Articolo di Fiorentino Marco Lubelli – Mercoledì 6 Novembre 2024
Collaboratore di Attività Solare
Inizia l’inverno in Europa, inizia con circa venti giorni d’anticipo e rischia di segnare uno dei principi d’inverno più freddi degli ultimi anni. Strano a dirsi leggendo le mappe delle anomalie termiche del nord emisfero ed in genere mondiali, tra le più alte di sempre, il valore del nord emisfero per lo scorso 31 ottobre segna la temperatura più alta mai registrata dai satelliti.
Ma come abbiamo avuto modo di dire negli scorsi articoli, gli sconquassi termici che l’atmosfera sta subendo in queste settimane potrebbero determinare delle conseguenze di cui l’Europa potrebbe fare le spese. Il Vortice polare, infatti, sembra subire in questi giorni, proprio nel momento in cui dovrebbe approfondirsi per motivazioni di tipo stagionale, diversi attacchi ad opera di alte pressioni che ne determineranno una probabile destabilizzazione con conseguenze tutte da definire. Ma andiamo con ordine partendo dal primo scricchiolio della struttura di alta pressione che ha dominato la scena europea per diversi giorni.
Cumulata 12 ore 8 novembre
Cumulata 12 ore 8 novembre
Prime infiltrazioni di aria umida ed instabile con conseguente formazione di addensamenti nuvolosi più attivi sul Tirreno meridionale e sulla Sicilia dove determineranno precipitazioni anche intense soprattutto su messinese e agrigentino. Sarà questo il segnale inequivocabile di un deterioramento dell’alta pressione che sarà definitivamente demolita dall’arrivo di aria fredda dal nord Europa.
Guardate l’alta pressione polare che separa in due tronconi il vortice polare con una parte che va ad isolarsi sulla Siberia ad inaugurare il gelido inverno russo e l’altra sul Labrador a portare l’inverno sul Canada, l’Europa invece assaggia i primi refoli freddi della stagione con una evoluzione del tutto differente tra il modello americano e quello canadese che vedono una irruzione artica ben strutturata e quello europeo che invece la riduce ad una semplice “goccia fredda”.
Guardate l’alta pressione polare che separa in due tronconi il vortice polare con una parte che va ad isolarsi sulla Siberia ad inaugurare il gelido inverno russo e l’altra sul Labrador a portare l’inverno sul Canada, l’Europa invece assaggia i primi refoli freddi della stagione con una evoluzione del tutto differente tra il modello americano e quello canadese che vedono una irruzione artica ben strutturata e quello europeo che invece la riduce ad una semplice “goccia fredda”.
Tre evoluzioni differenti tra i tre modelli alle 192 ore: GFS vede la formazione di una depressione a carattere freddo sul mediterraneo centrale con nevicate a quote basse sull’Appennino centro/settentrionale, GEM che invece vede la depressione mediterranea a carattere freddo posizionarsi sul sud con entrata di molto freddo su tutta l’Italia e neve sull’Appennino centro/meridionale, ECMWF, invece, che ci mostra l’evoluzione più calda e con maggiore apporto precipitativo a causa del lento colmamento sul posto di un cut/off a carattere freddo. Tre evoluzioni dunque davvero differenti con GFS e GEM più vicini rispetto al modello visto da ECMWF. Siamo dunque vicini alla prima irruzione fredda della stagione, evento che sarà fondamentale per il proseguo della stagione: infatti l’arrivo di masse d’aria fredda in questo periodo potrà determinare l’insorgenza sulle pianure del nord di quel cuscino freddo che potrebbe portare già nel mese di novembre le prime nevicate al suolo, cosa che non avviene nell’ultimo mese dell’autunno dal lontano 2018. Insomma inverno davvero promettente per l’Europa ma ancora tutto da scrivere.
Fonte: Progetto Scienze