25-01-2017 – Salve a tutti, nuovo editoriale serale tardivo, a causa di pressanti impegni lavorativi. Modelli in troposfera sempre orientati a un graduale ritorno di condizioni climatiche più miti e prevlentemente soleggiate nel medio lungo termine nel Mediterraneo centrale, ma vanno operati alcune distinzioni.

Nel breve termine ancora alimentazione fredda balcanica, a sua volta in collegamento con il grande lago freddo russo, quest’anno particolarmente vasto e costante (fig.1).

fig.1

La grande colata artica nell’est europeo non colpirà le regioni italiane, ma l’afflusso freddo nei bassi strati risulterà utile, come spesso accade, per favorire nevicate a quote basse e/o pianura nel nord ovest al primo sopraggiungere di una perturbazione atlantica (fig.2).

fig.2

Particolarmente favorevole alle precipitazioni sembra essere il periodo tra venerdì pomeriggio e sabato, quando una perturbazione proveniente dalla Francia prima di andare in cut off, ovvero distaccarsi dal flusso principale, dovrebbe essere in grado di generare nevicate anche di una certa intensità nel cuneese, astigiano e alessandrino, forse anche nel torinese (fig.3).

fig.3

Al momento non sembra che possano esservi fenomeni significativi più a nord, ma aggiorneremo strada facendo in merito.

Cosa succederà quindi dopo, arriverà dunque di nuovo l’inverno più crudo??

Ebbene, anche oggi giungono segnali contrastanti. Dalla stratosfera sembra ormai irreversibile la crisi del VPS, con azzeramento delle velocità zonali che scendono gradualmente e per inizio Febbraio l’azzeramento sembra poter arrivare a 30 hPa (23 km).

fig.4

In parole più semplici vuol dire che dai 20 km in su per quel periodo (inizio Febbraio) sulla verticale del polo potrebbe affermarsi un figura anticiclonica che, se dovesse scendere a quote inferiori potrebbe davvero favorire l’arrivo di nuclei gelidi artici alle medie latitudini.

Per adesso però, solo alcuni aspetti di quanto descritto traspaiono alle quote troposferiche. Il Vortice Polare alle quote troposferiche appare infatti difficile da destrutturare, nonostante una grande opposizione da parte di un robusto anticiclone ibrido (in parte termico, in parte dinamico) che si oppone allo spostamento del VP verso il comparto asiatico (fig.5).

fig.5

La fig.4, discussa nel pomeriggio, è davvero indicativa di quanto sta accadendo in questa stafgione invernale. Si nota infatti l’eredità degli scorsi anni, con un VP abbastanza robusto, stretto però dalla spinta aleutinica decentrata nelle Montagne Rocciose e dall’opposizione dell’anticiclone euroasiatico e costretto a continui split in pieno Atlantico.

L’evoluzione mostrata non può far altro che instaurare un regìme di stalllo barico nel Mediterraneo, con le perturbazioni atlantiche che non riescono ad apriri un varco  verso l’Europa ma nemmeno riesce ad affermarsi pienamente un alta pressione. Per uscire da tale situazione occorre che l’anticiclone euroasiatico fornisca un ulteriore spinta retrograda al lobo canadese e che, appunto, la stratosfera faccia sentire i suoi effetti indebolendo almeno in parte il VP ai piani inferiori, lo vedremo nei prossimi giorni come andrà.

Fonte Web: FREDDO E POSSIBILI NEVICATE ANCHE IN PIANURA AL NORD OVEST SABATO, POI FEBBRAIO CHE ASPETTA IL COLPO FINALE DEL VORTICE POLARE

Roberto
Attività Solare