Autore: Guido Guidi
Data di pubblicazione: 18 Maggio 2018
Fonte originale:  http://www.climatemonitor.it/?p=48420

La prima volta che ho letto di questa notizia – che per inciso non ha sconvolto le mie giornate – ho pensato, ma dai, è il ciclo stagionale, è la variabilità interannuale, è il recupero post El Niño 2015-2016, che è stato davvero importante…

Poi mi sono detto, ma con segno rovesciato quanti ricami ci avrebbero fatto su le vestali del clima e quanto l’avrebbe amplificata la grancassa dei media? Così, ecco qua: dal febbraio 2016 al febbraio 2018, la temperatura media globale è scesa di 0.56°C! Per carità, questo non intacca il trend di lungo periodo perché è appunto tale, non elide (ancora non del tutto ma è questione di poco ancora) il boost all’aumento della temperatura media globale fornito proprio dall’ultimo El Niño, però, più di mezzo grado non sono proprio quisquilie, per cui alla fine mi è sembrato giusto darne conto.

Quindi ecco qua, per approfondire:

Did You Know the Greatest Two-Year Global Cooling Event Just Took Place?

Lo so lo so, non è un paper, ma non ce n’è bisogno perché i dati sono quelli del GISS della NASA, che trovate comodamente in grafica qui, oppure in numeri qui.

Così, mentre il pianeta (brevemente poi chissà) si raffredda, ecco un po’ di dissonanza cognitiva dell’ultima ora. Science Daily, stessa newsletter:

E così, se la ricerca ci dice che gli animali (marini) hanno seguito le oscillazioni del clima per milioni di anni spostandosi dove meglio si trovavano, le proiezioni invece ammoniscono che la maggior parte delle specie animali europee non periranno sotto la scure del clima che cambia perché incapaci di spostarsi.

Che dite, si saranno accorti del controsenso?

E così ieri abbiamo visto la magica unione tra i modelli climatici che non funzionano e quelli economici che funzionano ancora meno, oggi ci aggiungiamo anche quelli sull’evoluzione delle specie. Adoro questa materia…