Un team australiano ha misurato per la prima volta la correlazione tra velocità di rotazione e forma delle galassie. Lo studio, condotto grazie ai dati raccolti dallo spettrografo australiano Sami, è stato pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society
di Fabio Gironi – Mercoledì 13 Settembre 2017 @ 15:07
Un’immagine del SAMI. (Crediti: SAMI Survey Team)
Uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society rivela per la prima volta un metodo per dedurre la forma di una galassia a partire da caratteristiche più facilmente osservabili, come la rotazione. Da secoli, guardando il cielo notturno, ci riferiamo alla “volta celeste”: dalla nostra posizione sulla superficie della Terra, infatti, l’universo intorno a noi sembra essere dipinto su un’enorme volta affrescata che racchiude il nostro pianeta. Benché questa sia solo una metafora, le distanze cosmiche sono così enormi che – quando osserviamo oggetti estremamente lontani, come altre galassie – questi appaiono “bidimensionali”, non permettendoci di comprenderne pienamente la loro struttura.
Ora, però, un team di ricercatori, guidato da Caroline Foster dell’Università di Sidney, ha utilizzato la Sydney-Aao Multi-object Integral field unit (Sami per gli amici), dell’Università di Sydney e dell’Australian Astronomical Observatory al fine di osservare e comprendere le dinamiche di rotazione di ben 845 galassie – il campione più grande mai considerato per questo tipo di analisi. Sami permette un’osservazione spettroscopica tridimensionale delle galassie – fino a dodici alla volta in una singola esposizione – ed è dunque capace di fornire informazioni riguardo ai movimenti dei gas e delle stelle che le compongono.
I risultati offrono, per la prima volta, una conferma statistica dell’ipotesi che la velocità di rotazione di una galassia e la sua struttura sono strettamente correlate: maggiore la velocità, maggiore la possibilità che la galassia abbia una forma più oblunga (“appiattita”). Le galassie con velocità minori, al contrario, sono più frequentemente sferiche. Il primo gruppo è anche quello più numeroso: più dell’85 per cento delle galassie osservate da Sami sono infatti di forma schiacciata e asimmetrica.
Esempi di due galassie esaminate da Sami, immagini ottenute tramite il Subaru Telescope: sulla sinistra, una galassia allungata che mostra un’alta velocità di rotazione. Sulla destra, una galassia sferica dalla rotazione lenta. Crediti: Sami Survey Team
Questi dati possono anche aiutare a saperne di più riguardo alla storia delle galassie in esame: dato che la forma di una galassia dipende anche dalla sua interazione gravitazionale con altri oggetti, avere dettagli maggiori riguardo alla loro forma può aiutare a comprenderne l’evoluzione nel tempo.
Per saperne di più:
- Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “The SAMI Galaxy Survey: the intrinsic shape of kinematically selected galaxies“, di C. Foster, J. van de Sande, F. D’Eugenio, L. Cortese, R. M. McDermid, J. Bland-Hawthorn, S. Brough, J. Bryant, S. M. Croom, M. Goodwin, I. S. Konstantopoulos, J. Lawrence, Á. R. López-Sánchez, A. M. Medling, M. S. Owers, S. N. Richards, N. Scott, D. S. Taranu, C. Tonini, e T. Zafar
Fonte Web: Galassie, c’è una relazione tra velocità e forma
Roberto