di Daniele Mazza

Quasi ogni giorno mi imbatto in catastrofiche previsioni di riscaldamenti estivi al limite della disidratazione per via dei (previsti) cambiamenti dell’indice ENSO (El Niño/Southern Oscillation) con passaggio a breve ad una fase calda di El-Nino dopo più di 3 anni di fase fredda La-Nina. La figura seguente documenta l’andamento dell’indice (rosso El-Nino fase calda, blu La-Nina fase fredda).

Il capofila dell’allarmismo è ,come sempre, il WMO (World Meteorological Organization) ma anche su questo sito abbiamo visto alcune previsioni tratte dai suoi siti web e dall’agenzia meteorologica australiana (ARRIVA EL NINO-STRONG ?, attivitàsolare.com 4/5/23)

Non intendo certo confrontarmi con i vari centri di calcolo (che in alcuni casi prevedono un episodio autunnale di ENSO molto forte, con anomalie anche di 3°C) ma semplicemente dimostrare come è facile generare un allarmismo o smorzarlo o addirittura annullarlo semplicemente variando la scala dei tempi delle nostre misure.

La scala in questione è la SST (Sea Surface Temperature) o temperatura di superficie degli oceani. Essa viene rilevata sia con satelliti che con misurazioni dirette con termosonde. I dati dei grafici che seguono sono tutti di fonte NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) (https://www.noaa.gov/).

Per determinare l’indice ENSO vengono utilizzate 4 aree di oceano pacifico tropicale numerate da 1 a 4, come da figura, indi a questi dati di SST vengono poi aggregati valori barometrici (in particolare la differenza di pressione a livello del mare tra Darwin e Tahiti).

In qualche modo le SST zonali di cui sopra precedono gli indici ENSO, che sono sempre mediati su 3 mesi (l’ultimo è ancora negativo -0,2 e si riferisce a febbraio-marzo-aprile), come qui sotto evidenziato:

Ora andiamo ad esaminare le SST nelle 4 zone di cui sopra a partire da gennaio 2022 su scala settimanale.

In particolare la zona 1+2, vicina alle coste del Perù cresce in maniera inquietante fino a 29°C, trascinando (sembra) gli altri valori zonali , anche se nelle ultime 3 settimane indica un calo. I dati sono medie settimanali ed aggiornati al 4 maggio 2023.

Ora il panorama cambia completamente se allargiamo di qualche anno l’orizzonte temporale. Nella figura seguente sono riportate le SST per le zone 3.4 e 4, usate per determinare l’indice ENSO, relativamente agli ultimi 10 anni. La regressione lineare spietatamente punta verso il BASSO al di là di ogni dubbio.

La storia si ripete per le altre due zonali El-Nino, più orientali. Nella figura seguente si riporta la El-Nino 1+2, vicina alle coste peruviane, campionata settimanalmente negli ultimi 20 anni, da maggio 2003. Il motivo di aver ampliato l’intervallo a 20 anni deriva dalla necessità di confrontare più cicli annuali. Essendo l’unica delle 4 zone non perfettamente equatoriale, vi sono infatti vistose variazioni stagionali. Il picco del 2023 è sicuramente notevole, ma inferiore di quello del 2017, ad esempio. Anche qui la regressione ci conforta con un andamento praticamente piatto (qualche millesimo di °C all’anno, non rilevante).

L’allarmismo cessa del tutto se consideriamo intervalli di tempi ancora maggiori, per quanto possibile dai dati NOAA. Passiamo ai valori di SST mensili che partono dal 1958, in particolare per la zonale 3+4, la più usata per l’indice ENSO.

Come spiegato in una precedente pubblicazione [1], l’analisi del periodo (periodogramma) rivela qui una frequenza caratteristica di SST di circa 11 anni (linea rossa) ed un trend in leggerissima salita (linea verde). La prima è verosimilmente causata dalla variazione di attività solare con il ciclo di Schwabe che ha una periodicità attorno a 11 anni, mentre il trend (regressione lineare) sale di pochi millesimi di °C/anno divenendo quasi trascurabile.

Dopo la detrazione del contributo periodico e del trend lineare dai dati SST (3.4) si ottiene un grafico di anomalie termiche ‘detrended’ che è quasi sovrapponibile alla variazione dell’indice ENSO (parte in basso della figura stessa).

Insomma il cerchio si chiude, detraendo la regressione lineare (quasi piatta) e l’attività presumibilmente legata al ciclo solare di 11 anni ecco che si ottiene un andamento (blu, grafico in basso) molto simile e quasi sovrapponibile al nostro El-Nino index (rosso, in basso), che da terrificante si è reso mansueto, come un agnello. Saluti cari ai lettori di questa mia breve nota.

Riferimento

[1] D.Mazza and E.Canuto. Evidence of solar 11-year cyle from SST (Sea Surface Temperature) Academia Letters, 2021

https://www.academia.edu/51139286/Evidence_of_solar_11_year_cycle_from_Sea_Surface_Temperature_SST_