Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 21 Febbraio 2016
Fonte originale: http://www.climatemonitor.it/?p=40607
Se il modello NOAA/ESRL dovesse rivelarsi attendibile.
Se El Nino 2015-2016 non ci farà la sorpresa di essere uno di quelli che invece di durare 9-12 mesi dura due anni.
Se cadrà la Spring Predicatability Barrier, cioè se si riuscirà a mettere a fuoco quel che c’è oltre i mesi di marzo, aprile e maggio, in cui ancora è più attendibile la statistica dei modelli deterministici.
Allora, solo allora, forse arriverà La Nina, e pare anche bella fredda.
Qui sopra appunto la previsione NOAA/ESRL, in cui il raffreddamento dovrebbe iniziare già tra maggio, giugno e luglio per consolidarsi nel corso dell’autunno. Per i meno esperti, ricordo che La Nina è ‘soltanto‘ un’accentuazio e delle condizioni di neutralità, cioè quelle indotte da flussi degli alisei regolari in quanto regolati da una distribuzione della massa atmosferica lungo il Pacifico equatoriale conforme alla parte più popolata della distribuzione statistica.
In termini numerici, un indice ENSO neutro significa valori delle SST dell’area che oscillano tra +/- 0,5C rispetto a quelli medi (l’attuale El Nino è arrivato. +3C!).
In termini meteorologici, cioè di eventi associabili ad una inversione di tendenza, e climatici di breve periodo, cioè riferiti alle stagioni, veramente difficile a dirsi. Certo è che questo El Nino si è fatto notare e non ha ancora finito, anzi.
La Nina? Potrebbe innanzi tutto portare un nuovo aumento della frequenza degli uragani in Atlantico, praticamente spariti negli ultimi due anni, dando al contempo un po’ di respiro al Pacifico occidentale, dove invece ne sono arrivati parecchi. Per il resto, le carte stanno per rimescolarsi, non vorrei essere il croupier.