi eventi meteo che tutti conosciamo.

Se la variazione della quantità di energia che il pianeta riceve è “positiva”, il sistema climatico continuerà ad accumularne e la conseguenza sarà un clima più stabile e caldo.
Se la variazione della quantità di energia che il pianeta riceve è “negativa”, il sistema climatico cercherà un nuovo equilibrio e la conseguenza sarà un clima più dinamico e freddo.

Prossimamente approfondiremo alcuni aspetti esposti in questo breve articolo.

Buona giornata
Bernardo Mattiucci
Attività Solare