Una forte eruzione è avvenuta nella giornata di ieri nel vulcano Santa Maria, in Guatemala, alle ore 00:15 UTC, provocando flussi piroclastici e l’invio di cenere fino a 6 km (20.000 piedi) sul livello del mare.
La cenere vulcanica arrivata inizialmente a 4,2 km (14.000 piedi) è a 185 km (115 miglia) ad ovest del vertice, ha poi proseguito con una seconda e più forte eruzione con la cenere vulcanica che è arrivata a 6 km (20.000 piedi) di altitudine dirigendosi poi a circa 278 km (172 miglia) a sud ovest del vertice del cono.
L’agenzia VAAC Washington ha riferito l’avvenimento alle ore 20:19 UTC.
INSIVUMEH ha riferito che l’eruzione è stata accompagnata da forti rombi e flussi piroclastici. Colate di lava sono ora possibili in tutte le comunità vicine, in particolare a San Marcos.
La scorsa settimana, INSIVUMEH aveva riferito che tra il 30 Marzo e il 3 aprile la copertura nuvolosa aveva impedito osservazioni visive del cono caliente, parte del complesso della cupola lavica del Santiaguito del Santa Maria, anche se sono stati notati suoni e piccole valanghe.
Alle 10:00 ora locale del 3 aprile, l’agenzia ha pubblicato un rapporto speciale che indicava una forte esplosione, con flussi piroclastici scesi dalla zona Est e lungo i fianchi di Sud Est. Parti del bordo del cratere di Est e Ovest sono crollate, e una nube di cenere a forma di fungo è salita fino ad arrivare a 4 km (13.123 piedi) portandosi fino a 30 km (18,6 miglia) verso Sud, Sud Ovest, Ovest e Nord Ovest.
Tra il 4 e 5 aprile pennacchi bianchi si sono alzati per poi dirigersi verso Sud Ovest e Sud Est, con deboli valanghe al seguito.
Enzo
Attività Solare