Superata la barriera di primavera e quella del solstizio estivo, possiamo ora tracciare una previsione attendibile sull’ENSO atteso per l’autunno-inverno. Dagli ultimi dati elaborati i primi di luglio, si ha una probabilità fino al 70% di avere un evento di El Niño a partire dall’autunno (inizio sviluppo da agosto). Vediamo di seguito i parametri osservati, insieme alle proiezioni di alcuni importanti centri di ricerca.

 

Andamento del contenuto di calore dell’Oceano Pacifico equatoriale; si evince una costante crescita del calore da febbraio, stante ad indicare un probabile arrivo di El Niño.

 

 

16 luglio, anomalie positive di temperatura iniziano a mostrarsi sulla superficie marina, sia nei pressi della Papua Nuova Guinea, sia davanti alle coste peruviane-ecuadoregne.

 

Alisei in forte indebolimento nel mese di Giugno nel Pacifico; specialmente a 850 hPa appaiono quasi assenti.

 

Sopra le previsioni dell’IRI (International Research Institute for Climate e Society) e gli “spaghetti” dei vari modelli (ultima immagine).

 

 

Sopra le previsione dell’autorevole modello CFSv2.

 

 

 

Sopra l’andamento dell’indice OLR, il quale identifica l’attività convettiva e quindi le precipitazioni.
La zona 4 di El Niño evidenzia forti anomalie positive dell’indice OLR, indicando un’attività convettiva decisamente più bassa del normale (siccità in arrivo nei prossimi mesi tra Indonesia e Papua Nuova Guinea; foreste tropicali a rischio incendi). Segno che gli alisei sono molto deboli, preannunciando l’arrivo della fase ENSO positiva. Fase positiva che dovrebbe avere i suoi massimi proprio tra la zona 4 e 3.4; appare probabile lo sviluppo di un El Niño Modoki debole/moderato. Lo sviluppo della fase ENSO positiva dovrebbe iniziare ad agosto e la fase clou dovrebbe esserci tra dicembre e gennaio. (vedi previsioni sotto prossimi mesi)

 

Conclusioni

In conclusione, si prevede l’arrivo di un El Niño Modoki che ci terrà compagnia per tutto l’autunno inverno (forse anche oltre).

Caratteristiche: El Niño Modoki inibisce fortemente il ciclone islandese, favorendo lo sviluppo di alte pressioni tra Groenlandia e Islanda. Tende inoltre a spostare il vortice canadese verso ovest, determinandone maggior oscillazioni nord-sud (di solito si muove da nord-ovest verso sud est in direzione della costa nord-orientale Usa; con un Modoki viene favorito il settore centrale Usa, fino a Texas e Louisiana, ad avere frequenti discese artiche).

 

Attenzione: El Niño già di per se determina un netto incremento di estremi climatici, favorendo la disgregazione della corrente a getto ed aumentando la quantità di vapore in atmosfera (aumento alluvioni, grandinate e nevicate). Ricordo come a fine giugno 2016, a seguito di El Niño Strong, la corrente a getto boreale ha oltrepassato la fascia equatoriale confluendo in quella a getto australe; evento senza precedenti nella storia climatica moderna. La combinazione dell’ENSO positivo in arrivo con la bassissima attività solare e la Corrente del Golfo ai minimi (come da me scritto nell’articolo “Aggiornamenti dal Global Wheather Oscillation”) potrebbe essere la scintilla in grado di scatenare il raffreddamento climatico, inaugurando un periodo di crisi climatica. Per crisi climatica si intende un periodo contrassegnato da frequenti eventi meteo eccezionali. Ad esempio, la tremenda alluvione avvenuta in Giappone, evento che si ha in media una volta ogni 30 anni, potrebbe registrarsi a cadenza mensile. Lo stesso vale per le devastanti grandinate, le quali diverranno la norma anche in zone inusuali come il mediterraneo ed il Medio Oriente, magari con ricorrenza settimanale. Le ondate di gelo siberiano potranno aversi a intermittenza durante tutto il trimestre invernale, ritardando la Primavera.

Detto questo, aspettiamo di vedere come si svilupperà El Niño. Se effettivamente sarà un evento Modoki, preparate grosse scorte di legna per il prossimo inverno…

 

Alessio