Di Alessio D.G. – 5 Aprile 2024

Scrivo questo post per ricordare che in questo mese ci sarà una fase ad altissimo rischio sismico.
Per chi volesse approfondire le cause scientifiche che mi hanno portato a fare questa tendenza, suggerisco di leggere i seguenti articoli:

https://www.attivitasolare.com/rischio-sismico-storico-in-primavera/

https://www.attivitasolare.com/2024-probabile-super-terremoto-in-california/

https://www.attivitasolare.com/2024-rischio-geologico-estremo/

Ora in particolare ci concentriamo sui giorni a rischio e le zone da monitorare principalmente.
Prima fase di aprile ad elevato potenziale sismico sarà nei giorni 6-8-10 aprile. Da evidenziare in questi giorni la congiunzione esatta Marte-Saturno, specie sabato 6, ai quali sarà congiunta anche la Luna.

Area a maggior rischio: Mediterraneo centro-orientale, Nord Pacifico, sud est asiatico.

Altra fase ad alto rischio, che sarà anche la più estrema, la avremo nei giorni 16-20-21 aprile.
Come riportato nei miei articoli sopra linkati, l’area in maggior pericolo assoluto è quella del Nord America, in particolare la West Coast degli Usa (dall’Oregon alla California), la quale rischia magnitudo estremi, prossimi al 10.

Per quanto riguarda l’Italia, l’area da monitorare maggiormente sarà quella dell’Appennino Tosco-Emiliano e vi spiego il perché: tale faglia presenta ed ha presentato in più punti negli ultimi 2 anni diversi sciami sismici importanti come ad esempio la zona della Val di Taro (parmense) negli ultimi 2 mesi, Lunigiana, Garfagnana fino ad arrivare alla zona di Marradi e Certaldo, i quali hanno visto sciami sismici importanti sia nel 2022 che nel 2023; sempre qui vi sono stati nuovi aumenti della frequenza sismica nell’ultimo mese.


Quando una faglia presenta attivazioni sismiche in più punti, ossia è un po’ tutta in agitazione, abbiamo una massa enorme che si sta muovendo e di conseguenza eventuali rotture/crolli sarebbero enormi e potrebbero determinare terremoti piuttosto rilevanti. Inoltre tale area diversamente da altre come Abruzzo, Umbria, Emilia, Irpinia è molto tempo che non vede terremoti importanti ed ha accumulato quindi parecchia energia. L’ultimo fu il 7 settembre 1920 in Garfagnana; dopodiché silenzio. Anche la zona tra Calabria e Sicilia, dove si incontrano la placca africana e quella europea è molto che non subisce sismi degni di nota. Tuttavia, contrariamente all’appennino tosco-emiliano, non ha visto sciami sismici importanti negli ultimi tempi, per ciò al momento non desta preoccupazione.

In sostanza e concludendo, questo post non vuole fare allarmismo, ma semplicemente rendere consapevoli le persone che in certe date, in certe zone, bisogna stare maggiormente attenti per poter cogliere in tempo eventuali segnali precursori sismici. Solamente in caso di segnali evidenti, come insoliti bagliori notturni, bisogna allarmarsi e adottare le norme di sicurezza.

Per chi volesse approfondire la tendenza climatica e sul rischio sismico per i prossimi due anni suggerisco tale libro Il Clima che verrà: Tra disastri naturali e problemi finanziari.