In questi giorni sembrano aumentare il numero di articoli e notizie che enfatizzano eventi meteo isolati, attribuendone la causa alle emissioni antropiche di CO2, ovvero al Riscaldamento Globale Antropogenico.
Come sapete bene voi che ci seguite, la nostra idea di “cambiamento cliamtico” è decisamente diversa.
Abbiamo sin dall’inizio parlato di clima come il risultato di una lunga e complessa serie di interazioni tra la Terra e tutto ciò che c’è intorno. E più volte abbiamo spiegato che una semplificazione del sistema climatico, magari al fine di realizzare un modello matematico al computer capace di prevederne l’evoluzione, non può offrire risultati soddisfacenti per il semplice fatto che tale semplificazione diverrebbe troppo forte.
Qualitativamente abbiamo cercato di spiegare quali sono le principali cause che “determinano” il clima che cambia… e tra queste ricordiamo le seguenti 3 principali:
- Attività Solare
Segue diverse centinaia di cicli tutti diversi tra loro, la cui periodicità varia da 11 anni per il ciclo undecennale delle macchie solari, a circa 250 milioni di anni per l’Anno Galattico (è il periodo di tempo richiesto dal Sistema Solare per compiere una rivoluzione completa attorno al centro della Via Lattea). E noi di tali cicli ne conosciamo una decina… o pochi di più. Ognuno di questi cicli è dovuto ad interazioni particolari con pianeti e stelle… e tutti, contemporaneamente, descrivono e determinano l’andamento dell’attività solare in tutti i suoi aspetti… Attualmente abbiamo dati certi per soli 400 anni di ossservazioni delle macchie solari… mentre per altri dati più tecnici, il periodo di osservazione è di circa 30 anni.
Abbiamo poi una serie di dati “proxy”, ovvero ricostruiti sulla base di altri dati a noi noti… come ad esempio la concentrazione di isotopi all’interno delle carote di ghiaccio, negli strati di sedimenti lacustri e marini, nelle rocce o negli anelli di accrescimento degli alberi ultrasecolari. Tali dati ci confermano una continua variazione dell’attività solare tra alti e bassi, il cui andamento è relativamente lineare pur mantenendo la sua caratteristica oscillazione. In passato sono stati usati vari metodi per prevedere l’evoluzione dell’attività solare, ma nessuno di questi ha fornito risultati soddisfacenti. Ad ogni modo, analizzando alcuni eventi importanti e ricostruendone l’attività solare per quel dato periodo, è possibile individuare, nell’attuale evoluzione del ciclo solare 24, una certa “somiglianza”. E tali informazioni ci indicano per il prossimo futuro, un andamento dell’attività solare al ribasso… con un ciclo 25 molto debole se non addirittura inesistente e conseguenze sul clima del nostro pianeta per almeno 2 o 3 decenni.
- Orbita terrestre
Ne abbiamo parlato tante volte… la complessa geometria dell’orbita del nostro pianeta, che in molti considerano erroneamente costante, determina variazioni importanti dell’insolazione sugli emisferi. Ne abbiamo parlato a fine novembre 2015 nei 3 articoli Posizione orbitale della Terra ed effetti climatici (prima, seconda e terza parte), ma anche nell’articolo Influenza solare sul clima terrestre, nel quale abbiamo visto che la TSI (Total Solar Irradiation), calcolata a livello del mare e a 45° di latitudine, ha valori pari, rispettivamente, a 1228 W/m2 all’Afelio, nel Solstizio d’Estate, e 516 W/m2 al Perielio, nel Solstizio d’Inverno. Tra 12900 anni, invece, quando cioè il ciclo precessionale avrà completato il suo “giro”, i valori saranno pari a 483 W/m2 per l’Afelio, quando ci sarà però il Solstizio d’Inverno, e 1311 W/m2 per il Perielio, quando però ci sarà il Solstizio d’Estate. Queste differenze, notevoli rispetto ai 1365 W/m2 considerate nei modelli matematici, comportano variazioni notevoli sia nella temperatura degli oceani, sia per quanto riguarda la temperatura dell’aria alle diverse quote (sia troposferiche che stratosferiche). Già questo è sufficiente a garantire variazioni notevoli su periodi lunghi… In più contemporaneamente, cambiano anche, e in modo altrettanto notevoli, le interazioni mareali dovute alla Luna e al Sole. Cambiando inoltre l’inclinazione dell’asse terrestre, anche se di poco, cambiano anche le direzioni delle correnti oceaniche… che subiscono ulteriori variazioni dovute alle modificazioni dell’orografia dei fondali marini (apporto di sedimenti, eruzioni vulcaniche, ecc…), nonché a causa della presenza o meno di ghiaccio e/o di flussi d’acqua fredda dovuti allo scioglimento di ghiaccio e neve. E in quest’ultimo caso abbiamo il blob freddo nell’Oceano Atlantico che è dovuto proprio alle notevoli differenze tra l’attuale percorso (e forza) della Corrente del Golfo (CDG) rispetto al suo stesso percorso di 50-100 anni fa, quando arrivava con maggior forza fino a Capo Nord (Norvegia), apportando notevoli quantità di calore nel Mare del Nord e mitigando, di conseguenza, il clima del Nord Europa. - Fattori geologici
Nelle ultime settimane abbiamo visto un (relativamente) notevole aumento delle eruzioni vulcaniche. Abbiamo più volte spiegato che c’è una precisa correlazione tra l’andamento dell’Attività Solare e gli eventi geologici. Nello specifico tale correlazione è inversamente proporzionata… cioè, al diminuire dell’Attività Solare, aumenta di pari passo l’attività geologica del nostro pianeta. Ora, finché le eruzioni vulcaniche sono limitate a qualche colata di lava o a qualche sbuffo contenuto di cenere e gas, nessun problema. Ma quando l’eruzione inizia ad assumere caratteristiche importanti, ovvero quando la cenere e il gas vengono sparati in stratosfera, allora le conseguenze per il clima diventano potenzialmente notevoli. C’è da dire che non tutti i vulcani del pianeta hanno il potere di “modificare il clima”….. molto dipende dalle loro caratteristiche ma anche, e soprattutto, dalla posizione geografica. Analizzando gli effetti sulla stratosfera delle eruzioni vulcaniche degli ultimi secoli, infatti, è stato scoperto come un’eruzione di medie proporzioni in una zona come l’Indonesia, produce conseguenze diverse e spesso più devastanti, a livello mondiale, di un’eruzione molto più violenta e di grandi proporzioni avventua invece in sud america o nel nord-est asiatico. Ma tali differenze dipendono anche dal periodo dell’anno… e tale differenza è dovuta alla direzione ed intensità dei venti in quota. Inoltre, per noi che viviamo in Europa, la zona che maggiormente ci preoccupa ai fini climatici (oltre che economici e sociali) è quella dell’Islanda… dove l’attenzione dei vulcanologi per alcuni tra i più grandi vulcani dell’isola è non solo elevata, ma addirittura da “codice rosso”.
Considerando questi 3 fattori principali, quindi, ci lascia perplessi leggere continuamente articoli nei quali qualsivoglia evento viene attribuito ai cambiamenti climatici e quindi alle emissioni antropiche di CO2…
Lungi da me l’idea di sminuire il lavoro di scienziati e ricercatori di tutto il mondo… ma partire dal presupposto, totalmente infondato, che la CO2 è la causa principale dei cambiamenti climtici, secondo noi è totalmente sbagliato.
Inoltre la Paleoclimatologia, oltre che la Storia (questa evidentemente sconosciuta ai più), ha dimostrato ampiamente che il clima cambia… è sempre cambiato e sempre cambierà… indipendentemente da ciò che fa o meno l’essere umano su questo pianeta. Anche in questo caso ne abbiamo parlato varie volte… Il clima ha tempi di “ritorno”, ciclici, di decine se non addirittura centinaia di anni…. segue delle logiche a noi spesso ancora sconosciute e dovute, come abbiamo visto sopra, a fattori collegati tra loro… le cui tempistiche sono decisamente diverse da quelle cui siamo abituati noi.
Infine, ma non meno importanti, ci sono le questioni economiche. Essì… perché sta diventando una pratica comune “aggiustare” i dati al fine di fa quadrare i conti sia per le teorie (come l’AGW), sia quelli economici. Attacca l’asino dove vuole il padrone recita un noto detto popolare… che, però, non dovrebbe essere la regola quando si parla di clima. Eppure…
E qui mi fermo…. (per ora).
Buon fine settimana a tutti
Bernardo Mattiucci
Attività Solare