In questi giorni, 9-13 dicembre 2013, a San Francisco si sta svolgendo un Meeting all’American Geophysical Union, con alcuni scienziati che hanno presentato la situazione sul debole Ciclo Solare 24 e le sue conseguenze.

Sono tutti d’accordo nel dire che il ciclo solare 24, attualmente è sulla buona strada per essere il più debole da 100 anni a questa parte e riferiscono che questo fornisce loro un’opportunità senza precedenti per studiare il Sole. Mentre la tendenza all’indebolimento non è nuova per il Sole, nuovo e interessante invece per gli scienziati sono le osservazioni e le misurazioni con strumenti moderni.

Nel filmato sotto, gli scienziati esaminano il ciclo solare attuale in relazione ai cicli precedenti e ne discutono le conseguenze della debolezza del ciclo solare e le varie connessioni tra Sole e Terra, comprese le implicazioni per la meteorologia spaziale, l’atmosfera e il clima.

Il filmato dispone di sottotitoli in Italiano

Le attuali condizioni di massima attività solare, sono sostanzialmente più deboli dei massimi precedenti al 2002.

Nel 2002 sono stati emessi nell’atmosfera CO2 (anidride carbonica) e NO (monossido di azoto) più di 2 trilioni di kWh di energia infrarossa che nel 2013.

 

Hanno partecipato al Meeting:

Nat Gopalswamy, astrofisico, Solar Physics Laboratory, NASA Goddard Space Flight Center, Greenbelt, Maryland, Stati Uniti d’America;
Leif Svalgaard, ricercatore senior, W. W. Hansen Experimental Physics Laboratory, Stanford University, Stanford, California, USA;
Marty Mlynczak, ricercatore senior, scienza del clima Branch, NASA Langley Research Center, Hampton, Virginia, Stati Uniti d’America;
Joe Giacalone, professore e direttore associato, Lunar and Planetary Laboratory, University of Arizona, Tucson, Arizona, USA.

 

L’immagine sotto mostra l’attività solare osservata e prevista delle regioni attive/macchie solari contate per i cicli solari 22, 23 e 24 (1980-2020).

numbered active regions per month

 

L’immagine seguente mostra un grafico con i dati di 400 anni di osservazioni delle macchie solari (1600-2000):

 

800px-Sunspot_Numbers(1)

 

Fin dal 1749, le continue misurazioni delle medie mensili dell’attività delle macchie solari, sono disponibili e sono a disposizione come riportato dalla Solar Influences Data Analysis Center, Data Center Mondiale per l’Indice Sunspot, presso l’Osservatorio Royal in Belgio.
Queste cifre si basano su una media di misurazioni di molti osservatori diversi in tutto il mondo. Prima del 1749, sporadiche osservazioni di macchie solari sono disponibili.

Questi sono stati compilati e immessi sul quadro mensile costante da Hoyt & Schatten (1998a, 1998b).

La caratteristica più importante di questo grafico, è il ciclo di 11 anni del ciclo magnetico solare che è associato con il naturale declino dell’attività solare. Su scale temporali più lunghe, il Sole ha mostrato una notevole variabilità, compreso il lungo minimo di Maunder, periodo in cui sono stati osservati periodi molto lunghi senza macchie solari, il meno grave minimo di Dalton, e un aumento dell’attività delle macchie solari negli ultimi 50 anni, noto come il massimo moderno.

Le cause di queste variazioni non sono ben comprese. Ma perché le macchie solari e le facole associati influenzano la luminosità del sole? La luminosità del Sole è inferiore durante i periodi di bassa attività delle macchie solari. E’ opinione diffusa che la bassa attività solare durante il minimo di Maunder, potrebbe essere tra le principali cause della Piccola Età Glaciale. Ad esempio, durante il periodo di 70 anni, 1645-1715, poche macchie solari sono state osservate, anche durante i massimi delle macchie solari attesi. L’Europa occidentale entrò in un periodo climatico noto come il “minimo di Maunder” o “Piccola Era Glaciale”. Le temperature sono diminuite in quel periodo di 1,8/2,7 gradi Fahrenheit.

 

Enzo
Solar Activity