Danni da global warming

Posted on 14 settembre 2015
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Originale: http://www.climatemonitor.it/?p=38901

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Con El Niño a ruggire nel Pacifico equatoriale, il 2015 salirà certamente ai piani alti della speciale classifica del riscaldamento globale. Ciò significa che, al 1° gennaio 2016, se non addirittura in quel di dicembre perché alcuni gestori di dataset contano gli anni da novembre a novembre ai fini della temperatura, sentiremo la grancassa del disastro climatico imminente battere a ritmo forsennato.

In effetti, siamo reduci da un’estate bella calda, soprattutto per il mese di luglio, con giugno, agosto e quel poco che è passato di settembre più indietro ma non certo freschi. Un problema? Dipende dai punti di vista. Per esempio, non lo è affatto per la produzione di uva. Pare infatti che le stime della vendemmia 2015 siano talmente favorevoli da far ritenere prossimo un nuovo sorpasso ai danni dei cugini d’oltralpe. E, questa volta, anche con ottime premesse dal punto di vista qualitativo.

E’ una notizia uscita su corriere.it venerdì scorso. Sarà prematura? In genere queste previsioni sono di gran lunga migliori di quelle meteorologiche, perciò ci farei un pensierino. Un po’ di pioggia, tantissimo sole e stagione che non si è protratta più di tanto, la combinazione ideale per la base della vinificazione.

Nel frattempo, Bloomberg fa sapere che i prezzi delle materie prime alimentari continuano a scendere per, udite udite, eccesso di offerta.

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Sarà la crisi, sarà il prezzo del petrolio, sarà quel che sarà ma tutto sembra meno che un effetto di catastrofico impatto del clima sulle risorse alimentari. Sicché, la lunga (neanche tanto) estate calda ci porterà vino ottimo e abbondante, mentre il (forse) anno più caldo di sempre accompagna un miglioramento delle possibilità di accesso alle risorse alimentari.

Al riguardo, forse non del vino ma di tutto il resto sì, vorrei segnalare l’evento che si terrà nell’ambito di EXPO il 23 settembre pv, un convegno organizzato da Edison, che produce e vende energia, con il tema “Global Warming and the world food supply”. Il relatore principale sarà Paul Allan David, noto economista che si chiede: “Must we choose between designing “tech fix” policies for timely climate stabilization or for mitigating the damage?“, cioè, giochiamo per vincere o per pareggiare? Strano, il fatto che il mondo, con tutte le sue storture, la partita della fame la stia già vincendo complice un clima favorevole e non malgrado un disastro alle porte è tertium non datur.

 


 

Ora che avete letto questo, andatevi a rileggere ciò che scrivevo mesi e anni fa circa le conseguenze del cambiamento climatico sulla produzione alimentare. In sostanza affermavo che il raffreddamento globale avrebbe provocato una riduzione dell’offerta, ovvero della produzione alimentare dovuta essenzialmente al fatto che molti terreni agricoli (immaginate le grandi estensioni del nord america) rimanevano coperte di neve per più tempo e le temperature tornavano a scendere troppo presto… precludendo quindi la corretta maturazione del raccolto. Tutto questo sembra contrastare apertamente con quanto riportato nell’articolo di Guido Guidi.

Ma può esserci una spiegazione?
Cioè… se effettivamente fa più freddo e i raccolti non maturano, come mai c’è questo aumento della produzione?

Vi lascio 4 articoli… poi ognuno tragga le proprie conclusioni

Leggete qua:

  1. Ma quale celiachia. Chiamatela Roundup
    http://www.maurizioblondet.it/ma-quale-celiachia-chiamatela-roundup/
  2. Il diserbante più usato al mondo è cancerogeno
    http://www.corriere.it/ambiente/15_aprile_08/glifosato-erbicida-cancerogeno-ogm-dcc46586-dde0-11e4-9dd8-fa9f7811b549.shtml?refresh_ce-cp
  3. Monsanto ha acquistato la Blackwater
    http://www.controinformazione.info/finalmente-lo-hanno-fatto-monsanto-ha-acquistato-la-blackwater-il-maggiore-esercito-di-mercenari-del-mondo/
  4. TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership
    http://www.rischiocalcolato.it/blogosfera/ttip-transatlantic-trade-and-investment-partnership-la-pubblicita-rai-90883.html

Approfondite l’argomento e chiedetevi in quale direzione stiamo andando.
Fonte ben informate mi dissero, tempo fa, che la produzione complessiva del gran in nord america stava aumentando…. ma anche che, contemporaneamente, stava diminuendo l’estensione totale dei raccolti. E questo a causa proprio dei terreni che per cause legate ai cambiamenti climatici non era possibile coltivare al 100%.

Ma del resto, basta guardare al nostro piccolo orticello e chiunque non abbia i paraocchi può vedere cosa combina un’alluvione ai terreni coltivati!

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Campo di mais allagato in Toscana…. nel 2013

Certo… spesso gli agricoltori ricevono dei risarcimenti economici… ma la produzione, quella viene irrimediabilmente persa!

Buona giornata
Bernardo Mattiucci