Un enorme filamento solare si è formato in posizione fronte terra, con la possibilità che collassi fronte terra. Disteso lungo la fotosfera solare, è lungo più di 857.780 km, che equivale ad oltre 67 volte il diametro della Terra.

Nell’immagine sotto viene mostrato il lungo filamento dalla Sonda SDO (Solar Dynamics Observatory della NASA), immagine che fa riferimento a ieri 10 febbraio 2015. E’ ben visibile del materiale di colore scuro e più freddo, mentre quello più caldo è formato da materiale più leggero, questo infatti serpeggia lungo una linea ben visibile con un enorme parte di materiale più freddo, che resta in bilico nell’atmosfera solare dal nome corona.

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Credits: NASA SDO/AIA 304

I filamenti possono galleggiare sulla fotosfera solare per giorni e giorni prima della loro scomparsa. A volte invece possono destabilizzarsi ed in parte esplodere liberando materiale solare in ricaduta sottoforma di pioggia verso la superficie solare, o sfuggire nello spazio, trasformandosi in una nube in movimento che noi chiamiamo con il nome di Esplulsione di Massa Coronale (CME).

L’espulsione di una CME libera una grande quantità di plasma solare, contenente soprattutto protoni ed elettroni. La quantità di materiale in una CME varia ampiamente, ma la massa media è stata stimata essere intorno a 1,6 x 1.012 kg, meno di un milionesimo della massa atmosferica terrestre.

La velocità con cui viaggia una CME varia molto, con una media di circa 500 km/s. Ciò significa che avrebbe impiegato dai 3 ai 4 giorni per raggiungere il nostro pianeta. Una CME comunque può viaggiare molto più velocemente. Ad esempio, la CME eruttata dalla Regione 2282 il 9 febbraio 2015, ha avuto una velocità stimata di 1190 km/s.

Flares associati alla scomparsa improvvisa di filamenti scuri sono chiamati brillamenti Hyder. La comparsa di questi brillamenti possono variare formando una serie di nodi luminosi su uno o entrambi i lati del filamento stesso (o meglio, la posizione precedentemente occupata dal filamento, talvolta chiamato canale Filamentoso), ad una singola o doppia svasatura a nastro. Una caratteristica interessante dei brillamenti Hyder è quella che di solito si sviluppano e raggiungono la massima illuminazione molto più lentamente di quanto facciano i brillamenti più comuni associati alle regioni attive.

I più grandi brillamenti Hyder possono impiegare da 30 a 60 minuti per salire a un’intensità di picco, e durare per diverse ore. Anche se raggiungono una grande area, di solito hanno un’intensità relativamente bassa. Un brillamento Hyder lo possiamo classificare in 2F (F = debole), 2N (N = normale) ma possono raggiungere anche potenza 3F. Questo contrasta alla regione il chiarore attivo in cui 3F è molto raro.

In generale i brillamenti Hyder non sono associati alle emissione di particelle energetiche o tempeste geomagnetiche, il che implica, che non possono essere associati ad una CME.

Il video mostra un recente Brillamento Hyder. Featured image: NASA SDO/AIA 304

Enzo
Attività Solare