Di Fiorentino Marco Lubelli – 1 Gennaio 2024

Giorno dopo giorno abbiamo accompagnato l’emissione dei modelli cercando di cogliere i segni di quel cambio di circolazione che già da Natale avevamo individuato nella fine della prima decade di gennaio. Bene, oggi i modelli ormai sono concordi nel delineare la prima fase di vero maltempo da un mese a questa parte. Infatti, come avevamo già spiegato nell’articolo la graduale ondulazione del getto atlantico avrebbe ben presto posto le condizioni per l’instaurarsi di un’onda stazionaria, che avrebbe bloccato il flusso atlantico e permesso la discesa di aria fredda polare. E’ quello che accadrà intorno all’Epifania come possiamo vedere dalle mappe che seguono.

Lo schema è abbastanza consolidato e prevede l’afflusso, dicevamo, di aria fredda polare marittima che entrerebbe dal Golfo del Leone, a invorticarsi attorno ad due minimi di Bassa pressione: uno sui Carpazi e l’altro sul Golfo di Genova, con una dinamica ancora tutta da decifrare, ci sono due differenti pensieri questa sera da parte dei maggiori modelli matematici. Per il momento ci sentiamo di poter confermare solamente l’impianto generale che poi potrebbe evolversi in differenti modi con differenti conseguenze per il nostro Paese. Possiamo però confermare il ritorno della neve dagli 800-1000 m sulle Alpi e sopra i 1200 m in calo sugli Appennini, anche copiosa, soprattutto sulle regioni nord-occidentali, che al momento appaiono le più colpite. Il proseguo, dicevamo, potrebbe evolvere in differenti modi, ma una cosa appare più o meno certa questa sera: Dal 10 gennaio una nuova accelerazione del getto potrebbe determinare un allungamento verso l’Europa centrale di una cellula di alta pressione accompagnata però da aria fredda continentale al seguito.

Vediamo in entrambi i modelli, più in GFS, meno in ECMWF, una certa invadenza dell’anticiclone delle Azzorre a riconquistare, almeno momentaneamente, il Mediterraneo centrale. Ma, guardate in zona polare la disposizione dei centri di vorticità con il maggiore sulla Russia, ed il minore, separato dal primo in affondamento sul Canada, potrebbe evolversi in una irruzione artico-continentale per la metà del mese, come si evince dall’ultima mappa che mostriamo oggi, riferita alle medie delle “perturbazioni di GFS-12 per il giorno 14 gennaio.

Continuano ad affastellarsi nelle code del modello GFS, evidenti anche nella media, gli effetti del Sudden Strat Warming che in queste ore inizia a emergere in zona polare, segnali sempre più marcati di una sofferenza del vortice polare sotto l’azione della WAVE 1 ed una separazione tra la parte russa e quella canadese con possibile, dicevamo, irruzione artico-continentale. Il target rimane sempre quello: 14-15 gennaio, staremo a vedere. Di certo oggi si conferma la tendenza per un gennaio davvero dinamico, freddo, e potenzialmente anche molto freddo.

Fonte : Progetto Scienze