Di Enzo Ragusa
L’aggiornamento a ieri dei ghiacci della Groenlandia, dati ufficiali dell’Istituto Meteorologico Danese (DMI), sono risultati con un bilancio positivo di accumulo di neve e ghiaccio che dal primo settembre 2016 alla giornata di ieri è stato pari a 650 miliardi di tonnellate, ancora una rilevazione da record.
http://beta.dmi.dk/en/groenland/maalinger/greenland-ice-sheet-surface-mass-budget
Quest’oggi però dobbiamo aggiungere un particolare certamente importante.
Come anticipato ieri dalla nostra pagine in questo articolo, nella giornata del 25 aprile 2017, la DMI, ha modificato la media di riferimento del periodo 1990-2013 con il 1981-2010. Così facendo, il nuovo periodo di riferimento risulta più freddo, alzando di conseguenza le medie del periodo, quindi all’occhio degli utenti risulta tutto nella norma.
Questa modifica, implica chiaramente un cambiamento nella deviazione standard (fascia di colore grigio chiaro) in quanto risulta più alta della precedente media standard con riferimento 1990-2013, come vediamo nel grafico sotto prima che la DMI apportasse la modifica.
Questo ha chiaramente suscitato e sta suscitando in questi giorni non poche polemiche tra gli addetti ai lavori. Ma perché cambiare la media di riferimento della crescita dei ghiacci e a che pro? Qual’è stato lo scopo? Forse perché, visto la crescita record di quest’ultimo anno e non solo, con un accumulo davvero strabiliante in tempi di global warming è diventato troppo scomodo poterlo giustificare ad una parte del mondo che del catastrofismo climatico ne fa il proprio cavallo di battaglia? Forse per continuare a poter ricevere finanziamenti dai governi altrimenti negati?