Chi ci segue da sufficiente tempo ha capito qual’è la nostra posizione in merito al Riscaldamento Globale. La diatriba fratricida che imperversa in rete e in giro per il mondo, vede, da una parte, dei soggetti (siano essi persone fisiche o persone giuridiche) che hanno accettato la “pseudo” teoria del Riscaldamento Globale Antropico, mentre dall’altra, vi sono tutti quelli che propendono per una spiegazione naturale degli eventi considerati “prove inconfutabili” dall’altro gruppo, ponendosi delle domande sui dati a disposizione, cercando un ragionamento a 360° e non sul singolo argomento totalmente slegato dal contesto.
Noi di Attività Solare facciamo parte, ovviamente, di questo secondo gruppo.

I dati, se opportunamente “contestualizzati” e se, soprattutto, visti nel giusto verso (e anche nel loro complesso), ci dicono che le temperature del nostro pianeta sono sempre cambiate, in più e in meno e che quelle raggiunte in questi ultimi anni, sono molto simili a quelle del Periodo Caldo Medievale (MWP). Molti studi lo confermano… e ne abbiamo parlato anche in questi giorni, eppure ai pro-AGW questo non importa. Loro sostengono che l’aumento delle temperature, che a loro dire sono sotto gli occhi di tutti, non sono spiegabili con gli aumenti dell’attività solare o con i vari eventi ciclici ai quali attribuiamo grande importanza. E che a partire dal 1850-1900, il trend riscaldista è spiegabile solo ed unicamente con l’aumento della CO2 immessa in atmosfera dalle attività umane.

I dati e la storia, però, ci ricordano che che il 1850 cade esattamente alla fine di un lungo periodo climatico freddo, noto con il nome di Piccola Era Glaciale (PEG), durante il quale le temperature scesero, a più riprese, fino a circa 2°C in meno rispetto all’MWP. È stato un lungo periodo climatico caratterizzato dai “grandi minimi dell’Attività Solare”, noti con i nomi di Wolf, Spörer, Maunder e Dalton. E sono stati proprio questi “grandi minimi” a causare il raffreddamento del clima terrestre.

Terminato questo ciclo, le temperature sono tornate ad aumentare in tutto il mondo fino al 1998 circa. Poi le temperature si sono mantenute stabili e nei prossimi anni torneranno a diminuire. E la motivazione è da individuare nell’Attività Solare.

Uno degli indici più importanti e semplici da considerare, che descrivono abbastanza bene l’andamento dell’Attività Magnetica Solare, è quello delle macchie solari (SSN). L’SSN viene gestito dal Solar Influences Data Analysis Center (SIDC), ovvero il dipartimento di ricerca di fisica solare dell’Osservatorio Reale del Belgio. I dati vengono raccolti dal 1749 grazie alle osservazioni dirette del Sole operate da alcuni osservatori astronomici sparsi per il mondo.

SSN

Come possiamo vedere dal grafico (realizzato da noi sulla base dei dati del SIDC), l’Attività Solare è cambiata moltissimo nel corso degli ultimi 267 anni. Come vediamo il picco massimo c’è stato sul finire delgi anni ’50, durante il ciclo 19… ma anche i cicli 3 e 8 sono stati particolarmente forti. Nel grafico vediamo bene anche il minimo di Dalton che andò dal 1790 al 1830 (cicli solari 5-6-7).

Ma come mai, ad esempio, negli anni ’60 il clima era sostanzialmente più freddo rispetto ai giorni nostri?

 

GISS

Nel grafico qui sopra riporto l’andamento delle temperature dal 1880 ad oggi, sulla base dei dati GISS della Nasa. Non sono dati che “mi piacciono”, in quanto, negli ultimi anni, si è scoperto che sono affetti da diversi “problemi” di coerenza. In questo articolo, però, non ci interessa molto se corrispondano o meno alla realtà o se sono stati, o meno, “taroccati”. In molti usano questo dataset per dimostrare che l’aumento della temperatura, osservabile negli ultimi 100 anni, è sicuramente di origine ANTROPICA. E noi lo usiamo per dimostrare che, invece, segue l’andamento dell’Attività Solare.

Il problema è che, finché ci limitiamo ad osservare i grafici SINGOLARMENTE e con proporzioni diverse, non ci si rende conto della realtà dei fatti. Questo grafico, infatti, è del tutto identico ai seguenti…

…oppure a questo…..

 

GISS_3
I dati sono sempre gli stessi… e i grafici hanno solo diverse proporzioni. Eppure quest’ultimo fa meno impressione dei precedenti. Poi, ovvio, che andando a leggere le scale sull’asse verticale, ci si rende conto di una realtà ben diversa.

Ma aspettate… guardiamo bene… il grafico mostra un chiaro ed evidente riscaldamento globale?
Si….  e ve lo mostro ancora meglio con questo ingrandimento.

GISS_4

Dal 1980 ad oggi le temperature, stando ai dati del GISS, sono aumentate di 0.4° circa se consideriamo la media (linea rossa) calcolata su 60 mesi (5 anni). Ma questo non lo abbiamo mai negato… Noi, però, sosteniamo che non c’è nessun Riscaldamento Globale Antropogenico e che tutto il Riscaldamento Globale che c’è stato e che è ancora visibile nei dati, è fermo al 1998 circa.

E qui nasce il problema dei dataset… perché ne esistono diversi… ed ognuno mostra dati discordati, anche di molto, su periodi recenti e del passato.

Per avere un quadro più chiaro dovremmo utilizzarli tutti… io al momento mi limito a riportare quelli raccolti via satellite, ovvero i dati della Remote Sensing Systems (RSS):

RSS

In questo grafico vi sono riportate alcune delle misurazioni disponibili alle diverse quote della troposfera. Da quella più bassa (TLT) a quella più alta (TLS). Per entrambe vediamo una sostanziale stasi tra la seconda metà degli anni ’90 ed oggi (a parte il 2015 che risulta molto caldo alle medie e basse quote atmosferiche a causa dell’influenza del fenomeno El Nino).
Ma notiamo anche che per la temperatura della troposfera al confine con la stratosfera, la temperatura è diminuita dagli anni ’80 ad oggi di quasi 1°C.

 

Ma non perdiamo di vista l’argomento del presente articolo… e torniamo alle SSN confrontate con le temperature superficiali.
In questo caso usiamo il dataset GISS…  in quanto sono disponibili dal 1880 ad oggi e ci consentono un buon confronto.

SSN+GISS_1

Guardate attentamente i 2 grafici… e provate a cercare qualche possibile correlazione.
Le vedete? Ve ne sono? Oppure non ne trovate nessuna?

Il sistema climatico terrestre è un sistema complesso… costituito da 4 sottosistemi altrettanto complessi (atmosfera-oceano-biosfera-criosfera) al quale andrebbe affiancato quello geologico, capace di sconvolgere in breve tempo tutto il pianeta.

Gli scambi di energia tra i 4 sottosistemi e i processi di retroazione o feedback sia dei singoli sottosistemi che del sistema climatico, sono spesso non-lineari, ovvero non seguono una logica semplice da individuare e calcolare, in quanto sono il risultato di una serie di reazioni ed eventi spesso ancora poco noti.

Pertanto, guardando il grafico qui sopra, la prima cosa che dobbiamo evitare di fare, è aspettarci un aumento delle temperature in concomitanza con l’aumento dell’attività solare.

Guardando bene il grafico, però, le temperature sono effettivamente aumentate, almeno per quel che possiamo vedere (data la comunque esigua quantità di dati a disposizione), ed hanno effettivamente seguito l’andamento dell’attività solare. Ma non nello stesso momento!
Guardate l’aumento medio dell’Attivitè Solare (linea nera, che corrisponde alla media su 120 mesi) tra il 1930 e il 1960. Se ci fate caso, gli stessi identici 30 anni di aumento li ritroviamo nel grafico delle temperature tra il 1970 e il 2000. Poi è iniziata la stasi… relativa ai cicli solari 20, 21, 22, 23 e 24 che si vedrà nella linea della media delle temperature solo tra qaualche anno!

Il picco massimo del ciclo 20, uno dei più deboli dell’ultimo secolo, c’è stato intorno al 1968. Il ciclo fu sensibilmente più debole rispetto al precedente (il più forte che sia mai stato misurato), ed esattamente 40 anni dopo, nel 2008, il grafico delle temperature mostra un sensibile calo.

A livello climatico, come abbiamo detto tante volte, la velocità di raffreddamento (a causa degli scambi di calore tra l’alta atmosfera e lo spazio esterno) è fino a 4 volte più veloce rispetto ad un riscaldamento a parità di differenza di temperatura. Ecco quindi che i circa 12 anni del ciclo 20, sono ridotti a soli 3 anni circa per quanto riguarda il “calo delle temperature” (2007-2008-2009).

 

Ora, se il ragionamento è corretto, dovremmo trovarci nel bel mezzo del periodo di “stasi” dell’Attività Solare, verificatosi a causa dei cicli 21-22, entrambi molto simili tra loro. E tra non molto le temperature dovranno iniziare a diminuire in modo sensibile, prima lentamente (ciclo 23) e poi molto più velocemente (ciclo 24).
I cicli solari 21 e 22, che in totale hanno superato i 18 anni circa, si dovrebbero tradurre in un periodo di temperature relativamente stabili non più lungo di 4-5 anni che sommati al 2008-2009 ci portano al 2013-2014… anno in cui nel nord America sono iniziate le grandi nevicate.

Ma quand’è che vivremo le condizioni del ciclo 24?

Il doppio picco massimo del ciclo 24 c’è stato nel 2011 e nel 2014. Considerando che è stato un ciclo molto debole rispetto ai precedenti, possiamo ipotizzare un’influenza sulle temperature molto limitata. I 40 anni di ritardo che teoricamente accusa l’aumento della temperatura rispetto all’attività solare, diventano 10 anni… che sommati al periodo 2011-2014… ci riporta alla data che andiamo ripetendo da anni… 2020-2025… che coincide, ancora una volta, con l’evento Bond già a suo tempo individuato (per altre vie) da Luigi nel suo articolo IL PROSSIMO GLACIALE … LAVORI in CORSO …

Vi ha convinto?
No? Bene… io c’ho provato.

Molti si chiederanno, giunti alla conclusione di questo articolo, del perché bisogna dividere per 4 ogni ciclo…
Non è sempre così. Il raffreddamento del clima terrestre avviene sempre e solo se l’energia in entrata diminuisce. Pertanto, finché l’Attività Solare resta costante o aumenta nel tempo, il clima lentamente si adegua e le temperature, altrettanto lentamente, salgono. Nel momento in cui, però, l’energia diminuisce, ecco che le temperature scendono molto velocemente…
La Paleoclimatologia, tuttavia, ci mette in guarda sul fatto che questa non è una regola fissa. Alcuni fattori astronomici possono alterare le condizioni dello spazio intorno al  Sistema Solare o alterare le condizioni del nostro pianeta (inclinazione, distanza dal Sole, potenza del Campo Magnetico Terrestre). E tutti questi fattori fanno variare, in più o in meno, la velocità con la quale gli strati più alti dell’atmosfera terrestre interagiscono con lo spazio esterno, determinano una differente velocità di raffreddamento/riscaldamento.

 

A questo punto non vi resta che riflettere sulle cause, sui meccanismi, sulle interazioni… e su ciò che vi viene detto in TV… spesso senza contesto e senza riferimenti precisi.

Quest’inverno, per voi, è stato caldo? Ne attribuite la causa al Riscaldamento Globale oppure vi interessa sapere che la causa è da attribuire a El Nino?
E il 2015? Vi può interessare sapere che El Nino è iniziato a fine 2014?

E vi può interessare sapere che il 1998 è stato molto caldo proprio perché vi era un El Nino altrettanto strong?
E sapere che vi è stato lo stesso identico fenomeno, sempre “very strong” (cioè molto forte), anche nel 1982-1983?
Oppure che vi sono stati tanti altri eventi forti e medio-forti in vari altri anni precedenti? E che questi fenomeni seguono una certa “ciclicità”?

Oppure vi accontentate di sentirvi ripetere come un mantra che l’unica causa di tutto è sempre, solo e comunque delle attività umane?

Buona giornata
Bernardo Mattiucci