Di Fiorentino Marco Lubelli – 2 Febbraio 2019
Dobbiamo dire molte cose in questo editoriale perché sono molte le “faccende” che sono accadute nel mese di gennaio e che è necessario raccontare. Partiamo dal primo elemento, diremo “politico” è finito lo shutdown per cui da oggi possiamo ripubblicare le nostre consuete previsioni stagionali, poi, possiamo dirlo con certezza: il grande stratwarming di fine dicembre non ha sortito gli effetti previsti, il Vortice polare, seppure destabilizzato non si è disgregato, come durante i più importanti stratwarming della storia meteoclimatica europea, questo probabilmente a causa della ripartenza in sede positiva della QBO avvenuta proprio negli ultimi mesi dell’anno. Nella statistica delle propagazioni in troposfera degli eventi major dello stratwarming ci sta che, a volte, circa una volta su 3 lo stratwarming non determini effetti rilevanti alla basse latitudini, anche se, va detto che la repentina ma potentissima irruzione di aria fredda sugli USA va indubbiamente correlata al grande riscaldamento stratosferico di fine dicembre. Detto ciò, pare che le ultime emissioni dei modelli matematici in relazione ad una ripartenza “in grande stile” del flusso atlantico e di un febbraio dai connotati miti e siccitosi sia suffragato anche dalle nostre previsioni stagionali. Prendendo in considerazione 6 parametri previsionali troviamo importanti correlazioni tra il febbraio 2019 e i febbraio del 1981 e del 1995 entrambi caratterizzati da alte pressioni alle medie latitudini, ma vediamo nello specifico le mappe di previsione partendo da quelle relative alle anomalie di geopotenziale per il nord emisfero e l’Europa.
Evidentissimo il pattern previsto per il mese a venire: ripartenza del vortice polare in sede canadese, flusso zonale alle alte latitudini, alte pressioni alle basse latitudini. Di conseguenza avremo probabilmente un mese mite e siccitoso come vedremo nelle prossime mappe di previsione.
La mitezza, a dire il vero, è prevista soprattutto sull’Europa orientale con valori molto maggiori della norma sulla Russia mentre l’Italia potrebbe avere un febbraio sostanzialmente nella norma soprattutto sulle regioni occidentali.
Dicevamo delle condizioni siccitose che potrebbero contraddistinguere il mese di febbraio. Evidenti soprattutto al sud mentre il nord potrebbe subire gli effetti di cavi d’onda più intensi di origine atlantica. Possiamo dunque concludere che è probabile che per eventi di stampo prettamente invernale si debba attendere marzo.
Fonte: Progetto Scienze